Benevento, dalla Regione meno fondi: rivolta dei sindaci

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«Paghiamo il napolicentrismo e la logica dei grandi numeri. Ma così le aree interne diventeranno presto un deserto».È pressoché unanime il grido dei sindaci sanniti contro il riparto dei fondi per la riqualificazione degli edifici scolastici varato nelle scorse ore dalla Regione. Solo una manciata gli interventi finanziati in provincia, mentre quelli rimasti a bocca asciutta sono una marea. Un trend che, del resto, si era già verificato in occasione delle precedenti finestre del bando «Scuola viva in cantiere».

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La denuncia

I sindaci sanniti non intendono rassegnarsi a un andazzo che appare ormai conclamato e che non attiene solo alla quantità di finanziamenti ottenuti, ma soprattutto alla localizzazione, apparentemente sbilanciata sulla fascia costiera: «In questo caso non posso che dirmi d’accordo con il senatore Domenico Matera – commenta Angelo Pepe, sindaco Pd di Apice, concorde sulla disamina fatta giorni giorni fa dall’esponente di Fratelli d’Italia – Purtroppo è un dato ormai evidente: chi decide, a tutti i livelli, non ha la minima contezza della condizione delle aree interne, e si limita a effettuare valutazioni tecniche, spesso, peraltro, simili a formalismi cavillosi. Assistiamo a decisioni degne di Robin Hood al contrario, dove chi sta già molto meglio in termini socio-economici, vedi le realtà della fascia costiera, continuano a essere foraggiate, mentre nelle aree interne giungono le briciole. E ciò nonostante gli enti locali profondano ogni giorno il massimo impegno, come dimostra il progetto di adeguamento della nostra scuola Media ad Apice, basato sui più moderni criteri di efficientamento energetico, riuso edilizio e non consumo del suolo. Si cambi al più presto approccio, o per tante realtà sarà la fine in tempi brevi».

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Condivisione nelle parole di Giuseppe Addabbo, sindaco di Molinara: «I circa 90 ragazzi che frequentano la nostra scuola non meritano valutazioni farraginose e burocratiche, ma un vero sostegno. Realtà come la nostra lottano quotidianamente contro il definitivo abbandono chiaramente prefigurato dalle statistiche demografiche. Leggere la griglia dei finanziamenti dell’ultima sessione di Scuola Viva è francamente sconfortante. Si ha la netta percezione che di tutto l’impegno messo sul campo ogni giorno dalle comunità locali, amministratori e residenti insieme, non vi sia alcuna percezione dalle parti di Napoli. Lo sbilanciamento delle assegnazioni a vantaggio delle realtà più densamente popolate è evidente. E nulla conta la bontà dei progetti presentati per efficientare edifici in gran parte datati. Quanto ancora si vorrà proseguire su questa strada?».

Il Napolicentrismo

E pur contando una popolazione che sfiora i 10mila abitanti, anche il primo cittadino di San Giorgio del Sannio Giuseppe Ricci si unisce al coro della protesta: “Il napolicentrismo ha colpito ancora, è palese. Nel nostro caso, stiamo proponendo da tempo la ricostruzione di un doppio plesso che accoglie ogni giorno qualcosa come 1.500 alunni. Strutture baricentriche anche per i Comuni limitrofi, veri punti di riferimento da decenni per l’intero comprensorio. Tutti elementi dei quali chi decide non sembra tenere alcun conto, mostrando ancora una volta attenzione soprattutto per il versante costiero della regione. E certo non consola, tutt’altro, essere inseriti nella lista dei progetti “Ammissibili”, se poi non segue il necessario finanziamento».

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Un diniego che, nel caso dell’ente sangiorgese, vale ben 12 milioni di euro. Dal Fortore arriva la voce del sindaco di San Marco dei Cavoti Angelo Marino: «Purtroppo dobbiamo prendere atto ancora una volta che non rientriamo nei finanziamenti assegnati. E ciò nonostante abbiamo già provveduto una prima volta a rimodulare il progetto in funzione dei rilievi tecnico-formali avanzati dalla struttura regionale di valutazione. Nel plesso sottoposto ad adeguamento abbiamo urgente bisogno di interventi per rimediare ad errori progettuali commessi in passato. Dal tetto provengono copiose infiltrazioni, problemi che si riversano sui 107 alunni e sulla intera popolazione scolastica. Basta tergiversare, servono fondi».





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