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Fatto
E’ arrivata ieri a oltre 270 miliardi di euro la domanda complessiva per il nuovo Btp a 10 anni e il nuovo Btp Green a 20 anni: l’importo emesso è stato pari a 18 miliardi, tredici il primo e cinque il secondo.
L’operazione è stata curata un pool di banche: Banca Monte dei Paschi, BNP Paribas, Citibank Europe, Crédit Agricole, NatWest e UniCredit. I dati preliminari del prestito sono stati comunicati ieri sera dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF).
Il nuovo Btp a 10 anni ha scadenza primo agosto 2035, godimento al 15 gennaio 2025 e tasso annuo del 3,65%, pagato in due cedole semestrali. Il titolo è stato collocato al prezzo di 99,577 corrispondente a un rendimento lordo annuo all’emissione del 3,733%.
Il Btp Green a 20 anni ha scadenza al 30 aprile 2046, godimento 15 gennaio 2025 e tasso annuo del 4,10%, pagato in due cedole semestrali. La domanda è stata pari a circa 130 miliardi di euro. Il titolo è stato collocato al prezzo di 99,465 corrispondente ad un rendimento lordo all’emissione del 4,181%.
Cosa sono i BTP Green?
Sono titoli di Stato italiani i cui proventi sono destinati al finanziamento di iniziative del bilancio dello Stato (incentivi fiscali e spese) con ricadute ambientalmente sostenibili. I fondi raccolti nell’anno in corso tramite questi prestiti, segnalava ieri il MEF, saranno ripartiti tra 6 categorie:
1. Mitigazione dei cambiamenti climatici;
2. Adattamento ai cambiamenti climatici;
3. Uso sostenibile e protezione delle risorse idriche e dell’ambiente marino;
4. Transizione ad un’economia circolare;
5. Prevenzione e controllo dell’inquinamento;
6. Protezione, miglioramento e ripristino della biodiversità, degli ecosistemi e dei servizi ambientali.
Nel corso del 2025, le componenti privilegiate saranno quelle riguardante gli interventi a favore dell’efficienza energetica degli edifici (in gran parte destinati al finanziamento di misure di riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare italiano). Avrà un peso importante anche la categoria dei trasporti (in gran parte destinati a investimenti in conto capitale per la realizzazione di infrastrutture ferroviarie, l’elettrificazione di tratte ferroviarie e la promozione di mezzi di trasporto sostenibili, e a contributi di sostegno alla mobilità ferroviaria)”.
Hera
Nello stesso giorno, Hera ha lanciato con successo il suo quarto green bond. La multiutility con sede a Bologna ha comunicato che l’emissione “ha registrato significativo interesse da parte degli investitori internazionali, ricevendo ordini per circa 2,75 miliardi di euro, quasi 5,5 volte l’ammontare offerto, pari a mezzo miliardo di euro.
Il prestito è parte del programma di emissioni obbligazionarie ed è in linea i criteri della Tassonomia europea. Hera è stata la prima azienda italiana a emettere nel 2014 un green bond e con questa emissione, ha nuovamente proposto al mercato l’opportunità di finanziare progetti strategici finalizzati alla transizione.
“Questo quarto green bond rende la nostra struttura finanziaria ancora più green e rafforza ulteriormente la struttura patrimoniale, rendendola ancora più resiliente, e il profilo di credito della multiutility, in linea con il Piano industriale, che prevede 2,5 miliardi di euro di investimenti allineati alla Tassonomia europea, il 98% di quelli ammissibili – afferma Orazio Iacono, Amministratore Delegato del Gruppo Hera.
“In particolare, la nuova emissione rappresenta un ulteriore volano per lo sviluppo di attività che generano valore condiviso, riducendo l’impronta carbonica, rigenerando le risorse, garantendo la resilienza dei servizi gestiti e rendendo quindi sempre più sostenibili i nostri business”.
Effetto
Alcuni strumenti quotati alla Borsa di Milano consentono di giocarsi il lungo e irreversibile progetto strategico della transizione energetica nel seg…
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