La rabbia del Cep dopo i lavori del Superbonus, Arte Genova: “Anomalie in risoluzione, si vivrà meglio”

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Genova. Persiane staccate dalle pareti e schiantate al suolo, davanzali che si sfaldano con le mani, materiale edile che giace da mesi negli spazi all’aperto, umidità negli appartamenti. Immagini e testimonianze che arrivano da via Novella, nel cosiddetto Cep di Pra’, dove pochi mesi fa Genova24 raccoglieva la denuncia dei residenti alle prese con gli effetti collaterali di un cantiere importante per migliorare la qualità abitativa del quartiere, ma anche fonte di numerosi disagi e spiacevoli effetti collaterali.

Problemi che hanno cause diverse, ma un comune denominatore: i lavori di riqualificazione energetica finanziati col Superbonus 110%, integrati da opere di manutenzione straordinaria su richiesta di Arte Genova. Un pacchetto da circa 20 milioni affidato al consorzio Leukos, che però all’azienda regionale non è costato un solo euro, grazie al meccanismo dello sconto in fattura. Per chi vive in via Novella, invece, è un’odissea iniziata nel 2021 e non ancora terminata. “Entro gennaio metteremo la parola fine, faremo tutto il possibile perché questo avvenga”, è la promessa dell’amministratore unico Paolo Gallo.

“La gente non esce di casa perché ha paura che una persiana gli crolli in testa“, racconta Daniel Sias, uno dei residenti più attivi nel nuovo comitato presieduto da Alfonso Leandri. In un caso, come verbalizzato dal collaudatore Stefano Lagostena – che ha ricevuto da Arte l’incarico di verificare la conformità di tutti i lavori eseguiti – gli infissi sono stati divelti volontariamente da una persona che dava in escandescenze perché non voleva far entrare i tecnici in casa.

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Ma in altre situazioni a finire sotto accusa sono i fermapersiane, giudicati di qualità scadente. “Non è vero, sono quelli che si installano ovunque – replica Christian Corradi, responsabile della struttura tecnica di Arte Genova – però devono essere usati correttamente. Se non vengono posizionati nel modo idoneo, rischiano di fare effetto leva e questo potrebbe danneggiare o addirittura scardinare le ante”. Una difficoltà che parrebbe piuttosto diffusa, tanto che l’azienda sta pensando di distribuire un manuale d’istruzioni per prevenire incidenti potenzialmente molto pericolosi.

Poi ci sono i davanzali delle finestre, che sembrano tutto fuorché solidi. L’impressione non è distante dalla realtà: “Sono in polistirene estruso, un materiale che si trova regolarmente in commercio e che si usa nei lavori di riqualificazione energetica perché ha caratteristiche che non portano il freddo in casa e non permettono la formazione di condensa, a differenza di un materiale lapideo – spiega Corradi -. Bisogna imparare a conviverci”. Del resto è lo stesso polimero impiegato per il cappotto termico. Tutto regolare, insomma. Nelle immagini realizzate dagli abitanti se ne vede uno praticamente distrutto. “Quello è stato un tentativo di effrazione al piano terra“, riferisce Gallo. Ma allora non c’è un ulteriore problema di sicurezza? “Chi vuole introdursi abusivamente in un appartamento il modo lo trova comunque”.

 

Diverso è il caso dei davanzali che sembrano piegarsi sotto il peso delle persiane. Questa è una delle anomalie, riscontrate dal collaudatore, che la ditta è obbligata a risolvere. Così come le infiltrazioni nei cosiddetti duplex, gli appartamenti su due piani collocati sotto la passarella sul lato monte di via Novella. “Ci sono piccole lavorazioni che hanno dato qualche problematica – ammette Corradi -. Alla luce delle segnalazioni arrivate dai cittadini, sono iniziati gli interventi correttivi. Alcuni davanzali sono stati sostituiti perché non posati in opera correttamente. Anche nel caso delle passerelle, alcuni materiali usati per la coibentazione sono stati posati male. L’impresa sta completando i ripristini”.

Via Novella, la vita al limite del Cep ostaggio del cantiere e del degrado

Eppure doveva essere tutto concluso entro il mese di novembre, assicurava Gallo ai nostri microfoni a fine settembre. “A ottobre il tempo non è stato dei migliori, comunque siamo vicini alla chiusura”, puntualizza l’amministratore unico. Niente penali per l’impresa? “Non ci troviamo gusto ad applicare sanzioni. A noi interessa che il lavoro venga fatto a regola d’arte. Non diciamo che non ci sono state anomalie, l’impresa sta risolvendo i problemi sotto la supervisione di un soggetto terzo e comunque, come stabilito dal contratto, dovrà garantire la manutenzione nei prossimi cinque anni. È stata sottoscritta una polizza fideiussoria allo scopo. Pensiamo di aver recuperato tutto ciò che era recuperabile”.

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D’altra parte anche la ditta ha denunciato comportamenti scorretti. “È stata rubata una betoniera e sono stati segnalati diversi danneggiamenti – spiega Corradi -. Al civico 23 è stato violato il divieto di camminare sulla passarella ed è stato necessario rifare il lavoro. Forse con clima di maggiore fiducia reciproca le cose sarebbero andate meglio. Certo, questo era un cantiere difficile per gli inquilini, ma anche per gli operai l’interferenza è stata fonte di disagi”.

L’esasperazione, tuttavia, ha radici profonde. A gennaio in quel cantiere l’ispettorato del lavoro aveva scoperto 17 operai totalmente in nero, uno dei quali senza nemmeno il permesso di soggiorno, impiegati da quattro diverse aziende subappaltatrici. Poi, a causa di alcuni licenziamenti improvvisi, è iniziata a mo’ di ritorsione una serie di occupazioni abusive che ha compromesso la già difficile convivenza con gli abitanti: spaccio di droga, minacce, liti, persino un raid incendiario secondo le testimonianze del comitato. Le aree di cantiere, occupate da mesi, non sono state ancora del tutto sgomberate e contribuiscono alla cornice di costante degrado insieme a rifiuti abbandonati e carcasse. “Tutto materiale che prende fuoco facilmente”, lanciano l’allarme i residenti.

 

Con 20 milioni si poteva costruire una piccola New York, invece sono stati spesi per fare lavori scadenti. Si stava meglio prima“, è l’amara considerazione del 25enne Sias. Al vertice di Arte Genova si prova a ribaltare questa visione: “È necessario vedere le cose positive – insiste l’amministratore unico Paolo Gallo -. Grazie a questi lavori oltre 700 alloggi hanno guadagnato due classi energetiche. Significa che quei nuclei vivranno meglio e spenderanno meno, in una situazione più confortevole”.

“Arte non è in contrapposizione con nessuno, vogliamo ascoltare i nostri inquilini e accettiamo le critiche costruttive. Ma se ogni volta si vuole evidenziare un problema specifico e da lì trarre una conclusione generale che va tutto male, riteniamo che non sia giusto. Ci sono cantieri molto più piccoli di via Novella che hanno avuto problemi enormi, qui parliamo di criticità limitate. Anzi, siamo dispiaciuti di non aver potuto fare lo stesso altrove. Sarebbe stato giusto destinare tutto il Superbonus alla riqualificazione delle case popolari“, chiosa Gallo. Ma questa è acqua passata e la responsabilità è della politica nazionale.

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