Bruxelles, 7 Gen – Nell’Unione europea una delle criticità del settore agricolo è connessa al declino delle aziende agricole familiari, alla carenza di manodopera, alla sempre maggiore dipendenza dai lavoratori migranti e alle condizioni di lavoro. E alcune proiezioni indicano che la forza lavoro agricola dovrebbe ridursi del 2% all’anno, passando da 17 milioni di lavoratori nel 2020 a soli 7,7 milioni entro il 2030.
A fornire questi dati è un parere fornito dal Comitato europeo delle regioni (CdR) che rappresenta, come indicato nello spazio web del CdR, “gli enti locali e regionali di tutta l’Unione europea e fornisce consulenze in merito a nuove leggi che hanno un impatto sulle regioni e sulle città (il 70 % di tutta la legislazione dell’UE)”. In particolare il CdR è “un’assemblea politica composta da 329 membri titolari e 329 supplenti provenienti da tutti i paesi dell’UE” che sono stati eletti a livello locale o regionale (sindaci, presidenti di regione, …) e si riunisce a Bruxelles sei volte l’anno per discutere dei pareri elaborati in merito a proposte legislative e per adottare risoluzioni in cui chiedono ulteriori azioni da parte dell’UE.
L’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro ( EU-OSHA) segnala che il Comitato europeo delle regioni, nella sessione plenaria del 20 e 21 novembre 2024, ha adottato un parere – dal titolo “Condizioni di lavoro eque in agricoltura: il punto di vista locale e regionale” – per chiedere maggiori tutele del lavoro e migliori condizioni per i lavoratori agricoli europei. La relatrice del parere è stata Karine Gloanec-Maurin, vicesindaca delegata di Couëtron-au-Perche.
Presentiamo il parere soffermandoci in particolare sui seguenti argomenti:
Il parere del Comitato europeo delle regioni: condizionalità sociale
Nel Parere i vari leader locali e regionali sottolineano la necessità di implementare meglio la “ condizionalità sociale” (un vincolo, nella concessione di contributi, legato al rispetto di norme relative alle condizioni di lavoro e di impiego dei lavoratori agricoli), inclusa la salute e la sicurezza sul lavoro nell’ambito della politica agricola comune (PAC) in tutti i settori agricoli, per garantire standard di lavoro equi in tutta l’UE.
In particolare, il Comitato Europeo delle Regioni:
- “ritiene che una transizione verso la sostenibilità ecologica dell’agricoltura debba andare di pari passo con la giustizia sociale e che gli impegni del Green Deal debbano essere integrati da impegni a favore di un patto sociale;
- raccomanda di adottare misure per garantire che gli obiettivi della condizionalità sociale possano essere raggiunti in tutti i settori agricoli, al fine di limitare le distorsioni della concorrenza tra regioni, legate ai diversi costi del lavoro;
- propone di istituire un sistema di aiuti supplementari a favore delle aziende agricole che attestino un livello più elevato di conformità alle condizioni sociali, lavorative e occupazionali;
- suggerisce che la Commissione europea proceda a un riesame del sistema di sanzioni coordinate per le violazioni delle norme sociali e del lavoro in tutta l’UE, al fine di conseguire una maggiore armonizzazione;
- propone di creare strutture indipendenti alle quali i lavoratori agricoli possano presentare, in forma anonima, denunce in merito al mancato rispetto della legislazione del lavoro;
- sottolinea l’importanza di attuare programmi globali in materia di salute e benessere per i lavoratori agricoli e invita gli Stati membri ad adottare la raccomandazione sulla sicurezza e la salute in agricoltura (n. 192) dell’OIL e la raccomandazione del Consiglio relativa al miglioramento della tutela della salute e della sicurezza sul lavoro dei lavoratori autonomi;
- suggerisce di sviluppare strumenti per aiutare i datori di lavoro del settore agricolo a garantire condizioni abitative dignitose per i lavoratori agricoli;
- ritiene fondamentale migliorare la tutela dei diritti delle donne nel settore agricolo, a prescindere dal loro status, e promuovere un approccio che tenga conto della dimensione di genere in questo settore;
- raccomanda a tutti gli Stati membri dell’UE di firmare, ratificare e attuare la convenzione internazionale sui diritti dei lavoratori migranti e la convenzione internazionale n. 184 dell’Organizzazione internazionale del lavoro sulla salute e la sicurezza in agricoltura”.
Il parere del Comitato europeo delle regioni: salute e sicurezza sul lavoro
Il Comitato europeo delle regioni si sofferma poi in modo specifico anche sulle politiche in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
Ad esempio il parere sottolinea che, secondo diversi studi, i lavoratori agricoli “hanno tassi molto più elevati di infortuni, lesioni mortali e avvelenamenti da prodotti fitosanitari rispetto agli altri gruppi socioprofessionali e agli operai”. E si sottolinea l’importanza di “affrontare i pericoli posti dalle sostanze pericolose come i pesticidi e i prodotti fitosanitari, che contribuiscono in modo significativo all’avvelenamento e ai rischi per la salute a lungo termine per i lavoratori agricoli. Ciò evidenzia la necessità di una migliore formazione e di una transizione verso pratiche agricole sostenibili per tutelare la salute dei lavoratori”
Si segnala poi che, sempre secondo alcuni studi, i lavoratori migranti “si trovano ad affrontare rischi specifici per la salute e la sicurezza, nonché un tasso di infortuni più elevato rispetto ai lavoratori locali (spesso aggravato dalla mancanza di una formazione adeguata, di competenze linguistiche e di conoscenze sulle specificità dei territori e sulle loro condizioni climatiche)”.
