Vannacci ad Arezzo in solidarietà a Mugnai: «La difesa è sempre legittima. Cecilia Sala? Però lei sui marò in India…»

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di
Salvatore Mannino

A due anni dalla morte di Gezim Dodoli, ucciso da Mugnai mentre gli demoliva la casa con la ruspa, il generale Vannacci va a trovare l’artigiano accusato di omicidio. E pensando alle elezioni:«Ho depositato il marchio Il mondo al contrario, ma resto nella Lega»

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«La difesa, quando è difesa, è sempre legittima, specie se uno si sente minacciato nell’intimità della propria persona e dei propri familiari, dentro casa, che dovrebbe essere il focolare inviolabile». Dopo Fredy Pacini, il gommista con la pistola, difeso a spada tratta dall’allora ministro dell’interno Matteo Salvini e poi prosciolto, un altro aretino, Sandro Mugnai, accusato di omicidio per aver sparato contro il vicino che gli stava demolendo l’abitazione con una ruspa, trova un patrocinatore politico particolare.

È il generale Vannacci, che nel secondo anniversario di quel tragico episodio, nella notte dell’Epifania del 2023, arriva in visita all’artigiano, nel casolare che fu teatro della sanguinosa sequenza, a San Polo, frazione alle porte di Arezzo.




















































Il generale, ormai sempre più lanciato nell’agone della politica, lato di destra pura, sbuca dalla strada sterrata che conduce fino all’abitazione, al piano terra della quale viveva anche Gezim Dodoli, albanese quarantenne, ucciso a colpi di fucile da caccia, intorno a mezzogiorno.

È una mattina plumbea, di pioggia leggera e fastidiosa, Vannacci scende dall’auto e subito stringe la mano di Mugnai, che lo attende ai piedi del portone d’ingresso: si intravede la scala che porta fino al secondo piano, dove l’artigiano vive con la famiglia e dove in quella terribile notte dell’Epifania con lui c’erano otto parenti, tutti terrorizzati dai colpi della benna, tutti timorosi, dall’anziana madre alla moglie, un figlio e i cognati, che i muri potessero cedere da un momento all’altro.

Vannacci è vestito in maniera sportiva, pantaloni di velluto e cravatta sotto il maglione e un impermeabile, la parlantina è quella sciolta di sempre: «Sono venuto a portare la mia solidarietà, sono sicuro che il signor Mugnai riuscirà a dimostrare la propria innocenza, ho fiducia nella magistratura, non ha fatto niente di male se non reagire di fronte a chi gli stava distruggendo casa».

L’artigiano, un po’ intimidito nella sua semplicità attende in un angolo dopo essersi prestato alle foto di rito, mentre il generale dice di aver «conosciuto attraverso i giornali» la vicenda. E quindi «non so se fidarmi» aggiunge con frecciatina al mondo dell’informazione. La cena della vigilia di Natale, sempre ad Arezzo, con 300 simpatizzanti da mezza Italia, gli aveva consentito di approfondire la vicenda e poi di decidere la visita.

Vannacci non si sottrae a nessun tipo di domanda, comprese quelle sul futuro del movimento politico «Il mondo al contrario», dal suo libro best seller, nato a fine novembre a Marina di Grosseto: «Certo che ho registrato il marchio, l’ho fatto ieri. Ma per ora continuiamo a muoverci nell’ambito della Lega», di cui il generale è già europarlamentare. Sarete presenti alle elezioni regionali di quest’anno? «Ci saremo, come lo decideremo insieme alla Lega».

E del caso di Cecilia Sala cosa pensa Vannacci, che da militare conosce bene il Medio Oriente? «La giornalista sapeva dei rischi cui andava incontro lavorando in Iran, ma nonostante tutto spero che sia rilasciata al più presto. Al contrario di lei che nella vicenda dei marò detenuti in India scelse tutt’altra posizione».

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Si avvicina anche il parroco di San Polo, don Natale Gabrielli, che è stato uno degli organizzatori del comitato pro-Mugnai nato in paese e che coinvolge quasi tutti i residenti. Alle porte dell’abitato, anzi, c’è un grande cartello «per Sandro», che il generale ha sicuramente visto salendo verso le case sparse del borgo. Il sacerdote ripete con Vannacci gli argomenti già adoperati nella fiaccolata di qualche settimana fa e nelle interviste ai giornali, compreso il Corriere Fiorentino: «È sempre legittimo difendersi da un’azione ingiusta altrui, pietà per la vittima, ma è stata la lotta di Davide contro Golia e l’eroe, in questo caso, era Sandro». San Polo è con Sandro, come recita la lenzuolata, ma è anche con Vannacci? «Certo», risponde sicuro il parroco.

L’ultima domanda è appunto per Mugnai: non teme che alla vigilia dell’udienza preliminare per omicidio volontario, fissata al 14 gennaio, una politicizzazione del caso come la visita di un generale così schierato a destra, possa danneggiarlo davanti ai giudici? «La giustizia è una cosa, la politica è un’altra, spero che nessuno le confonda».

Poi Vannacci e il suo ospite spariscono dentro la scala di casa. Chissà se dentro c’è un bicchiere di vino rosso ad aspettare il generale. «L’unica cosa rossa, anzi nera, che mi piaccia», aveva chiarito lui nella cena aretina della vigilia di Natale.

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5 gennaio 2025 ( modifica il 5 gennaio 2025 | 14:43)

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