Musk e l’accordo con l’Italia, il governo: «Nessuna firma». Ma lui rilancia: «Pronti a collaborare»

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La frenata, dopo quella che era sembrata un’accelerazione. Nessun accordo è stato ancora concluso tra il governo italiano e SpaceX, il braccio aerospaziale dell’impero di Elon Musk. Anzi: ipotizzare che Giorgia Meloni e Donald Trump abbiano discusso di un possibile contratto su satelliti e telecomunicazioni durante la visita lampo della premier nella residenza del tycoon a Mar-a-Lago, fanno sapere da Palazzo Chigi, è «semplicemente ridicolo».

Una smentita «categorica», quella dell’esecutivo, che conferma però la trattativa in corso anticipata domenica sera da un’indiscrezione di Bloomberg, poche ore dopo il ritorno della presidente del Consiglio a Roma: il governo valuta di siglare un contratto quinquennale da 1,5 miliardi con l’azienda del magnate Usa per fornire connessioni sicure via satellite all’Italia. Una precisazione, quella di Palazzo Chigi, per smontare le notizie che parlavano di un accordo sul sistema Starlink di fatto già chiuso. Intesa che secondo l’agenzia di stampa avrebbe subìto un’accelerazione dopo il blitz della leader italiana in Florida, nonostante Musk, ormai uno degli uomini più vicini a Trump, non fosse presente alla serata nella residenza trumpiana.

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Ma la smentita di metà mattinata punta sopratutto a far rientrare il polverone che inevitabilmente si è alzato subito sulla vicenda. Con le opposizioni che accusano la premier di voler «svendere» l’Italia, e chiedono all’esecutivo di riferire «con urgenza» in Parlamento.

Il clima è teso. E a rasserenarlo di certo non contribuisce il post di Musk su X, che sembra invece suggerire che la trattativa con Roma sui suoi sistemi di comunicazione che potrebbero assicurare connettività anche alle aree più remote sia già piuttosto avanti. «Pronti a fornire all’Italia la connettività più sicura e avanzata», scrive il patron di Tesla, in risposta a un post del suo referente in Italia Andrea Stroppa. Che sempre sulla piattaforma social di proprietà dell’uomo più ricco del mondo aveva divulgato poco prima un «vademecum per giornalisti non faziosi», per rispondere ad alcune domande o contestazioni emerse in queste ore sul sistema Starlink. Che per Stroppa farebbe risparmiare all’Italia più di 8 miliardi di euro e potrebbe entrare in funzione a stretto giro, rispetto agli 8-10 anni necessari per «fare da soli».

LE REAZIONI
La notizia intanto fa clamore anche in Europa. Con un retroscena di Politico secondo il quale la mossa italiana farà «certamente infuriare» l’industria europea. Tanto che anche un portavoce della Commissione Ue pe rla sovranità digitale commenta l’ipotesi dell’accordo: «Non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione dalle autorità italiane», ma «l’Italia – viene specificato – è uno Stato sovrano e può concludere accordi».

Dall’esecutivo intanto arriva il plauso di Matteo Salvini. «Un eventuale accordo con Musk per garantire connessione e modernità in tutta Italia – afferma il vicepremier – non sarebbe un pericolo ma una opportunità. Confido – aggiunge il segretario leghista – che il governo acceleri in questa direzione: offrire servizi migliori ai cittadini è un dovere». Le opposizioni intanto annunciano battaglia in Parlamento. «L’Italia non si svende», affonda la leader del Pd Elly Schlein: «Giorgia Meloni e il suo governo vengano immediatamente a riferire in Parlamento». E ancora: «Se 1,5 miliardi di soldi degli italiani per portare i satelliti del miliardario americano nel nostro Paese è il prezzo che dobbiamo pagare per la sua amicizia noi non ci stiamo». Ecco Giuseppe Conte: «I “patrioti” al governo stanno mettendo la nostra sicurezza nazionale nelle mani di Musk alla modica cifra di 1,5 miliardi di soldi pubblici?», si domanda il leader M5S. E Matteo Renzi: «Il governo non può dare un miliardo e mezzo a un privato senza gara o comunque evidenza pubblica. Se Musk vuole i soldi dei contribuenti italiani, Meloni deve spiegare perché, come e quando». Da Avs Fratoianni e Bonelli annunciano un’interrogazione parlamentare e attaccano: «Non si può cedere a Musk la sicurezza nazionale».

INTERLOCUZIONI
E non basta a smorzare le polemiche la precisazione di Palazzo Chigi: dalla presidenza del Consiglio smentiscono «che siano stati firmati contratti o siano stati conclusi accordi». Che difficilmente potrebbero essere siglati senza una gara o una procedura pubblica. Le interlocuzioni con SpaceX, prosegue la nota di Palazzo Chigi, rientrano nei «normali approfondimenti» degli apparati dello Stato con le società private, «in questo caso con quelle che si occupano di connessioni protette per le esigenze di comunicazione di dati crittografati». Nulla di deciso, dunque. Almeno per ora.

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