Cosa sperano i giovani per il 2025 tra lavoro e istruzione

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Salutiamo il 2024 per accogliere il nuovo anno, carico di aspettative e speranze per sé, per le persone a cui vogliamo bene e per il mondo che viviamo. Sono quelle speranze che ci tengono vivi e che ci portano a prendere scelte di vita che, puntualmente, a fine anno, analizziamo voltandoci indietro per un attimo, ma con la mente sempre rivolta verso ciò che verrà.

Ma quali sono le speranze per i giovani di oggi? Cosa si aspetta dal 2025 quella fetta di popolazione italiana che rappresenta gli adulti del domani, la classe dirigente che guiderà le tendenze in ogni ambito di vita? A offrirne una panoramica è l’Indice di Fiducia, lo strumento utilizzato dal Consiglio Nazionale dei Giovani (Cng) per monitorare l’andamento e l’evoluzione delle aspettative e dei sentimenti delle nuove generazioni: risulta che le speranze dei giovani sono in calo, ma molti di loro restano ottimisti per il 2025.

Calano le speranze dei giovani, ma c’è ottimismo per il 2025

A spiegare i risultati dell’ultima rilevazione dell’Indice di Fiducia sulle speranze dei giovani per il loro futuro è Maria Cristina Pisani, presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani: “Il 55% dei giovani italiani si dichiara ottimista rispetto al nuovo anno e ci invia un messaggio chiaro: nonostante una lieve flessione della speranza e le difficoltà economiche e lavorative vissute, c’è una precisa indicazione delle loro attese e priorità”, ha commentato Pisani.

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In particolare, la presidente del Cng ha spiegato quali sono le cause della flessione nella speranza tra i giovani: “Il picco di sentimenti positivi si è registrato in estate, ma con il passare dei mesi abbiamo osservato un calo della speranza, con un aumento di amarezza e preoccupazione legate a tensioni internazionali e difficoltà economiche”. La speranza è calata infatti al 17% (rispetto al 20% di settembre 2024) e l’amarezza è aumentata al 15% (rispetto al 10% di settembre 2024).

L’Indice di Fiducia ha quindi registrato una marginale flessione, fermandosi al 68,1% (-0,2% rispetto alla rilevazione precedente): un risultato, come spiegato da Pisani, “dovuto soprattutto alla crescita di sentimenti come l’amarezza e la paura, spesso alimentate da eventi globali come la guerra. Questo quadro riflette una generazione resiliente, ma anche provata dalle incertezze del nostro tempo”.

Cosa si aspettano i giovani sull’istruzione e sul mondo del lavoro nel 2025

Secondo quanto riportato dalla presidente del Cng, emergono, nonostante le difficoltà, alcune indicazioni chiare in merito al nuovo anno: “I giovani italiani orientano le loro speranze soprattutto ai miglioramenti nel mondo del lavoro e dell’istruzione – ha proseguito Pisani -, richiedendo alle istituzioni maggiore attenzione alla loro salute, ma anche all’occupazione che continua a essere una priorità soprattutto per una generazione che ha affrontato, senza tregua, continuamente crisi economiche e sociali, a un maggiore impegno nella risoluzione dei conflitti internazionali e ad una maggiore attenzione alle transizioni che stiamo affrontando, da quella digitale a quella ecologica, che sono per loro un’enorme opportunità per condividere nuove competenze e orientare scelte professionali”.

Cosa si aspettano, quindi, i giovani di oggi per il 2025? Vorrebbero innanzitutto vedere migliorare le opportunità lavorative (il 49% del campione), la propria salute (41%) e le proprie relazioni di vita (31%). Inoltre, chiedono alle istituzioni un maggiore impegno per il nuovo anno su: sanità, lavoro, risoluzione dei conflitti internazionali, istruzione, ambiente e digitalizzazione.

In riferimento al mondo del lavoro, l’Indice di Fiducia fa emergere come solo il 31% dei giovani consideri gli stipendi adeguati, mentre l’85% del campione di riferimento ritiene che un lavoro stabile lo farebbe sentire sicuro nelle diverse scelte e fasi della vita. Inoltre, il 91% ritiene che un giovane dipende dalle condizioni economiche della propria famiglia per poter completare gli studi.

“E’ un messaggio preciso, chiaro il loro: in un contesto segnato da instabilità e cambiamenti strutturali – ha proseguito la presidente del Cng -, la capacità di immaginare un futuro migliore è una responsabilità collettiva e le loro speranze rappresentano il motore più autentico di ogni nostro cambiamento. Ed è nei loro confronti che dobbiamo direzionare i nostri sforzi e la nostra attenzione perché, nonostante tutto, possano non semplicemente sperare, ma realizzare con determinazione un futuro all’altezza delle loro aspirazioni”, ha concluso Pisani.





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