Grande Rignano e Grandi Rignanesi, un 2025 ricco di sfide e di opportunità per non implodere.

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Cosa manca ad un piccolo comune come Rignano Garganico, di appena 1800 abitanti, per tornare a vivere e a ripopolarsi?

La sfida del ripopolamento e della rivitalizzazione di piccoli comuni come Rignano Garganico richiede una combinazione di interventi strategici che affrontino diverse problematiche.

Se non si interverrà nell’immediato il rischio serio è quello di uno spopolamento ulteriore e di un azzeramento delle nuove nascite. Degli attuali sessantenni e settantenni, ad esempio, tra 10 anni resterà in vita solo un 25%, per via di patologie croniche od acute. Chi ha oggi 8-10 anni sarà costretto ad emigrare per mancanza di lavoro, di opportunità imprenditoriali e per mancanza di percorsi universitari innovativi. Le giovani famiglie odierne saranno già famiglie vissute e difficilmente propense a proliferare. Per cui il rischio concreto di scendere al disotto dei 1000 abitanti è reale e già tangibile. Senza poi parlare dell’abbandono ormai quasi completo delle abitazioni del centro storico, di Corso Roma e vie limitrofe e di “Monte Lepre”. Il paese, grazie all’azione dell’attuale e dea passata Amministrazione Comunale ha subito un netto miglioramento per ciò che riguarda il rifacimento di piazze, angoli turistici, vie e marciapiedi nella parte più antica del paese, ma non basta, occorre avviare azioni e incentivi volti a riportare volti, abitanti e storie di vita reale in questa e in altre aree del più piccolo comune del Parco Nazionale del Gargano.

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Ecco alcune idee su cosa potrebbe aiutare:

  1. Opportunità di lavoro e sviluppo economico.

Promozione del turismo sostenibile: Rignano Garganico si trova nel Gargano, una zona ricca di bellezze naturali e culturali. Valorizzare queste risorse attraverso agriturismi, escursioni, e la promozione del patrimonio locale potrebbe attirare visitatori e creare occupazione.

Incentivi per nuove imprese: Offrire agevolazioni fiscali o contributi per chi vuole aprire attività commerciali, artigianali o agricole potrebbe attrarre giovani imprenditori.

Smart working e nomadi digitali: migliorare l’infrastruttura digitale (ad esempio, la connessione internet) per attirare lavoratori che possono operare da remoto.

  1. Servizi essenziali.

Miglioramento dei trasporti: colleghiamo meglio il paese alle città vicine, facilitando l’accesso al lavoro e ai servizi.

Scuole e istruzione: Incentivare le famiglie giovani a trasferirsi garantendo un buon livello di istruzione per i bambini e servizi per l’infanzia.

Sanità: assicurarsi che ci siano servizi sanitari di base accessibili, ma anche investire per una Casa di Riposo e per la realizzazione in loco di una Postazione dell’Emergenza Territoriale – Servizio 118 e di un Poliambulatorio Medico-Infermieristico trovando una soluzione con la Asl di Foggia, così come già avvenuto in quasi tutti i piccoli comuni della Capitanata.

  1. Valorizzazione culturale e identitaria.

Eventi locali: creare festival culturali o sagre che valorizzino le tradizioni, l’artigianato e la gastronomia del luogo. Già ci sono le classiche sagre della Carne di Capra e della Musciska, il neonato Cunz e il Premio Jalarde, ma serve coordinarle meglio e soprattutto trovare un obiettivo Comune che lasci in segno, ovvero un ritorno economico per le aziende e per la collettività.

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Progetti educativi e museali: investire in musei locali o percorsi storici che raccontino la storia e le tradizioni di Rignano Garganico. Ad esempio basta lavoro al Museo di Grotta Paglicci, serve aprirlo al più presto ed affidare lo stesso ad agenzie specializzate nel settore, capaci di portare in questa parte del Gargano il turismo che conta, senza mai più affidarsi ad improvvisatori.

  1. Incentivi per il ripopolamento.

Case a un euro o affitti agevolati: offrire immobili abbandonati a prezzi simbolici, con l’impegno di ristrutturarli e utilizzarli. Ma pensare anche ai cosiddetti affitto brevi, ovvero all’avvio di progettualità per trasformare in strutture ricettive le tantissime case vuote del paese. Al resto ci penseranno poi app specializzate come Booking, Air B&B, Trip Advisors o altre similari.

Programmi per giovani famiglie: sostenere chi si trasferisce con agevolazioni su bollette o incentivi economici.

  1. Collaborazione con comunità esterne.

Attrazione di migranti: integrare nuove comunità di migranti o rifugiati, fornendo loro supporto per stabilirsi e contribuire alla vita locale. Già in questo ambito il Comune si è mosso, permettendo la ristrutturazione dell’ex-Centro di Riabilitazione Padre Pio, finalizzato all’accoglienza di persone in difficoltà o rifugiati da guerre e carestie.

Scambi culturali: creare collaborazioni con altre regioni o paesi per promuovere gemellaggi e scambi culturali.

  1. Sostenibilità ambientale.

Agricoltura e bio-economia: incentivare progetti agricoli innovativi, magari legati a produzioni biologiche o tipiche. Si rischia, ad esempio, di perdere per sempre i nostri due simboli gastronomici per eccellenza: il caciocavallo podolico e la musciska. Chi li produce ancora e fino a quando? E poi serve necessariamente trovare una via di uscita ai furti e ai danneggiamenti da parte di balordi e delinquenti. Perché le nostre campagne non si possono trasformare in un Far West.

Energia rinnovabile: sfruttare risorse locali per progetti di energia verde, che potrebbero anche creare occupazione. Ci sono panche aziende locali disposte ad investire nell’ambito, ma serve dare loro opportunità e spazi d’azione.

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Un piccolo comune come Rignano Garganico ha il potenziale per tornare a vivere, ma è necessario un piano coordinato tra istituzioni, comunità locale e investitori.

Basta continua a dire “è bello” o “ci piace così”, serve il coraggio per andare oltre e per mai più improvvisare azioni di sviluppo che nel concreto si sono trasformate finora in emeriti flop.

Si spera pertanto in una nuova Grande Rignano, che lasci stare i livori e le divisioni politiche localistiche e pensi ad un progetto di rilancio complessivo del piccolo comune, magari attraverso l’aiuto delle tanti giovani o non più giovani menti che hanno lasciato questo territorio temo fa e che sono pronti a dare il loro contributo fattivo alla rinascita del paese più bello del mondo, il nostro.



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