Sabrina Papa, la prima allieva pilota cieca in Italia: «Da bambina volevo essere un aereo»

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di
Piero Di Domenico

L’autobiografia della 54enne edita da Carta Bianca Publishing: una passione nata tra Galatina e Bologna

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Fin dall’infanzia Sabrina Papa ha sempre desiderato di volare. Un sogno comune a tanti, ma Sabrina è cieca. Affascinata fin da piccola dal suono degli aerei, abitando nei pressi dell’aeroporto militare di Galatina, si rende conto molto presto che l’aviazione la faceva sentire libera, affascinata da tutto ciò che era legato a macchine, treni e aerei.

Il diploma e il lavoro alla IBM di Roma

Una passione nata quando era una bimba e assieme alla sorella Carmen si fermavano in un punto «dove passavano sempre gli aeroplani sulla testa, veloci, alle volte vicini, che sfrecciano via, e altre volte lontani in sottofondo. Volevo essere una di loro, volevo avere un paio d’ali e sollevarmi con un rombo potente e anch’io sfrecciare via lassù dove non ci sono ostacoli, sentire l’aria passare sul mio corpo, su quelle ali, rotolare in quel cielo infinito e libero, tra una morbida nuvola e l’altra». Qualche passeggiata alla terrazza dell’aeroporto Marconi, durante un periodo di studi a Bologna, rafforza quel desiderio. Il battesimo del volo avviene con un viaggio da Bologna a Bari per un breve periodo di vacanza. Nonostante le difficoltà, Sabrina riesce a diplomarsi e a lavorare alla IBM di Roma dopo aver frequentato un corso di informatica presso l’Istituto dei ciechi Cavazza di Bologna. La sua voglia di sperimentare la porta anche a cimentarsi nell’arrampicata sportiva, ad andare a cavallo, a viaggiare. Ma la passione per gli aerei resta lì. Contatta associazioni di piloti con disabilità, realizzando il suo sogno grazie all’Associazione Baroni Rotti e all’Association Européenne des Pilotes Handicapés Visuels «Mirauds Volants».




















































Il racconto autobiografico

Nel 2016 inizia a pilotare velivoli ultraleggeri assistita da un istruttore. Dal piccolo Sky Arrow all’acrobatico Extra EA-200, sono tanti gli aerei che pilota tra Italia e Francia, affiancata da un istruttore. La 54enne salentina Sabrina Papa è la prima allieva pilota cieca in Italia, come racconta nel libro Volando nell’invisibile, uscito per la casa editrice bolognese Carta Bianca Publishing, specializzata in storie e biografie legate a spazio e aviazione. L’ultimo nato nell’edificio anni ’30 in zona Massarenti, abitato dai giornalisti Diego Meozzi e Paola Arosio, marito e moglie arrivati a Bologna anni fa un po’ per caso con la loro famiglia. La passione di Sabrina per il volo è tale, confessa, «che non posso accontentarmi di andare su a giocare e tornarmene a casa, seppur molto soddisfatta. Voglio sapere cosa succede in ogni istante, perché succede e cosa posso fare io al meglio delle mie possibilità. Dove io non posso, per ovvi motivi, c’è l’istruttore pronto a intervenire, ma laddove riesco bene voglio gestire la situazione». Il racconto autobiografico di una passione senza limiti. Quando Sabrina scopre che anche le persone non vedenti possono volare, non sedute dietro come gli altri passeggeri, ma ai comandi, non se lo lascia dire due volte. Anche se i problemi da superare sono tantissimi. Dalle norme che impongono limiti che sembrano insormontabili, motivo per cui decide di volare su ultraleggeri a motore, ai problemi legati al fatto che non ci sono libri e manuali accessibili per i non vedenti.

«Un’emozione che anche ora mi dà i brividi»

Nelle quasi 300 pagine il sogno personale di Sabrina viene condiviso da persone che credono in lei. «Da bambina volevo essere un aereo per volare più in alto e più veloce degli uccelli. Volevo quel cielo libero e immenso, volevo farci le capriole e rotolarmi come in un grande prato morbido, ancora non sapevo nulla di looping e tonneau, e quando sentivo il suono del motore, allora come anche adesso, era qualcosa che partiva da dentro l’anima e sembrava volermi strappare via dalla terra. E’ un’emozione che anche ora mi dà i brividi e qualche volta mi porta alle lacrime».

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