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L’art. 1 c. 445-448 L. 207/2024 (Legge di Bilancio 2025) abroga del tutto il credito d’imposta 4.0 relativo ai beni immateriali e apporta significative modifiche agli investimenti in beni materiali, tra i quali l’introduzione di un limite di spesa complessivo di 2.200 milioni di euro non previsto dalla disciplina previgente (art. 1 c. 1057-bis L. 178/2020).
Nel dettaglio, il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali, noto come credito d’imposta 4.0, è stato introdotto in attuazione del piano nazionale “Transizione 4.0” ormai da diversi anni, allo scopo di incentivare una vastissima platea di potenziali beneficiari (sono ricomprese, infatti, nell’ambito di applicazione soggettivo della norma tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato, comprese le stabili organizzazioni di soggetti non residenti, indipendentemente dalla loro forma giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione e dal regime fiscale di determinazione del reddito dell’impresa) ad investire in beni strumentali nuovi, materiali e immateriali, funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi.
Il Legislatore, nel normare il credito d’imposta in commento, ha ritenuto fin da subito di non stabilire l’applicazione di un unico trattamento fiscale che prescindesse dalla tipologia di bene strumentale acquistato, preferendo, al contrario, l’introduzione di discipline differenziate.
Nello specifico, la L. 178/2020 operava, nella sua versione previgente alla Legge di Bilancio, una fondamentale distinzione tra disposizioni applicabili ai beni strumentali materiali tecnologicamente avanzati di cui all’allegato A alla L. 232/2016 e disposizioni applicabili ai beni strumentali immateriali tecnologicamente avanzati funzionali ai processi di trasformazione 4.0 di cui all’allegato B della medesima legge.
Come cambia il bonus 4.0 con la Legge di Bilancio 2025
Con la Legge di Bilancio 2025, la categorizzazione di cui sopra è venuta meno, poiché il Legislatore ha abrogato del tutto il credito d’imposta relativo ai beni immateriali; a ben vedere, neanche la misura relativa agli investimenti in beni materiali è risultata immune dall’intervento della Legge di Bilancio, subendo, anzi, un significativo ridimensionamento.
Per quanto riguarda quest’ultima agevolazione, è stato introdotto un limite di spesa complessivo che non era stato invece previsto dalla disciplina previgente, ossia quella contenuta nella superata versione dell’art. 1 c. 1057-bis L. 178/2020. Pertanto, limitatamente agli investimenti che verranno effettuati nel corso del 2025, ovvero entro il 30 giugno 2026 (a condizione che entro la data del 31 dicembre 2025 il relativo ordine risulti accettato dal venditore e che sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione), sarà riconosciuto un credito d’imposta solo limitatamente ad una soglia generale di 2.200 milioni di euro.
Questa restrizione non opera, però, in relazione agli investimenti per i quali, entro la data di pubblicazione della Legge di Bilancio (31 dicembre 2025), il relativo ordine risulti accettato dal venditore, sempre a condizione che sia avvenuto il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione.
Nuovo meccanismo di trasmissione telematica
Allo scopo di garantire il rispetto del nuovo limite di spesa, è stato predisposto un meccanismo di trasmissione telematica delle informazioni riguardanti l’agevolazione. In particolare, le imprese dovranno trasmettere telematicamente al Ministero delle Imprese e del Made in Italy una comunicazione concernente l’ammontare delle spese sostenute, unitamente al relativo credito d’imposta maturato: ciò sulla base del modello diffuso dal Ministero stesso con decreto direttoriale del 24 aprile 2024, il quale, comunque, verrà opportunamente modificato a tal fine.
Successivamente, fondandosi sulle comunicazioni inoltrate e secondo l’ordine cronologico di ricezione delle stesse, il Ministero incaricato provvederà alla trasmissione all’Agenzia delle Entrate di un elenco delle imprese beneficiarie e poi, al raggiungimento dei limiti di spesa previsti, ne darà immediata comunicazione pubblicando la notizia sul proprio sito internet istituzionale, anche al fine di sospendere l’invio delle richieste per la fruizione dell’agevolazione.
Software 4.0: stop del bonus del 10%
Come sopra anticipato, il Legislatore ha adottato nei confronti degli investimenti in beni strumentali immateriali di cui all’allegato B un approccio decisamente tranchant, decidendo di eliminare del tutto la relativa agevolazione fiscale.
Infatti, nonostante l’art. 1 c. 1058-ter L. 178/2020 avesse riconosciuto la maturazione di un credito del 10% (per un massimo di 1 milione di euro di spese ammissibili) in rapporto agli investimenti in software, sistemi e system integration, piattaforme e applicazioni effettuati nel corso del 2025 e anche, a determinate condizioni, fino al 30 giugno 2026, la norma in questione è stata del tutto espunta dall’ordinamento.
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