Mose, guardie armate (spesa da 1,5 milioni l’anno) a difesa della diga di Venezia: «Contro vandalismi e sabotaggi»

Il primo bando di ottobre prevedeva una spesa di 625mila euro l’anno, con guardie non armate e, per quel che riguarda l’Arsenale, in servizio solo dalle 20 alle 8. Ora, dopo una pausa di riflessione, è uscito il nuovo bando, che recepisce alcune questioni sollevate dalle aziende del settore e il dialogo con la prefettura, tra cui una seconda persona alla bocca di Lido dal lato Treporti, un servizio h24 anche dove c’è la control room nell’ex fabbrica della Serenissima e soprattutto la scelta di passare ai vigilantes armati. Modifiche che hanno fatto schizzare all’insù il prezzo: il totale di spesa previsto è di un milione e 588mila euro per un anno, che potrà poi essere bissato per ulteriori 12 mesi, però con una crescita della spesa a un milione e 684mila euro.

Una «difesa» costosa 

Insomma difendere il Mose costa, e non poco. Secondo bando e capitolato, nei loro turni di servizio i cinque operatori dovranno tra le altre cose guardare le immagini del sistema di videosorveglianza e antintrusione ma anche «bonificare» i locali a ogni cambio, per verificare che non ci siano borse o contenitori abbandonati; dovranno «prevenire gli atti di sabotaggio, vandalismo, furti», ma anche «segnalare incidenti, perdite d’acqua, fughe di gas». Dovranno impedire l’ingresso alle persone non autorizzate, così come allontanare le barche che si avvicinino troppo ed effettuare delle vere e proprio «ronde» di controllo — ogni mezz’ora, mentre nel primo bando si parlava di due ore — non solo negli edifici di comando, ma anche nelle gallerie dove ci sono gli impianti. Il «servizio di vigilanza armata» riguarderà appunto cinque location del grande sistema di dighe che difende Venezia dall’acqua alta e che ha esigenze di sicurezza non solo per la delicatezza delle strutture, prototipo unico al mondo, ma anche perché è stata un’opera molto contestata e potrebbe essere nel mirino di qualche azione eclatante.

Sedi e compiti

La sede dell’attività sarà in ognuna delle quattro schiere, dato che la bocca di Lido è stata divisa in due: una guardia giurata sarà dal lato di Treporti, nella zona della conca di navigazione o porto rifugio, l’altra nell’isola artificiale a metà bocca; poi sono da monitorare Malamocco, Chioggia e infine l’Arsenale. Qui il vigilante del turno serale dovrà effettuare una bonifica dei locali tutte le sere tra le 20 e le 21.30 e poi tre ispezioni notturne. L’introduzione dell’arma come dotazione non cambia però le regole d’ingaggio previste dal bando: viene escluso l’intervento diretto in caso di eventi particolari, per i quali dovranno rivolgersi anche loro a chi di dovere. Una delle voci dell’incarico parla infatti di «segnalazione di atti inconsulti e in caso di reato alla centrale operativa e alle forze dell’ordine». Nel corso delle ispezioni diurne o notturne negli edifici di controllo gli operatori dovranno cogliere eventuali segnali di situazioni dubbie o pericolose e allertare la centrale. Per esempio potrebbero trovare porte o finestre rimaste aperte, lucchetti limati e qualsiasi tipo di anomalia. Dovranno anche verificare che le recinzioni siano integre, così come gli impianti di illuminazione. Nel caso in cui vengano colte sul fatto delle persone, bisognerà chiedere loro perché si trovino lì. «Ciò dovrà essere fatto in modo cortese per evitare di offendere un visitatore in buona fede», è scritto.

Niente stufette

Tra le cautele, quella di usare le prese di corrente solo per ricaricare il cellulare, non per attaccare stufette o altri sistemi di riscaldamento, così da evitare blackout o cortocircuiti. In ogni location la base d’asta è di 316 mila euro e le offerte devono pervenire entro il 30 gennaio. Uno stesso operatore non potrà aggiudicarsi più di due lotti.

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