L’editore Mussari sul Capodanno: «Catanzaro merita un evento più incisivo. La TGR Calabria non ci ha nemmeno menzionati!»
Abbiamo seguito con attenzione le dichiarazioni del sindaco Nicola Fiorita riguardo agli eventi natalizi di Catanzaro e, come sempre, apprezziamo l’impegno dell’amministrazione nel voler animare il centro storico e proporre eventi che portino cultura e intrattenimento.
Al di là delle buone intenzioni, ci sembra doveroso aprire una riflessione più profonda su alcune scelte, che a nostro avviso meritano un’analisi critica. Non per criticare per il gusto di farlo, ma per offrire un contributo costruttivo che possa arricchire il dibattito sulla programmazione culturale e sugli eventi di fine anno.
Le polemiche che hanno accompagnato il Capodanno, purtroppo, sono state il sintomo di una carenza di visione complessiva, di un’incapacità di rispondere alle vere esigenze della cittadinanza. La nostra riflessione non vuole essere un attacco, ma piuttosto una proposta di miglioramento per il futuro, affinché i prossimi eventi possano davvero rispecchiare la bellezza e la vitalità di Catanzaro, coinvolgendo tutte le fasce di pubblico e creando una programmazione che sappia innovare, sorprendere e unire.
Confronto con Reggio Calabria
Concordiamo con Fiorita: il paragone con Reggio Calabria, che ha ospitato il Capodanno Rai, è impari. Però, un’osservazione sorge spontanea. Se è vero che le risorse di Catanzaro non possono competere con quelle messe a disposizione per l’evento Rai, ciò non significa che la nostra amministrazione e, soprattutto, i rappresentanti politici regionali non potessero fare pressione per ottenere una maggiore attenzione per Catanzaro. Probabilmente questo aspetto è stato sottovalutato o affrontato troppo timidamente. Il nostro consiglio? Cominciate da subito a lavorare per il prossimo anno. La programmazione a lungo termine è la chiave per far emergere la nostra città e renderla protagonista, non spettatrice, del panorama culturale calabrese.
Un Capodanno divisivo?
Il sindaco ha giustificato le polemiche legate all’artista di punta come inevitabili, poiché “conosciuto prevalentemente dai più giovani” e “divisivo”. Ma ci chiediamo: perché puntare su un artista che inevitabilmente non coinvolge tutta la cittadinanza? Il Capodanno è una festa collettiva, un momento di unione intergenerazionale. Non può essere solo per i giovani, né per un pubblico di nicchia. Anche le fasce più adulte della popolazione meritano di sentirsi coinvolte e rappresentate. In un evento così simbolico, l’inclusività non è un’opzione: è una priorità.
Scuse per la scelta dell’artista
Le scuse dell’Amministrazione per i disagi causati dal linguaggio dell’artista sono apprezzabili, ma insufficienti. Un Capodanno non si organizza “in poche ore”. I problemi burocratici sono comprensibili, ma non possono diventare un alibi. Pianificare con anticipo e valutare l’impatto delle proprie scelte è un dovere per chi amministra una città. Non è questione di fretta, ma di visione. Forse è il momento di dotarsi di un team di esperti che possa lavorare con largo anticipo, assicurandosi che ogni dettaglio sia curato, inclusa la scelta di artisti che sappiano coinvolgere e unire.
Riflessioni sugli eventi paralleli
Il primo cittadino ha definito la serata del 30 dicembre con Nakalaika “il nostro vero Capodanno”. Mi permetto di fare una replica sincera: il 30 dicembre non è Capodanno. È un bellissimo evento parallelo, ma non può sostituire la notte simbolica dell’anno. Perché non puntare su un programma che valorizzi entrambe le serate, offrendo continuità e una narrazione coerente, senza però confondere le due date?
Sul “copia-incolla” degli eventi a Catanzaro
Una riflessione importante riguarda la programmazione ricorrente. Prendiamo ad esempio l’artista Roy Paci: un professionista straordinario e amatissimo, senza dubbio. È uno dei miei artisti preferiti. Però, riproporlo annualmente, nel periodo natalizio e in un contesto simile, rischia di sminuire l’impatto della sua presenza e di banalizzare l’offerta culturale della città. Perfino lo stesso direttore artistico della programmazione natalizia dovrebbe forse fermarsi e chiedersi: “Ha ancora senso portarlo ogni anno a Catanzaro, senza un contesto diverso?”
Catanzaro ha bisogno di una scossa creativa. Servono idee fresche, eventi capaci di sorprendere e creare vera attesa nella cittadinanza. Puntare sempre sulle stesse formule è troppo facile, ma non entusiasma.
Il cambio di programma avvenuto improvvisamente dopo il 26 dicembre ha dato l’idea di un’improvvisazione più che di una strategia. Questi ripensamenti dell’ultimo minuto, purtroppo, non fanno altro che rafforzare la percezione di una mancanza di visione chiara e lungimirante.
Se Catanzaro vuole emergere come centro culturale di riferimento, è necessario che l’amministrazione cominci a osare: nuovi nomi, nuove formule, nuove esperienze. Solo così si potrà conquistare il pubblico e valorizzare la nostra città nel panorama regionale e nazionale.
Sguardo al futuro
L’ambizione di ospitare l’ultima edizione de “L’Anno che Verrà” in centro storico è certamente lodevole e rappresenta un’opportunità unica per dare visibilità a Catanzaro a livello nazionale. Però, considerando che ci sono altre città in lizza, per riuscire a competere e vincere questa sfida, è necessaria una strategia chiara e una pianificazione che parta fin da subito. Non basta fare annunci o affidarsi all’improvvisazione dell’ultimo minuto: occorre lavorare con anticipo e determinazione.
Capodanno a Catanzaro: risorse da riorganizzare
L’amministrazione ha avuto il merito di voler valorizzare il centro storico e di proporre un programma ricco e variegato. Purtroppo, il nostro giudizio complessivo sul Capodanno è che sia mancata una visione d’insieme capace di soddisfare l’intera cittadinanza. Non possiamo fare a meno di notare che anche la TGR Calabria, che segue da vicino gli eventi regionali, non ha fatto cenno al Capodanno di Catanzaro, preferendo concentrarsi su altre realtà. Un segno evidente che qualcosa non ha funzionato a livello di impatto e visibilità. Non dimentichiamo che Catanzaro è il capoluogo di regione, non Cosenza, e questo merita di essere riconosciuto anche nei momenti di celebrazione.
Senza voler criticare per il gusto di farlo, la formula scelta è stata quella sbagliata. È chiaro che chi ha organizzato il Capodanno probabilmente aveva a disposizione fondi limitati e si è dovuto arrangiare. La formula giusta sarebbe stata ridistribuire risorse già destinate ad altri eventi natalizi e dirottarli verso il 31 dicembre, creando così un Capodanno all’altezza delle aspettative. Così facendo, anche la TGR Calabria si sarebbe accorta che a Catanzaro c’era, e come, un vero Capodanno.
Il nostro augurio è che queste osservazioni possano essere uno spunto per migliorare, non solo per il Capodanno, ma per tutta l’offerta culturale futura.
Con rispetto e spirito costruttivo,
Luigi Mussari
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