È morto l’imprenditore Luigi Martelli, il «mago dei jeans»: «Nella lavanderia del padre capì come invecchiare i tessuti e conquistò la moda»

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di
Alessandra Testa

L’imprenditore, mancato il 4 gennaio a 85 anni, aveva rivoluzionato l’industria della lavorazione tessile, contribuendo alle fortune di Fiorucci, Diesel, Armani, Calvin Klein, Replay, Gap e altri come Diesel

Conto e carta

difficile da pignorare

 

«Si deve a Luigi Martelli, coraggioso visionario della moda, se il jeans made in Italy ha oltrepassato i confini nazionali per essere proiettato in una dimensione internazionale». Con queste parole di stima lo stilista milanese Elio Fiorucci descrisse l’imprenditore bolognese Luigi Martelli, mancato lo scorso 4 gennaio all’età di 85 anni nella sua casa di Toscanella di Dozza e indiscusso ideatore del primo jeans con effetto invecchiato.

Considerato il mago per antonomasia dei lavaggi, l’imprenditore bolognese ha letteralmente rivoluzionato l’industria moderna della lavorazione tessile. I trattamenti e le colorazioni sperimentati dalla «sua» Martelli Group hanno cambiato per sempre la storia del tessuto e dei jeans, contribuendo alle fortune dei grandi marchi della moda in tutto il mondo: Fiorucci innanzitutto, poi Diesel, Armani, Calvin Klein, Replay, Gap e molti altri.




















































Dalla lavanderia del padre a tremila dipendenti

Quando Martelli esordì nel mondo della moda erano gli anni Sessanta, quelli del boom economico: il suo primo quartier generale fu la lavanderia del padre, che si trovava in via dei Maceri nel quartiere Savena a Bologna. Per oltre cinquant’anni Martelli ha costruito il suo impero della tintoria e delle finiture, innovando non solo nelle operazioni in lavanderia, ma anche nelle tecnologie impiegate negli uffici e nei modi di comunicare le meravigliose trasformazioni dei tessuti rese possibili dalle sue macchine.

Nei periodi di maggior espansione, la Martelli Group ha dato lavoro a oltre tremila persone. In Italia le sedi erano quattro: la principale a Toscanella di Dozza, poi quella di Medolla in provincia di Modena, quella di Vedelago nel trevigiano e quella di Ancarano sul territorio di Teramo. All’estero, invece, la Martelli aveva filiali in Marocco, Tunisia, Romania e Turchia, arrivando a trattare negli anni d’oro oltre 120 mila capi al giorno. 

Artigianato nell’industria

Applicando conoscenze artigianali impeccabili su scala industriale, Martelli ha sviluppato tecniche completamente nuove, dagli effetti usurati allo sfregamento, fino alla ceratura e alla spazzolatura manuale, e ha continuato a sperimentare fino alla vendita dell’azienda all’asta nel 2016 per quasi 7 milioni di euro all’Elleti Group, società costituita da due imprese del settore, Blue Line Project e Lova Group dell’imprenditore veneto Luigi Lovato. 

Le filiali della sua azienda erano diventate il crocevia dove molti addetti ai lavori e stilisti, ma anche produttori tessili, potevano sperimentare nuove tecniche di finitura dei tessuti, a volte modificando addirittura le macchine per ottenere effetti di invecchiamento e di lavaggio che potevano essere applicate, oltre che al denim, anche alla pelle, alla maglieria e a qualsiasi altro articolo di moda.

La collaborazione con Diesel

Tra i molti passati tra gli uffici ricerca e le fabbriche della Martelli Group c’erano anche pionieri come Adriano Goldschmied, lo stesso Fiorucci e François Girbaud. Il loro debito di riconoscenza nei confronti di Luigi Martelli è contenuto anche nella prefazione di «I love finishing», il libro che l’azienda di Dozza pubblicò nel 2008 per celebrare il suo quarantesimo anniversario e i capi che di fatto hanno rappresentato la storia del costume. All’inizio degli anni Novanta, la Diesel di Renzo Rosso diventò il partner principale delle innovazioni nel finissaggio portate dal Martelli Group, contribuendo per la prima volta a portare il concept italiano del denim oltre ai confini dell’Europa. 

A non voler dimenticare le sue geniali visioni e la sua grande umanità sono oggi in tanti. «È stato per me un grande maestro ma soprattutto un vero amico, un grande cuore, un esempio di onestà e integrità — è il ricordo affidato al social Instagram dal «padrino del denim» Goldschmied —. Il suo esempio vivrà per sempre in tutti noi».

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L’ultimo saluto a questo imprenditore geniale sarà dato il 9 gennaio alle 11 nella Chiesa di Santa Maria del Carmine a Toscanella di Dozza. La camera ardente sarà, invece, aperta dalle 9.30 alle 10.30 a Castel San Pietro Terme.

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9 gennaio 2025 ( modifica il 9 gennaio 2025 | 06:51)

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