Pensioni 2025, aumenti in arrivo con la nuova legge di Bilancio: ecco a chi spettano, i requisiti e le nuove cifre

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Sanità, lavoro, istruzione e ricerca, infrastrutture e trasporti, ambiente: questi sono soltanto alcuni dei macro-temi su cui interviene, annualmente, la legge di Bilancio in Italia. Senza dimenticare – ovviamente – le pensioni, le quali incidono significativamente sulla spesa pubblica del Paese e, a livello di sistema previdenziale, coinvolgono gli interessi economici di milioni di cittadini.

Quali sono le novità e gli aggiornamenti nel sistema pensionistico italiano, alla luce di quanto introdotto con l’ultima manovra? Anzitutto, il testo recentemente approvato, in via definitiva, nei due rami del Parlamento conferma, anche quest’anno, i principali meccanismi per l’uscita anticipata dal mondo del lavoro (ci riferiamo espressamente a Quota 103, Opzione Donna e Ape sociale), pur a seguito di un’intensa discussione tra le forze politiche. In verità era stata ventilata l’ipotesi di una mini riforma, ma le risorse economiche sul tavolo hanno impedito di variare i meccanismi di pensionamento anticipato. Ecco perché nella manovra 2025 si è deciso, semplicemente, di apporre una nuova proroga e rinnovo dell’assetto esistente, con gli stessi rigidi requisiti stabiliti per il 2024.

Il bonus Maroni, applicato per migliorare la sostenibilità del sistema previdenziale e incentivare a restare al lavoro – pur avendo i requisiti per il pensionamento anticipato – nel 2025 è prolungato e rafforzato. Tale incentivo economico consente la disponibilità, direttamente in busta paga, dei contributi pensionistici a carico del lavoratore e altrimenti destinati all’Inps (rinuncia all’accredito sul c.d. montante contributivo). Di fatto aumenta il reddito netto, grazie a un bonus che si rivolge a coloro che maturano i requisiti per la pensione anticipata e Quota 103, e che si applica fino al raggiungimento della soglia di vecchiaia fissato ai 67 anni. Nel 2025 l’incentivo è potenziato perché quanto rimane in busta paga, invece di essere versato all’Inps, sarà esente da tassazione Irpef.

Per aderire al bonus Maroni, i lavoratori dovranno fare richiesta ad hoc tramite il sito dell’Inps, Contact Center o rivolgendosi a un patronato. Ricordiamo che la scelta di sfruttare l’incentivo implica la mancata contribuzione previdenziale per la quota a carico del lavoratore, con riflessi sull’importo della futura pensione.

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In tema di pensioni minime, invece, nel 2025 avremo un aumento inferiore rispetto a quanto preventivato in un primo tempo. Saliranno infatti soltanto di circa un paio di euro rispetto ad oggi, per toccare quota 616,67 euro al mese. Ciò è dovuto alla conferma della rivalutazione straordinaria pari al 2,2% nel 2025, come previsto dalla legge di Bilancio, che eviterà il calo dell’importo che si sarebbe verificato se si fosse applicata la mera rivalutazione ordinaria.

Inoltre, quest’anno i pensionati potranno avvalersi della rivalutazione piena degli importi degli assegni. Infatti il meccanismo di indicizzazione per l’adeguamento all’inflazione, cioè all’aumento del costo della vita, ritorna ad essere quello in vigore prima dei tagli dell’ultimo biennio. In sostanza, nel 2025 non ci saranno le decurtazioni che hanno colpito le pensioni di importo più elevato, in modo da favorire quelle minime e quelle fino a 4 volte il minimo Inps. Ricordiamo che l’indicizzazione serve espressamente a preservare il potere di acquisto dei pensionati – e delle loro famiglie – evitando che il valore reale delle pensioni cali nel corso del tempo, per effetto dell’inflazione stessa.

Il decreto Mef – pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 27 novembre – ha confermato la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni anno 2023, corrispondente al +5,4% dal primo gennaio dello scorso anno. Ciò significa, in sostanza, che non scatteranno rettifiche e conguagli di adeguamento, perché il dato definitivo è identico alla stima preliminare, effettuata in precedenza dallo stesso Mef sulla scorta dei dati provvisori Istat sull’inflazione.

Infine ricordiamo che, nella manovra 2025, viene altresì inserita la facoltà, per i lavoratori senza anzianità contributiva al 31 dicembre 1995, di computare anche il valore di una o più prestazioni di rendita di forme pensionistiche di previdenza complementare, per il raggiungimento degli importi soglia minimi per il pensionamento. In sostanza, ciò agevolerà – almeno parzialmente – l’uscita dei giovani dal mondo del lavoro per il pensionamento.





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