Nel mondo iperconnesso di oggi, è facile attribuire le difficoltà che molte persone incontrano nell’uso di dispositivi come smartphone, computer e software a una presunta “incompatibilità” con la tecnologia.
Tuttavia, scavando più a fondo, emerge una realtà sorprendente: i problemi tecnologici non derivano tanto dalla complessità intrinseca delle macchine, quanto da una mancanza di competenze fondamentali che appartengono al mondo analogico.
Ragionamento astratto, logico e capacità di comprensione sono abilità spesso trascurate, ma essenziali per navigare con successo tanto nel mondo fisico quanto in quello digitale.
La tecnologia come specchio delle competenze
Un esempio lampante è dato dalle finestre di dialogo nei software. Frasi come “Non ho mai richiesto questo programma!” sono un lamento comune di utenti che, spesso senza rendersene conto, hanno accettato installazioni aggiuntive perché non hanno letto con attenzione i messaggi visualizzati.
Questo comportamento non è un problema esclusivo del mondo digitale, ma un riflesso di una difficoltà di base: la scarsa abitudine alla lettura critica e alla comprensione contestuale.
Lo stesso fenomeno si può osservare in ambiti più tradizionali. Ad esempio, molte persone faticano a comprendere le istruzioni di un gioco da tavolo o le regole di una burocrazia complessa e questo suggerisce che il problema non risiede nelle macchine, ma nella difficoltà di affrontare testi strutturati e di applicare un ragionamento analitico.
Il paradosso del SuperEnalotto
Un interessante paradosso logico ci aiuta a capire il livello di ragionamento dell’utente medio. Alla domanda: “Si può dimagrire aumentando di peso?” molti risponderebbero un secco “no“; eppure, chi comprende il concetto di massa muscolare rispetto al grasso corporeo saprebbe spiegare che sì, è possibile e questo tipo di ragionamento richiede di uscire dalle semplificazioni immediate e ragionare su contesti più complessi.
Un altro esempio è il gioco del SuperEnalotto. Nonostante le probabilità astronomicamente basse di vincere, milioni di persone investono regolarmente denaro in biglietti, dimostrando una scarsa comprensione di concetti matematici elementari come le probabilità e questo stesso limite si riflette nel modo in cui affrontano problemi tecnologici: la mancanza di logica applicativa si traduce in clic inconsapevoli, errori banali e incapacità di risolvere problemi.
La mancanza di educazione logica
Il problema principale non è il digitale in sé, ma la carenza di competenze fondamentali che lo precedono; nel mondo analogico, concetti come il ragionamento astratto, il ragionamento per assurdo e la comprensione testuale sono spesso sottovalutati o non insegnati con sufficiente enfasi, eppure, queste abilità sono indispensabili per interagire con un mondo sempre più complesso.
Ragionamento Astratto
Il ragionamento astratto, ad esempio, è essenziale per comprendere strutture logiche, come il funzionamento di un software o la configurazione di un dispositivo; la difficoltà di molte persone a visualizzare concetti astratti si traduce in un’incapacità di anticipare le conseguenze delle proprie azioni nel mondo digitale.
Comprensione Testuale
Molte difficoltà con la tecnologia nascono dalla mancata lettura di manuali, istruzioni o persino di semplici dialoghi a schermo e questo fenomeno ha radici profonde nella scarsa pratica di lettura attiva, ovvero l’abilità di leggere un testo per comprenderne il significato e agire di conseguenza.
Esempi pratici
Ecco l’elenco di alcuni esempi pratici che dimostrano come le difficoltà non siano tanto con la tecnologia in sé, ma che siano il frutto di una combinazione di fattori tra cui scarsa attenzione, poca lettura, mancanza di ragionamento per astratto, etc.:
- L’Installazione di software: un utente installa un programma e, cliccando “Avanti” senza leggere, si ritrova con toolbar indesiderate o software aggiuntivi e questo non è un problema tecnologico, ma una conseguenza della mancanza di attenzione e del desiderio di semplificare processi complessi senza comprenderli.
- La configurazione di dispositivi: molti lamentano difficoltà nel configurare uno smartphone o un PC, ma si rifiutano di seguire i tutorial o leggere le istruzioni fornite e in contesti analogici, lo stesso utente potrebbe avere difficoltà a seguire le regole di un gioco di carte o ad assemblare un mobile.
- E-Mail di Phishing
L’incapacità di riconoscere una truffa online spesso deriva da una scarsa comprensione della grammatica e della logica testuale, unita a un’assenza di pensiero critico.
