Nomadi digitali e smart worker: conviene ancora ospitarli nel 2025?

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Solo 5 anni fa, ai tempi della pandemia, sembrava che nomadi digitali e smart worker potessero da soli salvare il settore turistico. Tanto che in breve tempo il fenomeno è stato inquadrato a livello fiscale, contributivo e di immigration: la legislazione italiana ha infatti introdotto il visto per nomadi digitali, rivolto a cittadini extra-UE che svolgono attività lavorative altamente qualificate da remoto, sia come autonomi che come dipendenti di aziende estere. Per ottenere questo visto, è necessario dimostrare un reddito annuo minimo di circa 28.000 euro, possedere un’assicurazione sanitaria valida in Italia e fornire documentazione relativa all’alloggio. Il permesso di soggiorno ha una durata massima di un anno ed è rinnovabile, a condizione che permangano i requisiti iniziali.

Sono nate parallelamente molte iniziative sia in ambito alberghiero che extralberghiero per ospitare nomadi digitali e smart workers in alloggi pensati per un pubblico business, con connessione ad alta velocità e luoghi confortevoli per lavorare. Oggi però con la stretta sui pagamenti in contanti per l’alloggio dei viaggiatori business prevista dal 2025 è il caso di chiedersi se è conveniente ospitare uno smart worker o un nomade digitale. 

Ricordiamo innanzi le definizioni per le due categorie:
I nomadi digitali sono professionisti che svolgono il loro lavoro da luoghi remoti, spesso viaggiando in tutto il mondo, grazie all’uso di tecnologie. 
Gli smart worker sono lavoratori dipendenti che lavorano in modalità agile (in remoto) al fine di incrementare la competitività e di agevolare la conciliazione dei tempi di vita e lavoro.

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Ecco di seguito i quattro motivi che rendono meno conveniente nel 2025 affittare a queste categorie di ospiti:

  1. Complicazione contabile;
  2. Pagamenti in contanti non più ammessi dal 1/1/2025;
  3. Cedolare secca non applicabile ai pagamenti dalle società e ditte;
  4. Complicazione normativa per il nomade digitale.

Nel dettaglio:

  1. Complicazione contabile

Questi ospiti business, per poter ottenere il rimborso delle spese di alloggio o dedurle dai propri redditi, richiedono una fattura elettronica, che i titolari di strutture non imprenditoriali non possono emettere, questo limita l’opportunità alle realtà imprenditoriali.. 

  1. Pagamenti in contanti non più ammessi dal 1/1/2025

La Legge di bilancio 2025 ha introdotto l’obbligo di tracciabilità per le spese di viaggio, comprese quelle di alloggio, che saranno ora deducibili per i nomadi digitali o rimborsabili dal datore di lavoro degli smart worker, solo se effettuate con mezzi di pagamento tracciabili (versamento bancario o postale o con altri sistemi di pagamento ammessi: carte di debito, di credito e prepagate, assegni bancari e circolari). Ne consegue che non sono più ammessi i pagamenti in contanti per queste categorie di viaggiatori, mentre si applicano i normali limiti ai pagamenti in contanti per tutti gli altri ospiti.

  1. Cedolare secca non applicabile ai pagamenti dalle società e ditte

La cedolare secca al 21%, per essere utilizzata per le locazioni brevi, si applica solo se:

  • l’immobile è ad uso abitativo;
  • il soggiorno è fino a 30 giorni;
  • l’attività è al di fuori dell’esercizio di impresa per il locatore e per l’ospite.

Quindi, anche se gestite una locazione turistica non imprenditoriale, ma avete emesso al vostro ospite una ricevuta alla sua partita Iva come professionista, o alla sua società, non siete più nel campo della cedolare secca.

Le prenotazioni con la società o ditta come ospite pagante e intestatario della ricevuta sono da tassare solo con Irpef, senza cedolare al 21%, e vanno tenute distinte dalle altre prenotazioni, anche in dichiarazione dei redditi. Naturalmente, la distinzione vale solo per gli alloggi ad uso turistico, perché Case Vacanze con servizi e Bed&Breakfast non possono comunque applicare la cedolare secca per nessun ospite, in quanto producono redditi diversi, tassabili solo con Irpef.

  1. Complicazione normativa per il nomade digitale

A seguito della riforma fiscale, come ribadito con la Circolare 20/E 2024 dall’Agenzia delle Entrate, per determinare la residenza fiscale dei lavoratori in modalità agile rileva l’effettiva presenza fisica sul territorio nazionale che si protrae per più di metà anno. Quindi se uno straniero trascorre più di 183 giorni in Italia, pagherà qui le tasse sui suoi redditi ovunque prodotti (principio del worldwide income). 

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L’obbligo di versare contributi all’INPS per la propria attività lavorativa in Italia discende dall’obbligo fiscale. È facile comprendere come sia diventato poco conveniente anche per nomadi e smart workers lavorare in Italia, dove oggi la loro attività è tutt’altro che “immateriale” mentre per le attività ricettive la convenienza c’è ancora solo per chi fa ospitalità a livello imprenditoriale.






  • sergio lombardi



    Sergio Lombardi, fondatore di Taxbnb e Safexperience, è il Presidente dell’Osservatorio sul Turismo dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di Roma. Sergio è specializzato negli adempimenti fiscali, legali e amministrativi di hotel, strutture extralberghiere, locazioni turistiche, altre forme di alloggio e travel experience, in ​​tutte le forme familiari e imprenditoriali.
    Dopo la sua carriera in Ernst&Young, PriceWaterhouseCoopers, Accenture e Deloitte, Sergio contribuisce con i suoi articoli fiscali per i principali quotidiani e periodici turistici e economici italiani, tra cui Ipsoa, Giuffrè, Il Sole 24 Ore e Italia Oggi ed è coautore di Extra Book, la nuova guida definitiva dell’extralberghiero.
    Sergio partecipa regolarmente a fiere ed eventi turistici internazionali con i suoi interventi, interpretando le riforme fiscali delle legislazioni turistiche.
    Taxbnb, fondata da Sergio, è sicuramente in Italia e in Europa una delle poche associazioni fra professionisti dedicate esclusivamente agli aspetti fiscali, legali, tecnici e lavoristici del turismo in ogni sua componente. La missione di Taxbnb è la legalità, quindi centinaia di operatori del turismo sono attualmente supportati da Taxbnb nei loro adempimenti fiscali e legali. I nostri clienti includono associazioni di proprietari e grandi gestori di proprietà internazionali, ma anche piccoli e medi operatori dell’ospitalità e delle esperienze.



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