Turdidi e beccacce, il Wwf “avverte” i cacciatori, ma dalla Regione confermano: niente multe

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Mentre anche in Umbria prosegue l’attività venatoria sulla base del Calendario dello scorso anno, il Wwf prova a rivolgersi direttamente ai cacciatori. Avvertendoli di aver dato mandato ai propri legali “di valutare l’avvio di azioni per perseguire chi in questi giorni abbatte tordi bottaccio e beccacce”. Ritenendo, in pratica, che le associazioni venatorie abbiano fatto una forzatura nel ritenere che anche in Umbria sia stato recepito l’emendamento alle legge 157/92 contenuto nella Finanziaria che prevede, in caso di sospensiva dei Calendari venatori, che entri in vigore fino alla sentenza di merito quello dell’anno precedente o comunque l’ultimo legittimamente in vigore.

Dalla Regione, però, arriva la conferma che sino alla sentenza di merito da parte del Consiglio di Stato (la cui udienza è fissata per il 14 gennaio) si può legittimamente andare a caccia. Come già comunicato dagli uffici ai responsabili delle associazioni venatorie ed agli ambientalisti che ne avevano chiesto conto, quando era stato spiegato che l’amministrazione regionale intendeva recepire la norma nazionale, senza intervenire con provvedimenti propri su un Calendario venatorio che era stato redatto dalla precedente amministrazione regionale di centrodestra.

Del resto, anche nelle comunicazioni fatte alle forze di polizia, era stato chiarito che l’emendamento nazionale era stato recepito e che quindi non si dovevano effettuare sanzioni ai cacciatori per il prelievo di turdidi e beccacce.

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La nota della Regione

La Regione Umbria, una volta pubblicata in Gazzetta Ufficiale la Finanziaria – come aveva preannunciato alle associazioni venatorie – aveva informato con una nota che “con Legge di Bilancio dello Stato n. 207 del 30 dicembre 2024, art. 1, comma 551, lettera d) pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 305 del 31/12/2024 – Serie generale, è stato emendato l’art. 18 della L. 157/1992 prevedendo, tra le altre cose, che, in caso di impugnazione del Calendario venatorio, “qualora la domanda cautelare sia accolta, fino alla pubblicazione della sentenza che definisce il merito, l’attività venatoria è consentita nei termini di cui ai commi 1 e 1-bis (del medesimo articolo 18) e riacquistano efficacia i limiti di prelievo e gli orari giornalieri fissati da ciascuna regione con l’ultimo Calendario venatorio legittimamente applicato“.

Intendo in questo modo che era intervenuta una norma nazionale. Una nota che però, per gli ambientalisti, di per sé non dice chiaramente che questa sia stata recepita. Interpretazione che è stata a noi data dalla Regione, una volta interpretata.

L’appello del Wwf ai cacciatori

La comunicazione fatta dal Wwf a livello nazionale aveva spaventato molti cacciatori, che hanno chiesto chiarezza sulla possibilità o meno di andare a caccia.
Ora il Wwf attraverso il proprio delegato umbro si appella direttamente ai cacciatori, ritenendo che l’applicazione “automatica” della nuova norma sia una forzatura delle associazioni venatorie. E poonendo il dubbio se la “nota/comunicazione” della Regione Umbria sia sufficiente a “riaprire la caccia alla beccaccia e ai turdidi”.

La nota della Regione

Dalla Regione, su nostra esplicita richiesta, è però arrivata la conferma che quella comunicazione è da intendersi come comunicazione sul recepimento della norma contenuta nell’emendamento nazionale.

