“Che il nuovo anno porti vera pace ovunque” è questo il primo augurio per il 2025 che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha citato nel suo discorso di fine anno.
Mattarella ha ricordato le vittime civili nelle guerre attualmente in corso in tutto il mondo. Il Presidente della Repubblica ha fatto gli esempi della neonata morta di freddo a Gaza, degli ostaggi rapiti da Hamas e dei bombardamenti russi che hanno colpito l’Ucraina la notte di Natale.
Ma “pace non significa sottomettersi alla prepotenza di chi aggredisce gli altri Paesi con le armi, ma la pace del rispetto dei diritti umani, la pace del diritto di ogni popolo alla libertà e alla dignità.” ha sottolineato Mattarella.
Il presidente ha poi ricordato l’importanza di un’informazione libera citando i tanti giornalisti che rischiano la vita per raccontare cosa accade nelle zone di guerra e il caso della giornalista italiana Cecilia Sala, detenuta a Teheran: “Interpreto, in queste ore, l’angoscia di tutti per la detenzione di Cecilia Sala. Le siamo vicini in attesa di rivederla al più presto in Italia. Quanto avviene segnala ancora una volta il valore della libera informazione. Tanti giornalisti rischiano la vita per documentare quel che accade nelle sciagurate guerre ai confini dell’Europa, in Medio Oriente e altrove. Spesso pagano a caro prezzo il servizio che rendono alla comunità.”
Mattarella ha poi rievocato l’orrore del femminicidio di Giulia Cecchettin e la necessità di poter parlare delle donne e come protagoniste della loro esistenza e non più come vittime:
“Siamo stati drammaticamente coinvolti nell’orrore per l’inaccettabile sorte di Giulia Cecchettin e, come lei, di tante altre donne uccise dalla barbarie di uomini che non rispettano la libertà e la dignità femminile e, in realtà, non rispettano neppure sé stessi. Non vogliamo più dover parlare delle donne come vittime. Vogliamo e dobbiamo parlare della loro energia, del loro lavoro, del loro essere protagoniste.”
Il discorso di fine anno ha analizzato anche la situazione italiana fatta di luci ed ombre. Il Presidente ha citato gli effetti della innegabile crisi climatica:
“Il mutamento del clima incide decisamente anche sugli eventi meteo che subiamo in Italia: ne abbiamo ripetute testimonianze. Le alluvioni non possono più essere considerate fatti straordinari. Sono frequenti e vanno quindi prevenute con lungimiranza, rimuovendo le condizioni che provocano sciagure.”
Altro tema affrontato da Mattarella sono i giovani definiti “grande risorsa del nostro Paese”e le prospettive a loro offerte per rimanere in Italia dopo gli studi :
”Possiamo contare sul loro entusiasmo, sulla loro forza creativa, sulla generosità che manifestano spesso. Abbiamo il dovere di ascoltare il loro disagio, di dare risposte concrete alle loro esigenze, alle loro aspirazioni.
La precarietà e l’incertezza che avvertono le giovani generazioni vanno affrontate con grande impegno anche perché vi risiede una causa rilevante della crisi delle nascite che stiamo vivendo. Si intrecciano, quindi, straordinarie potenzialità e punti di debolezza da risolvere. Impegniamoci per una comune speranza che ci conduca con fiducia verso il futuro.”
Mattarella ha concluso il suo discorso ricordando un importante anniversario che verrà celebrato nel 2025; gli 80 anni della Liberazione dal nazifascismo:
“Nel 2025 celebreremo gli ottanta anni della Liberazione. È fondamento della Repubblica e presupposto della Costituzione, che hanno consentito all’Italia di riallacciare i fili della sua storia e della sua unità. Una ricorrenza importante. Reca con sé il richiamo alla liberazione da tutto ciò che ostacola libertà, democrazia, dedizione all’Italia, dignità di ciascuno, lavoro, giustizia.
Sono valori che animano la vita del nostro Paese, le attese delle persone, le nostre comunità. Si esprimono e si ricompongono attraverso l’ampia partecipazione dei cittadini al voto, che rafforza la democrazia; attraverso la positiva mediazione delle istituzioni verso il bene comune, il bene della Repubblica: è questo il compito alto che compete alla politica. Siamo chiamati a consolidare e sviluppare le ragioni poste dalla Costituzione alla base della comunità nazionale. È un’impresa che si trasmette da una generazione all’altra.
Perché la speranza non può tradursi soltanto in attesa inoperosa. La speranza siamo noi. Il nostro impegno. La nostra libertà. Le nostre scelte.
Buon anno a tutti!”
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