proteste contro lo smaltimento dei rifiuti tossici

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A 40 anni dal disastro che ancora oggi continua ad avere un impatto sulla salute della popolazione locale, il governo indiano ha dato esecuzione a un’ordinanza del tribunale locale, trasferendo i rifiuti tossici nella città industriale di Pithampur, dove dovrebbero essere smaltiti nei prossimi mesi. Ma le autorità stanno incontrando la resistenza della popolazione locale.

Bhopal (AsiaNews) – Le autorità indiane hanno comunicato di aver rimosso le 337 tonnellate di rifiuti tossici che ancora si trovavano a Bhopal, nel Madhya Pradesh, teatro del più grave disastro industriale della storia. Ma lo smaltimento delle sostanze, che potrebbe richiedere fino a nove mesi, rischia di provocare ulteriori danni alla salute e all’ambiente.

Ieri un convoglio ha terminato il trasferimento delle sostanze tossiche in un impianto di smaltimento di rifiuti nella città industriale di Pithampur, a 230 km da Bhopal. La popolazione locale ha indetto una manifestazione perché teme di subire le conseguenze che ancora oggi le persone affrontano a Bhopal, dove centinaia di migliaia di abitanti soffrono di problemi di salute dovuti alla contaminazione del suolo e delle falde acquifere. 

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Swatantra Kumar Singh, direttore del Dipartimento che si occupa dell’assistenza e la riabilitazione di Bhopal, ha dichiarato all’agenzia di stampa Reuters che i rifiuti saranno smaltiti in modo sicuro per l’ecosistema locale. In un comunicato, il governo indiano ha inoltre affermato che una prova di smaltimento avvenuta nel 2015 con 10 tonnellate di sostanze tossiche aveva mostrato livelli di emissioni in linea con gli standard nazionali. Affermazioni con cui i residenti locali non concordano: secondo Rachna Dhingra, attivista per la Campagna internazionale per la giustizia a Bhopal, il trasferimento dei rifiuti “creerebbe una Bhopal al rallentatore” anche nel sito di smaltimento.

“I nostri cuori tremano quando ricordiamo l’orribile tragedia del gas di Bhopal. I rifiuti tossici della fabbrica della Union Carbide devono essere smaltiti. Tuttavia, dovrebbe essere fatto dopo discussioni approfondite con scienziati, esperti e residenti locali, poiché si tratta di una questione di salute della gente”, ha commentato l’ex presidente della Camera Sumitra Mahajan, appartenente al Bharatiya Janata Party, il partito da cui proviene anche il primo ministro indiano Narendra Modi. “Lo smaltimento di questi rifiuti non è affatto una questione politica. La discussione dovrebbe riguardare se ci saranno effetti negativi sull’ambiente, sulla terra e sulle fonti d’acqua dopo la distruzione dei rifiuti a Pithampur. La popolazione di Bhopal soffre da generazioni per gli effetti negativi della tragedia del gas. Quindi questi rifiuti dovrebbero essere smaltiti con la massima cautela”, ha aggiunto Mahajan.

Nella notte tra il 2 e il 3 dicembre 1984 una nube tossica di isocianato di metile, un composto chimico utilizzato per la produzione di pesticidi, fuoriuscì dallo stabilimento dell’azienda statunitense Union Carbide, uccidendo nell’immediato migliaia di persone. Secondo diverse stime, almeno altre 560mila hanno poi subito danni alla salute irreversibili. Nonostante numerose inchieste, l’azienda non affrontò mai un vero processo. Per alcune delle vittime l’unico risarcimento furono 500 dollari pagati dalla Union Carbide nel 1989, su un totale di 470 milioni di dollari, versati dalla società al governo indiano in base a un accordo extragiudiziale. 

Tra i materiali che sono stati rimossi dal sito contaminato nei giorni scorsi ci sono residui di pesticidi e “sostanze chimiche eterne”, chiamate così perché mantengono le proprietà tossiche per un tempo indefinito. Jitu Patwar, deputato del Congress, il partito che rappresenta l’opposizione, ha sottolineato che l’incenerimento dei rifiuti tossici a Pithampur potrebbe generare nuovi problemi di salute, oltre che a gravi danni all’ambiente. Ha inoltre ricordato che, nonostante l’Alta Corte del Madhya Pradesh abbia impartito direttive e fissato un termine di quattro settimane per il trasferimento dei rifiuti, l’ordinanza del tribunale non prevede che vengano smaltiti tutti solo a Pithampur. Nel corso degli anni, le autorità avevano già più volte tentato di trasferire i rifiuti dalla fabbrica di Bhopal, ma hanno sempre incontrato la resistenza degli attivisti e dei residenti locali.

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