Verso una Cultura delle Competenze
Per superare queste difficoltà, non basta alfabetizzare digitalmente la popolazione: è necessario investire in una cultura delle competenze trasversali e questo significa insegnare fin dalle scuole le basi del ragionamento logico, della comprensione testuale e della matematica applicata, con esempi pratici e reali che mostrino l’importanza di queste abilità nel quotidiano.
Alcuni studi che mettono in evidenza tale difficoltà
Un’indagine del Pew Research Center (2019) ha rivelato che il 26% degli adulti negli Stati Uniti trova difficile utilizzare nuove tecnologie, spesso per motivi legati alla paura di sbagliare e alla scarsa fiducia nelle proprie capacitàe analogamente, studi condotti dall’OCSE mostrano che la capacità di lettura critica è in declino in molti paesi, con effetti negativi sia nel mondo analogico che digitale.
Breve riassunto degli studi che sono collegati più o meno direttamente a queste difficoltà:
- Pew Research Center (2019) –”Americans and Digital Knowledge”: Questo studio analizza la comprensione da parte degli americani di temi legati alla tecnologia, evidenziando che solo il 28% degli adulti è in grado di identificare un esempio di autenticazione a due fattori.
- OCSE, rapporto sulle competenze cognitive degli adulti italiani (2024): Questo rapporto evidenzia che gli adulti italiani hanno competenze di literacy con un punteggio medio di 245 punti, inferiore alla media OCSE di 260 punti.
“O come diamine si scrive”
Ti sarà di certo capitato di vedere sui social persone che hanno difficoltà a scrivere correttamente nomi complessi per un madrelingua italiano; la vera domanda in tutto questo è: se hai difficoltà nello scrivere quel nome o quella parola, cosa ti costa cercarla su Google o Wikipedia e copia-incollare sul commento il nome corretto? Incredibilmente, è un’azione di una facilità disarmante ma puntualmente a quasi nessuno viene in mente.
Infatti, con strumenti come Google, Wikipedia o persino i correttori automatici integrati nei dispositivi, trovare la scrittura corretta di un nome è una questione di pochi secondi; basta una semplice ricerca e un copia-incolla per ottenere la risposta giusta, senza il rischio di fare errori o di affidarsi all’interpretazione altrui.
Un paradosso digitale
Il problema non è la mancanza di strumenti, ma l’abitudine a non sfruttarli. Questo comportamento riflette una cultura dell’immediatezza: invece di dedicare pochi istanti a cercare una soluzione, si preferisce esternalizzare il problema, chiedendo ad altri o lasciando in sospeso la corretta informazione; questo non solo perpetua l’errore, ma dimostra una scarsa autonomia nella risoluzione dei problemi.
I reali problemi dietro a queste difficoltà
Ormai è chiaro, sebbene ci siano veramente alcune difficoltà sul lato tecnico, è chiaro che molte altre difficoltà non sono che lo specchio di problemi preesistenti nel mondo analogico.
Un problema di competenze di base
Competenze come il ragionamento logico, il pensiero astratto, la capacità di leggere e comprendere un testo, e persino l’autonomia nel cercare soluzioni sono abilità trasversali che dovrebbero essere acquisite nel mondo analogico. Quando queste mancano, le stesse difficoltà si riflettono inevitabilmente anche nel mondo digitale.
Un Circolo Vizioso
Ad esempio, non leggere le istruzioni su uno schermo è il parallelo digitale del non leggere un manuale o una ricetta; non cercare un nome corretto su Google è la versione moderna del non prendere un dizionario per controllare una parola; sono comportamenti che dimostrano una mancanza di metodo e di abitudine all’apprendimento autonomo, in breve si parla tanto di “machine learning“, ma mai di “human learning“, ma di questo bisognerebbe parlarne in altra sede.
La Tecnologia Come Test Rivelatore
Il digitale, quindi, diventa una sorta di “cartina tornasole” per le competenze di base: chi ha sviluppato buone capacità nel mondo analogico tende ad adattarsi più facilmente anche a quello digitale; chi, invece, non ha mai acquisito queste abilità, si ritrova in difficoltà, attribuendo colpe alla complessità delle macchine quando il problema risiede altrove.
Conclusione
Le difficoltà con la tecnologia non sono un problema a sé stante, ma il riflesso di lacune più profonde nel modo in cui ci avviciniamo alla conoscenza e al ragionamento; colmare queste lacune non significa solo rendere le persone più abili con i computer, ma aiutarle a vivere meglio in un mondo complesso, ricco di sfide e opportunità.
Del resto nell’era dell’informazione, l’ignoranza è una scelta.
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