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Villa Verucchio (Rimini), 3 gennaio 2024 – “Comandante, la città è con te. Sei il nostro eroe”. Una comunità intera, quella di Verucchio, schierata al fianco del luogotenente dei carabinieri Luciano Masini.
Il militare, da anni alla guida della stazione del paese in provincia di Rimini, ha collegamenti anche con l’Appennino modenese: la sua famiglia vive a Polinago e ha prestato servizio anche nella caserma dell’Arma a Frassinoro. La notte di Capodanno ha sparato per neutralizzare Muhammad Sitta, un 23enne egiziano richiedente asilo che ha seminato il panico, accoltellando quattro persone (due 18enni e una coppia di coniugi romani), apparentemente senza motivo.
I rilievi sul luogo in cui è morto Sitta e la manifestazione organizzata a Villa Verucchio a sostegno del maresciallo
Masini, carabiniere esperto e istruttore di tiro, ha aperto il fuoco dopo aver intimato allo straniero – che continuava ad avanzare verso di lui gridando frasi in arabo – di gettare l’arma. Il luogotenente è ora indagato per eccesso colposo di legittima difesa. “Un atto dovuto” ha precisato la Procura di Rimini, necessario per consentire agli inquirenti di svolgere i doverosi accertamenti, a partire dall’autopsia sul corpo di Sitta. Al suo fianco, ci sono ora residenti e commercianti che, senza esitazione, hanno preso le sue parti. In tanti, ieri sera, si sono dati appuntamento in piazza Europa, dove si è svolto un sit-in per testimoniare la vicinanza dei residenti al “carabiniere eroe”. Mentre l’associazione ’Vieni a Villa Verucchio’ ha promosso una colletta sulla piattaforma di gofund.me per aiutare il militare a pagare le spese legali. “Grati del lavoro svolto dai carabinieri e ringraziando Dio del fatto che non ci sono stati morti tra i cittadini – scrive l’associazione sui social – chiediamo a chi potrà di prendere parte ad una raccolta fondi per sostenere il sottufficiale dell’Arma”.
“Ho fatto il mio dovere. Tutelando la mia comunità e il luogo dove vivo”. Con queste parole, il comandante Masini ha spiegato la propria posizione al suo avvocato, Tommaso Borghesi, dicendosi anche “tranquillo” nell’attendere che le indagini sull’accaduto facciano il loro corso.
“D’altronde la condotta dell’egiziano è stata già configurata dalla Procura entro il reato di tentato omicidio plurimo – chiarisce Borghesi –. Dell’accaduto inoltre ci sono video e filmati, oltre a numerosi testimoni. Tutto materiale che siamo certi favorirà le indagini nel cristallizzare la dinamica”.
Al momento poi “il mio assistito non è sottoposto a provvedimenti di natura cautelare o disciplinare e non risulta alcuna sospensione dal lavoro – aggiunge ancora l’avvocato di Masini –. Non partecipa ovviamente alle indagini su quanto accaduto la notte di Capodanno”. La pistola del carabiniere, finita ora sotto sequestro, è stata già oggetto di perizia balistica. L’arma dispone di un caricatore da 15 munizioni e al momento del sequestro la pistola d’ordinanza aveva esploso un totale di 12 colpi. Sarà l’autopsia sul cadavere di Muhammad Sitta a stabilire quanti proiettili abbiano raggiunto la vittima.
Lo straniero abitava proprio a Villa Verucchio, in un appartamento di una cooperativa sociale. “Era un ragazzo un po’ strano, schivo, molto taciturno… girava sempre con il cappuccio della felpa calato sul viso, lo sguardo basso – ricordano i vicini –. E poi, un paio di volte, ha avuto dei comportamenti anomali nei confronti di una signora che abita qui, nel palazzo”.
Il 23enne era arrivato in Italia nel 2022 da irregolare, ma poi aveva presentato una richiesta di protezione internazionale che lo aveva fatto rientrare in un progetto ministeriale per l’inserimento lavorativo. L’ipotesi di un atto terroristico di matrice religiosa resta al momento in piedi, anche se non sarebbero emersi indizi in grado di far supporre un collegamento tra il 23enne e organizzazioni radicali internazionali. La sera di Capodanno, l’egiziano aveva portato con sé una copia tascabile del Corano e una collana di grani di preghiera musulmana.
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