Cambiano i dettagli, ma non i requisiti principali per l’uscita dal lavoro
Nel 2025, il sistema pensionistico italiano non subirà cambiamenti radicali rispetto all’anno precedente. I requisiti per la pensione di vecchiaia restano invariati: 67 anni di età e 20 anni di contributi, con l’importo minimo della pensione fissato a 538,69 euro. Le modifiche previste dalla manovra finanziaria del 2024 sono poche e non toccano i principali strumenti per il pensionamento anticipato, come Quota 103, Ape sociale e Opzione donna, che sono stati riconfermati con le stesse regole e limitazioni.
Quota 103: Il meccanismo di Quota 103 permette di andare in pensione con 62 anni di età e 41 anni di contributi, includendo anche chi è nato nel 1963, purché abbia maturato i requisiti contributivi. Chi matura i requisiti nel 2025 dovrà però aspettare 7 mesi per l’entrata in vigore del trattamento pensionistico, che diventano 9 mesi per i dipendenti pubblici, a causa delle “finestre mobili”.
Ape sociale: Confermata anche l’Ape sociale per tutto il 2025, con accesso consentito a chi ha almeno 63 anni e 5 mesi e si trova in particolari condizioni, come disoccupazione, invalidità civile superiore al 74%, o per chi svolge mansioni gravose, con almeno 36 anni di contributi.
Opzione donna: Anche per il 2025 resta valida Opzione Donna, che consente il pensionamento anticipato per le lavoratrici con 35 anni di contributi e 57 anni di età (58 per le autonome). Le condizioni di accesso sono confermate per lavoratrici in aziende in crisi, disabili o caregiver.
Altre novità: Una novità riguarda chi ha cominciato a lavorare dopo il 1995: potrà andare in pensione anticipata a 64 anni, sommando previdenza obbligatoria e complementare. Tuttavia, il numero di persone che ne beneficeranno sarà limitato inizialmente.
Bonus Maroni: Rafforzato il Bonus Maroni, che offre una decontribuzione per chi decide di rimandare la pensione. I lavoratori con requisiti per Quota 103 o per l’uscita anticipata possono ricevere la loro quota contributiva esentasse direttamente in busta paga.
Infine, sono previsti piccoli aumenti delle pensioni minime, che saliranno a circa 617 euro nel 2025, con una rivalutazione piena all’inflazione per gli assegni fino a quattro volte il minimo.
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(con fonte AdnKronos)
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