Grosseto, motoseghe in azione nel parco: «Ma sono legittimi questi tagli?»

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GROSSETO. «Credevamo che l’intervento in via Uranio fosse solo una riqualificazione del parco pubblico, con l’aggiunta di qualche nuovo gioco. Ma quando ci hanno segnalato il taglio di alcuni alberi siamo voluti andare a verificare di persona».

Anna Bardelli di Italia Nostra Maremma Toscana, insieme a Matteo Della Negra di Grosseto al centro, ad altri rappresentanti di associazioni ambientaliste e a un gruppo di cittadini della zona, si sono presentati ieri mattina nel parco che si stende tra via Platino e via Argento per chiedere spiegazioni sulla decisione di tagliare alcuni alberi.

«Non appena arrivata la segnalazione – spiega Anna Bardelli – venerdì scorso, siamo andati a fare l’accesso agli atti in Comune per poter visionare la perizia redatta da un agronomo di Arezzo. Quattro alberi sono stati tagliati venerdì scorso, 3 gennaio, e ci è stato riferito da Stefano Spallone, funzionario dell’Ufficio comunale manutenzione verde – che ne sarebbero stati tagliati altri tre – quattro».

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Rifacendosi anche a uno studio dell’università di Pisa, Anna Bardelli, sottolinea che molti fattori hanno portato a dover ragionare diversamente rispetto al passato: «È vero che gli alberi urbani maturi – aggiunge Bardelli – potrebbero creare danni o rischi per la sicurezza umana, va valutato anche questo. Ma non è di maggiore importanza rispetto ai benefici che gli alberi urbani maturi forniscono; alla luce del cambiamento climatico, dell’inquinamento delle città e delle isole urbane di calore che rendono le nostre città sempre più roventi, è necessario mantenere un equilibrio tra i benefici della riduzione del rischio e i costi ambientali di tale riduzione, costi che equivalgono a un impoverimento dell’ecosistema e al peggioramento della qualità della vita umana. Quindi è controproducente rimuovere alberi grandi – conclude la rappresentante di Italia Nostra – se non pericolosi e sostituirli con alberi giovani. E importantissimo a tal proposito è che, prima di ogni intervento, siano fatte valutazioni e perizie tecniche per evitare di tagliare sconsideratamente piante non pericolose».

«La classificazione di propensione al cedimento – aggiunge Matteo Della Negra – è diventata fondamentale per la manutenzione. Se una pianta è in classe D va abbattuta per motivi di pubblica incolumità, ma se è in classe C non si può tagliare. Proviamo a salvarla, devono essere fatte attente valutazioni, non si può così andare a occhio. Già in passato un nostro intervento – aggiunge Della Negra – ha scongiurato l’abbattimento di alcuni olmi in piazza Galeazzi: abbiamo verificato la perizia tecnica ed è venuto fuori che alcune piante erano salvabili e così nell’area davanti alla chiesa del Sacro Cuore continua a esserci un po’ di ombra. Il nostro compito e quello degli amministratori è di ascoltare i cittadini, che segnalano criticità e chiedono risposte. Ormai non possiamo più fare niente per gli alberi che sono stati piantati sul marciapiedi o in aree che non permettono alle radici di trovare il giusto spazio e finisco per rovinare il manto stradale. Ma dobbiamo cercare di mantenere l’esistente, comprendendo che ci sono stati importanti cambiamenti climatici, la siccità. Bisogna stare attenti a come effettuare le potature, le scalpature, con il rischio di indebolire la chioma. Grosseto al Centro, con Italia Nostra e Wwf, aveva proposto una consulta del verde, che mettendo insieme professionalità ed esperti avrebbe potuto monitorare meglio la situazione».

«In area urbana ci sono 16.000 alberi censiti – sottolinea l’assessore al verde Riccardo Ginanneschi – e il nostro personale fa una grande opera di controllo e prima di decidere l’abbattimento si confronta con gli agronomi per una perizia tecnica. Cosa dobbiamo aspettare che ci scappi il morto, come a Roma, o che venga provocato un incidente? Per questo facciamo un’opera di prevenzione, che tra l’altro prevede l’abbattimento di alberi malati in via Emilia e in via Ferrucci. E tengo a sottolineare tutti gli alberi tagliati vengono sostituiti. Per quanto riguarda il parco di via Platino, le associazioni ambientaliste avranno a disposizione la perizia tecnica». 



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