La storia di Tramoni, dalle arti marziali al calcio

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Gli imprevisti della vita – come la rottura del legamento di un ginocchio, l’anno scorso – ne hanno rafforzato l’animo. E, oggi, l’attaccante originario di Ajaccio che sta spingendo il Pisa verso la Serie A, ha trovato finalmente la sua dimensione. Professionale, ed umana

Lorenzo Cascini

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In un’altra vita sarebbe potuto essere medaglia d’oro nelle arti marziali. Dal judo al taekwondo. Era portato, gli allenatori stravedevano per lui. Poi è arrivato il pallone. Il Matteo Tramoni calciatore nasce sul campo dell’Ajaccio, anche per merito di un mister burbero e attento. “Diventerà un calciatore, deve concentrarsi su questo”, diceva alla famiglia. Matteo parlava poco ma era curioso su tutto: voleva provare, sperimentare. Giocare solo a calcio gli stava stretto. Alle elementari fece anche una prova di rugby e non era convinto da subito nel lasciare le arti marziali. Dieci anni dopo, storia e talento gli hanno confermato però, che aveva fatto la scelta giusta. Oggi Tramoni, 24 enne di Ajaccio – è il frontman del Pisa di Inzaghi secondo in Serie B. Sta trascinando i nerazzurri a suon di gol – già 8, record personale – e grandi prestazioni. Parte largo a sinistra, si sacrifica e si inserisce. Un funambolo. Le ultime due vittorie, in casa con il Sassuolo e a Genova contro la Samp, portano la sua firma. Prima aveva punto anche Cremonese, Reggiana, Salernitana, Brescia, Frosinone e ancora la Samp. Inarrestabile.

l’infortunio

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Fin da piccolo, ad Ajaccio, mamma e papà gli hanno insegnato che esiste un tempo per ogni cosa, che bisogna saper aspettare e saperselo meritare. Anche se aspettare è un fondamentale in cui ha preso brutti voti da sempre: era un bambino scalmanato, iperattivo e già ambizioso. Fino a che, in una sera d’agosto di due anni fa, la lezione gliela dà la vita. La serata del Ferraris si racconta con due cartoline: prima Matteo sorridente, che esulta e sblocca la partita, poi lui steso a terra con le mani sul volto. Il legamento del ginocchio sinistro ha fatto crack e della gravità dell’infortunio se ne sono resi conto tutti. Lui in primis, che infatti non vuole guardare. Passano mesi lunghi, sette. Riabilitazione, corsa, tanto lavoro sulla testa e sull’importanza di tornare più forti di prima. Matteo rientra ad aprile e ricomincia esattamente come aveva interrotto: facendo gol. Il Pisa è sotto tre a due in casa contro il Palermo e Aquilani lo butta dentro a 10’ dalla fine. Lui che fa? Prima infila all’angolino, poi a tempo scaduto si inserisce su una palla vacante in area e fulmina Pigliacelli. Quattro a tre. L’Arena Garibaldi è in festa, tutti per lui. Matteo Tramoni è tornato.

i tatuaggi

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Il personaggio lo inquadri guardando i tatuaggi. Ne ha uno per ogni cosa importante. Intanto, l’attaccamento alla sua Corsica. Sul braccio destro, infatti, spicca una frase: “Dio vi salvi Regina”. Sono le prime parole di un canto religioso scritto dal gesuita italiano Francesco de Geronimo, adottato come inno nazionale dalla Repubblica Corsa di Pasquale Paoli nel 1735. Poi gli amici di sempre, di cui si è tatuato le iniziali e infine l’ambizione. “La più bella avventura che si può fare è vivere i nostri sogni”. Lui lo sta facendo al massimo, dribblando anche la sfortuna e gli infortuni.

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questione di famiglia

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Poi c’è la famiglia. Un altro tatuaggio è dedicato a suo fratello Lisandru. Anche lui trequartista, anche lui di proprietà del Pisa, ma in prestito al Bastia in Francia. Ha tre anni in meno di Matteo e si è sempre mosso con lui. Sono stati insieme ad Ajaccio, poi a Cagliari (anche se Lisandru era aggregato alla Primavera) e pure al Pisa per un anno. In Sardegna vivevano insieme. Entrambi, dopo aver giocato una manciata di partite con le nazionali giovanili francesi, hanno ottenuto la cittadinanza italiana. Chissà ora dove sceglieranno di giocare. In mezzo un paio di curiosità sparse: il suo idolo è Marco Reus, sognava di vederlo giocare e qualche anno fa ha fatto amicizia con Ousmane Dembelé – allora al Barcellona- con cui si scambiava consigli e messaggi su Instagram. Chissà se avrà parlato di Reus anche con lui. Vanta poi due presenze con la nazionale della Corsica, in un triangolare cinque anni fa. In tutto questo, prima di arrivare in Italia, studiava scienze motorie e gli piacerebbe riprendere prima o poi. Tramoni è un estroso, un dribblomane che non si è mai arreso neanche davanti alle panchine di Cagliari o al grave infortunio subito lo scorso anno. In Sardegna ha giochicchiato un po’ con Di Francesco, poi tante esclusioni e pochissime chance. Da qui la scelta di rilanciarsi in B. A Pisa ha trovato una seconda famiglia, luogo ideale dove sentirsi coccolato e all’interno di un sistema importante che punta in alto. L’obiettivo è tornare in Serie A, ma guai a dirlo troppo forte. Sul suo corpo c’è ancora spazio per altri tatuaggi.





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