560 milioni per il rilancio dell’edilizia residenziale

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Il Piano Casa Italia, previsto dalla Legge di Bilancio 2025, rappresenta una risposta concreta e strutturata alle crescenti sfide abitative che il nostro Paese. Con uno stanziamento di 560 milioni di euro a partire dal 2028, il Piano mira non solo a contrastare il disagio abitativo, ma anche a promuovere la sostenibilità e il riuso del patrimonio edilizio esistente.

Tuttavia, non mancano le criticità: i finanziamenti, seppur significativi, sono distribuiti su un arco temporale molto lungo, rischiando di rallentare l’efficacia degli interventi. Inoltre, la dipendenza dai partenariati pubblico-privati potrebbe esporre il Piano a ritardi e difficoltà operative.

Analizziamo i punti più salienti della misura prevista.

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Un nuovo approccio al disagio abitativo

La Legge di Bilancio 2025 segna una svolta significativa con l’introduzione del Piano Casa Italia, un programma nazionale che mira a ridefinire l’offerta abitativa su scala nazionale attraverso un approccio integrato e innovativo. Il Piano nasce con l’obiettivo principale di rispondere alle esigenze abitative emergenti, concentrandosi soprattutto sulle fasce più vulnerabili della popolazione, come giovani coppie, anziani e famiglie a basso reddito. Al centro della strategia vi è la volontà di privilegiare il riuso del patrimonio edilizio esistente, evitando nuovo consumo di suolo e promuovendo interventi di riqualificazione sostenibile.

Questo nuovo Piano non si limita alla realizzazione di nuove abitazioni, ma si propone di integrare i programmi di edilizia residenziale pubblica e sociale esistenti, migliorando la qualità della vita nei contesti urbani e periferici. Il provvedimento prevede l’approvazione definitiva del Piano entro 180 giorni dall’entrata in vigore della Legge di Bilancio, ovvero entro il 29 giugno 2025, attraverso un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri su proposta del Ministero delle Infrastrutture e previa intesa in Conferenza Unificata.

Le risorse e le finalità del Piano Casa Italia

Il Piano Casa Italia dispone di risorse economiche considerevoli, anche se distribuite in un arco temporale dilatato. La Manovra 2025 ha stanziato 560 milioni di euro, ripartiti in tre tranche annuali:

  • 150 milioni per il 2028;
  • 180 milioni per il 2029;
  • 230 milioni per il 2030.

Questi fondi saranno destinati a interventi di riqualificazione urbana, recupero di edifici esistenti e sviluppo di nuovi progetti di edilizia residenziale pubblica e sociale.

Un elemento chiave del Piano è la promozione di modelli innovativi di governance e finanziamento, con un forte coinvolgimento di partenariati pubblico-privati. Questo approccio permetterà di mobilitare ulteriori risorse economiche e di garantire una maggiore efficacia nella realizzazione dei progetti.

Saranno inoltre introdotti strumenti di monitoraggio e di verifica per assicurare la corretta allocazione delle risorse e la trasparenza nell’utilizzo dei fondi. La semplificazione normativa sarà un altro pilastro centrale, con l’obiettivo di velocizzare i processi autorizzativi e rendere più efficienti le procedure burocratiche legate alla costruzione e ristrutturazione degli edifici.

Obiettivi chiave: sostenibilità e inclusione

Il Piano Casa Italia punta a diventare uno strumento strategico per affrontare il disagio abitativo in maniera strutturale, promuovendo un’edilizia sociale più accessibile e sostenibile. Tra gli obiettivi principali vi è la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, con particolare attenzione alla sostenibilità ambientale e alla riduzione delle emissioni.

Gli interventi mireranno al miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici, alla riduzione del rischio sismico e alla valorizzazione degli spazi urbani degradati. Inoltre, saranno introdotti incentivi specifici per interventi di adeguamento sismico e di efficientamento energetico, con l’obiettivo di rendere gli immobili più sicuri e resilienti. Il Piano prevede anche un maggiore coinvolgimento degli enti locali, che giocheranno un ruolo cruciale nella pianificazione e nell’attuazione delle misure a livello territoriale.

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Piano Casa Italia: le reazioni delle associazioni

Le principali associazioni di categoria hanno espresso posizioni articolate sul Piano Casa, evidenziando sia opportunità che criticità.

Giorgio Spaziani Testa (Confedilizia) ha posto l’accento sulla necessità di recuperare oltre centomila appartamenti di edilizia residenziale pubblica inutilizzati, un patrimonio che potrebbe significativamente ampliare l’offerta abitativa e contribuire a mitigare la crisi del settore. Inoltre, ha sottolineato l’importanza di rafforzare il settore della locazione privata, che rappresenta una componente essenziale del mercato immobiliare italiano.

Maurizio Pezzetta (FIMAA) ha evidenziato l’importanza di favorire la sostenibilità e l’efficienza energetica, proponendo interventi mirati come i cambi di destinazione d’uso per adattare gli immobili alle nuove esigenze sociali e di mercato, la semplificazione delle autorizzazioni urbanistiche per ridurre la burocrazia e l’estensione della cedolare secca agli immobili commerciali per incentivare nuovi investimenti.

Federica Brancaccio (ANCE) ha richiamato l’urgenza di risorse adeguate e di un approccio strutturale che vada oltre gli interventi temporanei, puntando su modelli di partenariato pubblico-privato per una politica abitativa sostenibile e accessibile anche alle fasce più fragili della popolazione, come giovani e famiglie a reddito medio. Centrale, secondo ANCE, è la necessità di garantire un quadro normativo stabile e prevedibile, capace di attrarre investimenti privati senza eccessivi oneri burocratici.

Rossana Zaccaria (Legacoop Abitanti) ha ribadito la centralità della leva pubblica nella definizione dei modelli di partenariato pubblico-privato, ritenendola imprescindibile per assicurare la sostenibilità economica dei progetti abitativi e un accesso equo alla casa anche per chi non può permettersi un affitto o un acquisto ai valori di mercato attuali. Inoltre, ha sottolineato l’importanza di pianificare interventi su scala territoriale, tenendo conto delle specificità locali e delle esigenze delle diverse comunità.

Complessivamente, le associazioni concordano sulla necessità di una visione strategica a lungo termine, capace di coniugare rigenerazione urbana, sostenibilità ambientale, inclusione sociale e competitività economica, per costruire un settore immobiliare più resiliente e moderno.

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