Operaio cinquantenne stava per farla finita: «Dormivo in auto, parlavo solo coni call center dei recupero crediti che mi martellavano tutti i giorni». Poi, la svolta grazie all’aiuto di Protezione sociale italiana
L’azienda che va male e lo lascia senza lavoro, un brutto incidente stradale, il rapporto con la compagna che finisce, poi la depressione fino all’insolvenza con la banca che lo porta a perdere la casa e lo costringe a vivere in auto e a pensare di togliersi la vita. È il vortice in cui si è trovato intrappolato Mario (nome di fantasia), operaio metalmeccanico di 50 anni, residente nell’hinterland di Bergamo. Una tempesta perfetta da cui sembrava impossibile uscire per il sovra indebitamento di 101 mila euro causato per lo più dal mutuo che aveva contratto. Una lunga discesa all’inferno che sembrava senza fine. A metà dicembre invece la prima schiarita con la speranza di iniziare una nuova vita grazie all’ottenimento da parte del Tribunale di un decreto, firmato dal giudice Luca Fuzio, che ha cancellato i suoi debiti. Un risultato possibile attraverso la legge 3 del 2012, la cosiddetta «salva suicidi» (a cui si sono aggrappati, fra l’altro, anche personaggi noti come l’ex Miss Italia Cristina Chiabotto) e al supporto di Protezione sociale italiana, organismo di composizione della crisi che in provincia ha sede a Treviolo.
La perdita del lavoro e le prime difficoltà
«La storia di Mario — spiega l’avvocato Pietro Aiello, che lo ha assistito nell’iter — può ricordare quella di molte persone comuni. Aveva un lavoro a tempo indeterminato e una relazione con una ragazza con cui voleva mettere su famiglia. Per questo ha acceso un mutuo. Quando poi le cose hanno iniziato ad andare male è finito in crisi, ha rotto anche con i genitori, si è isolato e non è più riuscito a onorare il debito. Perdendo il lavoro, l’abitazione è finita all’asta ma il ricavato non è stato sufficiente a ripagare gli impegni che aveva assunto».
La reazione e la ricaduta: «I miei 149 giorni in un’auto»
Nonostante la depressione lo costringa a cure farmacologiche pesanti, nel 2019 Mario ritrova un impiego e concorda un piano per pagare i debiti tramite cambiali. Un impegno cui tiene fede per 20 mesi. Poi nella nuova ditta il lavoro cala e frana tutto un’altra volta. Il 50enne non è più in grado di sostenere la pigione della casa in affitto e finisce a dormire in auto. «Ci sono rimasto 149 giorni — racconta il 50enne —. È come se dopo il Covid e il suo lockdown ne abbia fatto un altro. Le uniche persone con cui parlavo erano i call center dei recupero crediti che mi martellavano tutti i giorni». Un periodo nerissimo che lo spinge sull’orlo di un gesto estremo. In suo soccorso arriva il Comune di Lallio con i Servizi sociali che gli trovano un alloggio. A inizio 2024 la vicenda arriva al comandante della polizia locale di Treviolo Matteo Copia che suggerisce di ricorrere all’organismo di composizione della crisi attivo dal 2019 sul suo territorio.
Debitore meritevole: come ha avuto accesso agli aiuti
«Dopo la disamina della sua situazione — ricorda il legale — si è capito che c’era la possibilità di ricorrere alla legge varata dal Governo Monti nel 2012 quando c’erano stati diversi piccoli imprenditori che si erano tolti la vita per i debiti. Dal giugno 2023 la legge 3 del 2012 è confluita nel codice dell’insolvenza e regola i casi in cui si può avviare una procedura per cancellare una parte o anche tutte le somme dovute. Mario rientrava in quest’ultima fattispecie dell’esdebitamento del debitore incapiente». Il 50enne con un reddito minimo e senza patrimonio era un debitore meritevole perché non aveva contratto obbligazioni con dolo né commesso reati legati ad esse.
La risposta positiva: «Non ci credevo, mi ha ridato coraggio»
La procedura viene aperta a maggio 2023 e l’istruttoria della crisi per conto dell’organismo di composizione della crisi è preparata dal commercialista di Coccaglio Alessandro Remonato mentre Aiello poi ricopre il ruolo di advisor. I numeri parlano chiaro: a fronte della montagna di debiti il 50 enne ha solo una piccola pensione di invalidità per 500 euro al mese, il sostegno di un amico, la vecchia auto e la moto incidentata. La domanda rimane nel limbo per 10 mesi e finalmente una settimana prima di Natale arriva il semaforo verde che libera Mario dal macigno che lo schiacciava. «Quando me lo hanno detto — racconta — da un lato ero incredulo, dall’altro sentivo il coraggio e la speranza di affrontare anche le difficoltà psicologiche che mi hanno tormentato in questi anni e che mi hanno anche danneggiato il fisico».
Dal 2019 gestiti 200 casi simili
«Il caso di Mario — precisa Aiello — ricorda le storie di tante altre persone che in questi anni si sono rivolte a Protezione sociale italiana, a Bergamo abbiamo gestito circa 200 casi dal 2019. All’origine di molte delle loro storie c’è la perdita del lavoro, una crisi famigliare, un mutuo che non si riesce ad onorare o ludopatia. Fattori spesso che si combinano e portano al sovra indebitamento da cui non si riesce più a uscire».
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