Treviso e Venezia, stretta sulle baby-gang. Zaia: «Servono più agenti»

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TREVISO – La presenza delle baby gang, la violenza giovanile sono ormai diventati tanti campanelli d’allarme che interessano tutti i grandi centri del Veneto. Da Treviso, dove nelle ultime settimane le risse tra giovani hanno anche provocato la morte di un 22enne, il sindaco Mario Conte alza la voce: «Serve un intervento legislativo, norme più severe, certezza della pena dove oggi c’è incertezza. Purtroppo ci sono comunità che non si vogliono integrare. Chiedo un potenziamento delle forze dell’ordine e invito il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a venire qui».


Una richiesta d’aiuto raccolta anche dal governatore Luca Zaia: «Desidero unire la mia voce a quella dei tanti sindaci veneti che, di fronte a nuove tipologie di reati che vengono commessi nei loro comuni, chiedono aiuto alle Istituzioni nazionali perché vengano reperite e inviate nelle zone calde più Forze dell’ordine. L’ultimo in ordine di tempo è oggi il sindaco di Treviso, che dichiara la necessità di avere 100 agenti in più. Prima di lui l’allarme è stato lanciato da più parti, da tanti Comuni e anche dall’Anci. Al pur importante aspetto sociale ed educativo è purtroppo evidente che va rafforzato, anche e presto, quello della prevenzione e della deterrenza».

Fermezza

Per Zaia il problema baby gang va affrontato con strumenti di accoglienza, ma anche con la giusta fermezza: «Sono purtroppo sempre di più le città venete dalle quali giungono quotidianamente notizie di una cronaca nera che è un fenomeno nuovo e inquietante. Baby gang sempre più aggressive, scippi, spaccate, aggressioni per futili motivi, risse violente in una delle quali, a Treviso, ci è scappato il morto. E sullo sfondo, droga e alcol a volontà. Così non può andare avanti, anche perché, parimenti, cresce l’allarme sociale da parte della stragrande maggioranza composta dalla gente per bene che, quando interpellata, sempre più spesso si dice inibita o intimorita anche in situazioni ordinarie, come una passeggiata o un rientro a casa dopo un cinema».

E conclude: «Conosco bene la grande attenzione ai temi della sicurezza da parte del Governo nazionale, ed è per questo che rivolgo al Ministro Piantedosi, ai prefetti, a tutti coloro che rappresentano lo Stato sui territori, un appello affinchè si faccia tutto il possibile per dare risposte a tutti quei sindaci che sui loro territori ben poco possono fare con le donne e gli uomini delle Polizie Municipali. Come Regione pur senza competenze in materia di sicurezza, siamo a disposizione per qualsiasi collaborazione istituzionale possibile».

 

Il vertice

Sul fronte Venezia, ieri il prefetto Darco Pellos ha convocato il comitato per l’ordine e la Sicurezza pubblica per un punto sulla situazione dopo i vandalismi e le risse di Capodanno a Mestre. «Tutti i responsabili – ha spiegato al termine del vertice – sono stati individuati, molti sono minori. È un segnale importante: questi ragazzi devono capire che nessun crimine resterà impunito, non possono pensare di fare quello che vogliono senza che vi siano delle conseguenze». E nella notte di San Silvestro, in effetti, ce ne sono stati diversi. A cominciare dalla rissa tra ragazzini avvenuta in piazzale Donatori di Sangue (le forze dell’ordine hanno sequestrato sul posto addirittura un machete con una lama da 30 centimetri), a cui se ne è aggiunta una seconda in piazza Ferretto.

“Bomba Sinner”

Poi c’è stata la “Bomba Sinner” fatta esplodere sotto all’auto di un ex vigile in pensione in via Bissuola: l’uomo, un 65enne, è rimasto ferito in primo luogo dall’esplosione degli airbag della vettura, una Hyundai Tucson, e poi perché una volta sceso dall’auto i giovani l’hanno aggredito prima di scappare. Per qualcuno arriverà la denuncia, per altri invece scatterà un altro genere di provvedimento, firmato probabilmente dal questore Gaetano Bonaccorso: «Il decreto Caivano ha introdotto misure importanti che, soprattutto, coinvolgono le famiglie – spiega – possiamo accompagnare così i Daspo Willy e i Dacur a un’attività educativa da portare avanti insieme ai genitori, ovviamente il loro supporto è fondamentale. Quando le famiglie collaborano, il minore riesce a uscire da situazioni difficili e il tasso di recidiva si abbassa molto». 

Bomba Sinner contro l’auto e poi l’aggressione: individuati i colpevoli

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