Venezia, caos e polemiche per il report su Gaza: l’Ateneo Veneto ritira la sala ad Amnesty

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Prestito personale

Delibera veloce

 


di
Vera Mantengoli

La Comunità ebraica aveva contestato l’uso della parola «genocidio». Bettin: democrazia minata

La parola genocidio, e tutte le complesse implicazioni che porta con sé come l’intenzione volontaria di annientare i membri di un gruppo, ha scatenato il caso Venezia. La città doveva essere la prima in Italia a ospitare la presentazione del dossier di Amnesty «Ti senti come se fossi subumano. Il genocidio di Israele contro la popolazione palestinese a Gaza», ma a un giorno dalla data fissata — domani alle 18 — l’Ateneo Veneto che aveva concesso la sala si è tirato indietro. Subito dopo Amnesty ha chiesto ospitalità ad M9 District che ha rifiutato perché la stanza individuata era troppo piccola per un evento simile.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

La lettera della Comunità ebraica di Venezia

A monte del rifiuto ci sarebbe una lettera inviata all’istituzione una decina di giorni fa dal presidente della Comunità ebraica di Venezia Dario Calimani: «Forse si poteva riflettere meglio sull’opportunità di dare ospitalità a posizioni da sempre preconcette e preconfezionate, come quelle di Amnesty», ha scritto per poi sottolineare come «Amnesty ha sempre tenuto una posizione ben precisa e da quella posizione continua a ergersi per fomentare altro odio con un linguaggio che non è certo quello dei fautori di giustizia e di pace». Ieri l’Ateneo Veneto ha inviato una nota di cancellazione dell’evento a causa di possibili «interventi esterni che potrebbero turbare il sereno e corretto svolgimento dell’evento». «Per ragioni di cautela e di tutela della sede, la nostra istituzione si trova costretta, suo malgrado, ad annullare l’evento», la precisazione.




















































Amnesty: «Presentare l’analisi è diritto elementare»

Fatto sta che ora Amnesty è alla ricerca di una sede: se entro stasera non troverà uno spazio adatto, salterà la presentazione. «Cerchiamo un posto per esercitare un diritto elementare, quello di presentare la conclusione di un’analisi eseguita dai migliori esperti di diritto internazionale — spiega il presidente Riccardo Noury — Su cinque punti indicati dalla Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio del 1948, ne abbiamo individuati tre nella condotta delle operazioni militari sulla Striscia di Gaza che sono: uccisione dei membri del gruppo in questione; lesioni gravi all’integrità fisica o mentale di membri del gruppo e misure miranti a impedire nascite all’interno del gruppo». Il 7 gennaio Calimani ha specificato che la lettera della Comunità Ebraica non è stata inviata per censurare la presentazione: «Ognuno ha il diritto di fare gli incontri che vuole, ma ognuno ha anche il diritto di contestarli — ha spiegato — Usare la parola genocidio nel titolo di un dossier quando non è dimostrato, significa avere un atteggiamento aprioristicamente ideologico e diffondere l’antisemitismo, ma soprattutto non dare una visione equilibrata di quanto sta succedendo e mostrare solo una parte della storia. Perché Amnesty non lotta per gli ostaggi israeliani? Perché ogni giorno si danno i numeri riportati da Hamas dei morti palestinesi, ma mai quelli dell’Ucraina?».

Prestito personale

Delibera veloce

Bettin: «Inquietante»

Noury ha respinto le accuse, premettendo che l’Ong sta preparando proprio un dossier sul 7 ottobre e che il primo comunicato stampa è stato anche per chiedere la liberazione degli ostaggi. «Non è facile parlare di genocidio a chi lo ha vissuto nella propria famiglia, ma noi non abbiamo come parametro la Shoah, ma la Convenzione del 1948 e denunciamo la violazione dei diritti umani ogni volta che lo verifichiamo, come in questo caso», dice il portavoce. «Segno dei tempi, inquietante, se risulta impossibile dibattere su una questione che è all’esame della Corte internazionale di giustizia e delle Nazioni Unite — interviene il consigliere verde progressista Gianfranco Bettin — Cosa ancora più grave, il fatto che venga asserito che l’annullamento sarebbe dipeso da minacce, dall’impossibilità di tutelare l’incolumità dei partecipanti e dello stesso ente. E’ stata minata l’agibilità democratica».

Mutuo asta 100%

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

Assistenza consulenza acquisto in asta

8 gennaio 2025



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link