I flussi di gas russo verso l’Europa attraverso l’Ucraina si sono fermati il primo gennaio 2025 con la scadenza del contratto di transito, aumentando il rischio sulla sicurezza energetica del continente. «A causa del ripetuto ed esplicito rifiuto della parte ucraina di estendere gli accordi quinquennali», ha avvertito Gazprom, «è stata privata dell’opportunità tecnica e legale di fornire gas di transito attraverso il territorio dell’Ucraina dal 1° gennaio 2025». Così il colosso russo in una dichiarazione su Telegram. Intanto il TTF, il gas scambiato ad Amsterdam, si aggira attorno ai 50 euro per megawatt ora mercoledì, contro i 22 circa dello scorso marzo e i 15 euro pre-guerra in Ucraina.
Le scorte di gas in veloce esaurimento
Per 50 anni l’Ucraina ha costituito un transito fondamentale per le forniture di gas in Europa, anche durante i tre anni trascorsi dall’invasione da parte della Russia. L’interruzione significa che i Paesi dell’Europa centrale che hanno fatto affidamento sui flussi saranno costretti a procurarsi altrove gas più costoso, mettendo pressione sulle forniture in un momento in cui l’area sta esaurendo le scorte invernali al ritmo più veloce degli ultimi anni, secondo il database di Bloomberg.
Perché l’Ucraina non vuole più gas russo
L’Ucraina ha sospeso le esportazioni di gas russo sul proprio territorio a partire dalle 7:00 ora locale di mercoledì nell’interesse della sicurezza nazionale, ha affermato il ministero dell’energia di Kiev in una dichiarazione su Telegram. «Abbiamo interrotto il transito del gas russo, questo è un evento storico», ha affermato il ministero dell’energia ucraino. «La Russia sta perdendo mercati e inizierà a subire perdite finanziarie».
Le altre forniture all’Europa
L’infrastruttura del gas in Ucraina è stata preparata a funzionare in assenza di transito dalla Russia e gli alleati esteri sono stati avvertiti in anticipo, prosegue la dichiarazione. L’Ucraina ha garantito nel contempo forniture di gas potenziate tramite una rotta a Sud, così come dalla Polonia, secondo quanto riporta l’operatore di trasmissione del gas del paese sul suo sito web.
Per ora, non è in atto alcuna alternativa all’accordo di transito di cinque anni, nonostante mesi di battaglie politiche. Mentre gli invii attraverso l’Ucraina rappresentano solo il 5% del fabbisogno di gas dell’Europa, la regione sta ancora risentendo delle scosse di assestamento di una crisi energetica innescata dall’invasione della Russia.
Il ruolo di Ungheria e Slovacchia
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha fissato l’obiettivo politico di eliminare gradualmente i combustibili fossili russi entro il 2027 dopo l’invasione e ha affermato che la fine del transito avrà scarso impatto sui mercati energetici regionali. Tuttavia, Paesi come l‘Ungheria e in particolare la Slovacchia hanno intrapreso una campagna sempre più forte per mantenere il flusso di carburante. L’Europa sta anche affrontando un mercato globale del gas sempre più ristretto. Il gas ha chiuso il 2024 con un guadagno annuo del 51%, il più grande dal 2021.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy il mese scorso ha respinto qualsiasi accordo che avrebbe inviato denaro in Russia mentre la guerra continua. Nel frattempo, il primo ministro slovacco Robert Fico ha minacciato l’Ucraina di un possibile taglio dell’elettricità, sollevando dubbi sulla sicurezza energetica. In un ultimo tentativo nel fine settimana, Fico ha esortato l’Ue ad affrontare l’imminente arresto delle forniture tramite l’Ucraina, affermando che l’effetto economico sull’area sarà maggiore dell’impatto sulla Russia. Fico ha stimato che i consumatori europei potrebbero dover pagare fino a 50 miliardi di euro di prezzo del gas in più all’anno e altri 70 miliardi di costi dell’elettricità.
La Slovacchia ha detto nel frattempo di poter gestire la perdita di gas russo, ma altre forniture saranno probabilmente più costose, visto che devono arrivare via mare e poi via terra. Il gas russo fluiva dalla Slovacchia in Austria e nella Repubblica Ceca, sebbene queste ultime due non acquistino più il carburante direttamente da Gazprom.
La Commissione europea ha lavorato nel frattempo con gli stati membri per oltre un anno per prepararsi a questo scenario di interruzione della materia prima. E ha diversificato le forniture dal 2022, rivolgendosi sempre più alle importazioni di gas naturale liquefatto, in particolare dagli Stati Uniti. Però anche il gas Usa ha raddoppiato il prezzo da marzo 2024, oggi scambia a a 3,71 dollari. (riproduzione riservata)
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