La retroattività

C’è poi un altro aspetto posto dal Wwf, relativo alla presunta retroattività della norma contenuta nell’emendamento. “A nostro avviso – scrive a questo proposito il Wwf – la legge nazionale, emanata in data successiva rispetto ai pronunciamenti giudiziari non può avere efficacia retroattiva ai sensi degli Artt. 111, commi I° e II°, e 117 I° comma della Costituzione. nonché dei principi di eguaglianza, ragionevolezza e certezza dell’ordinamento giuridico di cui all’art. 3 Cost., in quanto i provvedimenti giudiziari emessi sotto il regime normativo precedente mantengono quindi piena efficacia”.
D’altra parte, i legali delle associazioni venatorie – che si sono già a suo tempo confrontati su questi aspetti con i proponenti l’emendamento – ritengono che non ci sia retroattività proprio in quanto non si intervenga su una sentenza.

Danno erariale: l’avvertimento alla Regione

Il Wwf avverte anche la Regione: “Una eventuale modifica del Calendario venatorio umbro – sempre secondo gli ambientalisti – determinerebbe la violazione del principio di separazione tra i poteri dello Stato in quanto si sostanzierebbe in una elusione del provvedimento del giudice amministrativo”.
E provvedimenti di modifica del Calendario venatorio che si fondano “su un’erronea interpretazione della legga nazionale successiva” potrebbero configurare un danno erariale.

La costituzionalità della norma

Riguardo poi alla costituzionalità delle norme contenute nel “famoso” emendamento, questa potrebbe essere posta dal collegio del Consiglio di Stato in occasione dell’udienza sul Calendario umbro o degli altri sotto giudizio di legittimità amministrativa.
Cosa che però porterebbe alla sospensione del giudizio di merito, consentendo, a quel punto visti i tempi richiesti, di terminare questa stagione venatoria. Cosa che comunque appare probabile, visto che nell’udienza del 14 gennaio, proprio alla luce di quanto avvenuto, la Regione e le associazioni venatorie richiederanno probabilmente un approfondimento della questione.

Il nodo multe

Infine, appunto, nella sua nota il Wwf rappresenta ai cacciatori il rischiodi “esercitare la caccia su specie per la quale l’attività venatorio è chiusa”. Parlando appunto di eventuali azioni per le quali ha dato mandato ai propri legali.
D’altra parte, i legali delle associazioni venatorie sono pronti ad azioni civili ed eventualmente penali nei confronti di chi elevi in questi giorni multe ritenute illegittime. Da parte evidentemente delle guardie volontarie ambientaliste, visto che appunto gli altri soggetti deputati al controllo dell’attività venatoria hanno ricevuto comunicazione di non fare sanzioni dopo il recepimento della norma nazionale.

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I legali delle associazioni venatorie: responsabilità di chi fa eventuali multe

Federcaccia mette a disposizione i propri legali ai cacciatori che in questi giorni ricevessero multe per il prelievo di turdidi e beccacce. Per far annullare le multe, ma anche per le denunce penali per abuso d’ufficio.
“Alcune associazioni ambientaliste – afferma l’avvocato Marzio Vaccari, legale storico della Libera Caccia dell’Umbria – continuano con atteggiamenti che tendono a terrorizzare i cacciatori. Su una norma nazionale la cui interpretazione a noi – ed evidentemente anche al legislatore – appare chiara. Eventuali provvedimenti sanzionatori che dovessero essere comminati in questi giorni per il prelievo di turdidi e beccacce – avverte Vaccari – non solo saranno impugnati dal punto di vista civile, ma ne saranno valutate anche le responsabilità penali da parte di chi li avrà emessi, siano forze dell’ordine o guardie volontarie”.
Quanto al merito della norma, l’avvocato Vaccari commenta: “Si attende che le associazioni ambientaliste pongano l’eccezionale di costituzionalità. Che, se accolta, produrrebbe la sospensione del processo in corso. Anche in quel caso, ricordiamo, nel frattempo si potrà, come ora, continuare ad andare a caccia”.

L’attesa per il 14 gennaio

Insomma, si attende il 14 gennaio per un’ulteriore puntata di quella che è diventata una telenovela invernale. Che, comunque, non sarà l’ultima.





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