le simulazioni per fasce. Come funziona la rivalutazione

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Roma, 2 gennaio 2025 – Novità in vista per le pensioni, che a partire dal 1 gennaio 2025 vedranno un piccolo ritocco al rialzo per effetto della consueta rivalutazione annuale legata all‘inflazione. L’aumento, pur modesto, mira a preservare il potere d’acquisto dei pensionati italiani in un contesto economico ancora incerto per il Paese. Il decreto firmato dal Mef e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 27 novembre 2024 fissa il tasso di rivalutazione allo 0,8 per cento. L’adeguamento riguarderà tutte le categorie di pensioni: dagli assegni minimi, che subiranno un lieve aumento, fino alle pensioni più alte, per le quali la rivalutazione seguirà un sistema a scaglioni.

Tra le novità spiccano anche le proroghe di misure come Quota 103, Opzione Donna e Ape Sociale, strumenti pensati per favorire la flessibilità in uscita. Inoltre i pensionati potranno beneficiare di un nuovo meccanismo di cumulo per chi rientra nel sistema contributivo, permettendo un accesso anticipato alla pensione. L’Inps ha però segnalato possibili ritardi nei pagamenti all’inizio dell’anno, dovuti all’introduzione del sistema digitale Re.Tes. per la gestione dei flussi finanziari pubblici. Anche i conguagli fiscali applicati nel cedolino di gennaio potrebbero quindi portare a leggere oscillazioni sugli importi accreditati.

(L’articolo prosegue sotto la tabella)

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Di quanto aumentano le pensioni da gennaio 2025: le simulazioni

Sommario

La rivalutazione è il meccanismo che adegua le pensioni al costo della vita per proteggerne il potere d’acquisto. Per il 2025 l’aumento dello 0,8% sarà applicato in modo differenziato: 0,8% per le pensioni fino a 2.394,44 euro (quattro volte il minimo); • 0,72% per importi tra 4 e 5 volte il minimo; • 0,6% per assegni superiori a 5 volte il minimo.

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Un pensionato con un assegno di 1.000 euro al mese vedrà un aumento di 8 euro, arrivando a 1.008 euro. Il ricalcolo, effettuato su scaglioni, è piuttosto semplice: chi riceve 1.500 salirà a 1.512, con 2.000 euro si passerà a 2.016 euro. Per chi percepisce 2.500 euro l’incremento sarà di circa 19.91 euro, mentre ammonterà a 23,51 per chi ha un assegno di 3.000 euro. Fino ad arrivare a 26,51 euro per coloro che ricevono 3.500 euro di pensione.  Di seguito gli scaglioni:

• 0,8% fino a 2.394 euro;

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

• 0,72% da 2.394 a 2.993 euro;

• 0,6% sulla quota restante.

Anche le pensioni minime vedranno un incremento dello 0,8% e saliranno da 614,77 euro a 617,9 euro al mese. L’intervento sulle minime dovrebbe riguardare oltre 1,8 milioni di assegni e tiene conto dell’aumento del 2,7% che era stato deciso per il 2024.

Anche le pensioni di reversibilità saranno rivalutate dello 0,8 per cento. Le percentuali restano invariate:

• 60% al coniuge superstite;

• 70% al figlio unico superstite (minore, studente o inabile);

• 80% per due figli (o nipoti) senza coniuge;

Conto e carta

difficile da pignorare

 

• 100% per tre o più figli (o nipoti) senza coniuge.

Gli importi dipendono anche dai redditi del beneficiario, come stabilito dalla Riforma Dini del 1995, e i limiti di reddito vengono aggiornati ogni anno.

Rimangono valide anche per il 2025 misure come Quota 103, Ape Sociale e Opzione Donna, che permettono di anticipare la pensione in presenza di determinati requisiti. Confermato anche il bonus Maroni per chi sceglie di rimanere al lavoro oltre l’età pensionabile.

Chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996 potrà cumulare la previdenza obbligatoria e quella complementare per raggiungere un assegno pari a tre volte il minimo e andare in pensione a 64 anni, purché abbia 25 anni di contributi.

Il primo accredito del 2025 arriverà il 3 gennaio, con un giorno di ritardo rispetto al solito per via delle festività. L’Inps avvisa che potrebbero verificarsi piccoli ritardi nei pagamenti non pensionistici a causa dell’adozione del nuovo sistema Re.Tes. della Banca d’Italia, progettato per modernizzare incassi e versamenti. Alcuni pensionati potrebbero vedere un importo leggermente più basso a gennaio a causa di conguagli fiscali relativi all’anno precedente. Tuttavia, gli aumenti previsti dalla rivalutazione saranno applicati regolarmente.

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