Si sottolinea anche l’importanza di attuare “programmi globali in materia di salute e benessere per i lavoratori agricoli. Tali programmi dovrebbero includere l’accesso al sostegno per la salute mentale, a controlli sanitari periodici e a un’assistenza preventiva per affrontare le difficoltà fisiche e psicologiche cui devono far fronte i lavoratori. La promozione del benessere generale contribuisce a una forza lavoro più sana e migliora la produttività e la soddisfazione professionale”.
Inoltre il parere:
- ricorda che, “secondo uno studio di Eurostat, tra il 2007 e il 2017 nell’Unione europea si sono verificati in media oltre 500 decessi all’anno nel settore agricolo e forestale e oltre 150 000 incidenti non mortali. Dati Eurostat più recenti mostrano che il tasso di incidenti mortali e non mortali è più elevato nel settore agricolo rispetto a tutti gli altri settori di attività;
- sottolinea che, secondo uno studio dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, l’elevata prevalenza, tra i lavoratori agricoli, di sintomi muscolo-scheletrici, in particolare a livello del collo, del dorso, della regione lombare e del ginocchio evidenzia l’urgente necessità di interventi ergonomici per migliorare le condizioni di lavoro e ridurre l’esposizione ai rischi muscolo-scheletrici;
- rileva che la copertura degli agricoltori autonomi da parte della legislazione dell’UE e nazionale in materia di salute e sicurezza sul lavoro è in alcuni casi assente o parziale, il che può comportare sfide particolarmente impegnative per quanto riguarda l’accesso a risorse quali la formazione e altre prestazioni; tale copertura deve essere al centro delle preoccupazioni in materia di SSL anche nei settori agricolo e forestale”;
- “raccomanda di esaminare molto attentamente tutte le deroghe alla vigente legislazione dell’UE in materia di orario di lavoro e condizioni di lavoro nel settore agricolo, in particolare in considerazione dell’aumento delle temperature;
- accoglie con favore la pubblicazione da parte dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro di una guida sulla gestione delle temperature elevate sul luogo di lavoro e incoraggia tutti i soggetti interessati ad attuare le misure raccomandate
- riconosce gli sforzi già compiuti da molti Stati membri dell’UE, che dispongono di ispettorati del lavoro che monitorano le condizioni di lavoro in vari settori, tra cui l’agricoltura, e riconosce le molteplici sfide cui devono far fronte in termini di risorse limitate; raccomanda che la Commissione europea faciliti lo scambio di buone pratiche in questo settore e che tutte le parti interessate seguano gli orientamenti proposti dall’Organizzazione internazionale del lavoro nel marzo 2024;
- incoraggia gli Stati membri e le regioni ad avvalersi maggiormente dell’articolo 15 del regolamento (UE) n. 1305/2013 del secondo pilastro della PAC per la formazione e la consulenza sulle norme di sicurezza sul lavoro o sulle norme di sicurezza riguardanti le aziende agricole e a fornire elementi specifici per rispondere alla situazione e alle esigenze dei lavoratori migranti;
- sottolinea l’importanza di iniziative relative alla formazione in materia di salute e sicurezza attualmente offerta ai lavoratori agricoli e ai rappresentanti del personale e sostiene programmi che forniscano informazioni generali in materia di sicurezza sul lavoro e condizioni di lavoro e consentano agli agricoltori e ai lavoratori agricoli di creare una cultura della sicurezza sul lavoro, che contribuirebbe a rendere il settore complessivamente resiliente ed efficiente;
- raccomanda l’inclusione di tutti i lavoratori e i soggetti interessati pertinenti nello sviluppo dei programmi di formazione per garantire che tali programmi siano adeguati sotto il profilo culturale, linguistico e pedagogico, in modo da rispecchiare meglio le realtà del luogo di lavoro in questione;
- sottolinea inoltre che è indispensabile garantire il rispetto delle norme di sicurezza in vigore, al fine di evitare distorsioni della concorrenza. Sebbene in alcuni Stati membri esistano deroghe per il settore agricolo” tali deroghe “non devono compromettere la sicurezza e la salute dei lavoratori né comportare condizioni di lavoro non conformi alle norme”;
Infine il Comitato “invita gli Stati membri ad attuare misure a livello locale, regionale e nazionale per consentire a tutti i lavoratori migranti del settore agricolo possano accedere ai servizi sanitari e sociali indipendentemente”. E si chiede che l’accesso all’assistenza sanitaria per i lavoratori migranti “sia inclusivo e adeguato alle loro esigenze”.
In conclusione, occorre “eliminare le barriere amministrative e linguistiche ed è necessario garantire che i lavoratori possano accedere all’assistenza sanitaria senza timore di ritorsioni o licenziamenti per motivi medici”.
Rimandiamo, in conclusione, alla lettura integrale del parere che si sofferma anche su vari altri aspetti e argomenti:
- rafforzare la condizionalità sociale della politica agricola comune
- accompagnamento degli agricoltori nell’attuazione della condizionalità sociale
- dimensione locale e regionale
- diritti dei lavoratori agricoli
- lavoro subordinato agricolo e migrazione
Tiziano Menduto
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