Sardegna, dichiarata decaduta la governatrice Todde. “Impugnerò l’atto, vado avanti”

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Il collegio regionale di garanzia elettorale presso la corte d’appello di Cagliari contesta la rendicontazione delle spese sostenute in campagna elettorale. Deciderà il Consiglio regionale

È un vero terremoto quello che ha colpito la giunta regionale della Sardegna ieri sera poco prima dell’ora di cena. Il collegio regionale di garanzia elettorale presso la corte d’appello di Cagliari ha pronunciato la dichiarazione di decadenza dalla carica di consigliere regionale per la 5Stelle Alessandra Todde, che perderebbe, di conseguenza, anche quella di Presidente della Regione. Dopo un lavoro di vaglio delle spese tenute durante la campagna elettorale dell’inizio del 2024 sono state rilevate delle inadempienze che hanno portato all’emissione di un’ordinanza ingiunzione indirizzata al Consiglio regionale, che deve stabilire una data per la decisione sulla decadenza. La decisione è ora affidata alla massima assemblea sarda che dovrà pronunciarsi sull’eventuale decadenza di Todde da consigliera regionale, dopo un passaggio nella Giunta per elezioni.

La notifica della corte d’appello è un atto amministrativo che impugnerò nelle sedi opportune – spiega Todde -. Ho piena fiducia nella magistratura e non essendo un provvedimento definitivo continuerò serenamente a fare il mio lavoro nell’interesse del popolo sardo”. La presidente fa sapere che i suoi legali hanno già depositato una memoria. Al gruppo M5s in consiglio regionale avrebbe garantito: “State tranquilli, si risolverà tutto. Continuiamo a lavorare“. Il provvedimento della Corte di Appello comporterebbe anche destituzione dalla guida della regione.

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Una sicurezza questa che però è meno granitica dalle parti del PdEsponenti dem della Sardegna raccontano di essere stati colti di sorpresa dalla notizia: «È una situazione mai successa in Italia. Stiamo cercando di capire a quale quadro normativo fare riferimento…» . Quello che viene contestato, raccontano, è «la mancanza di nome del mandatario elettorale e la rendicontazioneCose sanabili, secondo noi». Ma un parlamentare nazionale, non della Sardegna, avverte: “Bisogna capire, se davvero non avessero indicato il mandatario sarebbe un problema non banale...”.

Nel rendiconto presentato dai 5 stelle, a firma del senatore Ettore Licheri, si parla di 90.570 euro di finanziamento, a fronte di spese per 90.629 euro. I soldi arrivano per la gran parte da M5s nazionale (55mila euro) e dal Pd (18mila euro). Per il resto si tratta perlopiù di piccole donazioni di singoli parlamentari, come lo stesso Licheri, Chiara Appendino, Emiliano Fenu e via dicendo, qualche centinaio di euro ciascuno.Di sicuro per ora Elly Schlein tace , come del resto Giuseppe Conte

Di fatto, se la decisione venisse confermata, significherebbe azzerare tutto e tornare al voto. Uno scossone che disorienta l’intero fronte progressista, ma che coglie di sorpresa anche il centrodestra, come appare evidente dal silenzio di tutti i principali leader politici.

Tra i primi a commentare il terremoto sardo è Ugo Cappellacci, ex presidente della Sardegna e deputato di Forza Italia, sentito da La Repubblica. “Non conosco ancora nel dettaglio la decisione, quindi è presto per formulare giudizi. Sembrerebbero però inadempienze molto gravi nella rendicontazione. Se così fosse, – conclude – si tratterebbe di dilettanti allo sbaraglio e questa di per sé non sarebbe una novità”. Anche Michele Pais, commissario della Lega in Sardegna, sottolinea che “le regole vanno rispettate, il rispetto per i cittadini sardi viene prima dell’interesse politico della sinistra. Il consiglio regionale non penso possa opporsi, votando in senso opposto al rispetto delle regole”. Il  presidente della commissione Trasporti della Camera, Salvatore Deidda, (FdI) non usa mezzi termini per descrivere la situazione: “Non conosco nel dettaglio la vicenda ma se il collegio di garanzia arriva a dichiarare decaduta una Presidente della Regione vuol dire che la documentazione proposta effettivamente presenta falle ed errori e con tutto il rispetto è una bruttissima figura, perché o non sanno come si rendicontano le spese elettorali o pensano di essere più furbi degli altri, e le elezioni si vincono rispettando le regole”.  Deidda è inoltre convinto che la Todde e i consiglieri di maggioranza che la sostengono “ora cercheranno in tutti i modi di non decadere ma  – conclude – facciano ammenda dei propri errori e pretendiamo trasparenza”.



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