Il bitcoin e la leva del moto perpetuo

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 


Il bitcoin, sostenuto dall’influenza di Trump e dal lancio di Etf, sta per superare i 100 mila dollari. MicroStrategy cavalca l’onda, accumulando debito e bitcoin, ma rischia di implodere se il mercato si volge.


Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Il bitcoin si avvia a sfondare trionfalmente la soglia dei 100 mila dollari, spinto dall’abbraccio che gli ha riservato Donald Trump. Che, verosimilmente, non capisce un beneamato nulla della moneta digitale ma è circondato da gente che gli suggerisce che si tratta di strumento perfetto per fare soldi con qualche venture e magari, chissà, per ridurre pure il peso del debito sovrano espresso in dollari.

A parte queste facezie, occorre anche ricordare che il bitcoin ha conosciuto una seconda giovinezza speculativa dopo che la Security and Exchange Commission americana, malgrado le forti resistenze del suo presidente, Gary Gensler, si è trovata costretta dai tribunali ad autorizzare la nascita degli Etf su bitcoin spot, affiancandosi a quelli su futures che già esistevano.

MicroStrategy, maxi speculazione

In occasione del lancio dell’Etf su bitcoin spot negli Stati Uniti, avevo segnalato che l’evento segnava la definitiva assimilazione del token ultra-libertario al big business delle società di gestione, la cui missione è quella di estrarre commissioni dal pubblico, e farlo molto laicamente, senza velleità di evangelizzare chicchessia.

E così sta accadendo, verso nuove vette di assurdo. Parliamo ad esempio di MicroStrategy, società che ha attraversato molte vite e sperimentato l’esperienza di quasi morte, tornando dall’aldilà con oggetto sociale opportunamente modificato. Co-fondata nel 1989 da Michael Saylor, che ne è tuttora alla guida, per realizzare software di business intelligence e aiutare le aziende a prendere decisioni più informate gestendo i dati in modo più efficace. Fin dai suoi inizi, MicroStrategy ha attratto clienti di prestigio come DuPont e McDonald’s, contribuendo alla sua rapida crescita, culminata nella quotazione al Nasdaq nel 1998.

Con lo sboom delle dotcom, la società è passata attraverso il tritacarne di sanzioni, riscrittura e ridimensionamento di bilanci e divieti di operatività, passando da un picco di capitalizzazione di 25 miliardi di dollari, pari a 333 dollari per azione, ai tristi 42 centesimi dell’autunno 2001. Ma non è finita sin quando è finita. Saylor e il suo team si sono lentamente risollevati, ristrutturando l’azienda e introducendo innovazioni come l’intelligenza artificiale al proprio software.

Poi, la svolta messianica. Nel 2020, Saylor decide di utilizzare parte del capitale dell’azienda per acquistare bitcoin come strategia di diversificazione del portafoglio. L’azienda ha investito inizialmente 250 milioni di dollari per acquisire 21.454 bitcoin, seguiti da ulteriori acquisti che hanno portato il totale a 38.250 bitcoin per un valore complessivo di circa 425 milioni di dollari. Questo approccio ha avuto un impatto notevole sulla reputazione di MicroStrategy nel settore delle criptovalute, aumentando la visibilità del bitcoin tra gli investitori istituzionali.

Con il crollo del bitcoin del 2022 la società ha vacillato ma è riuscita resistere, e ora miete nuovi clamorosi successi. In che modo? Molto semplice: raccoglie capitali e li investe in bitcoin. Negli ultimi anni, MicroStrategy ha venduto azioni per 4,6 miliardi di dollari e nel solo 2024 ha raccolto 3,2 miliardi di dollari con obbligazioni convertibili.

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Ora si accinge ad un ambizioso piano di raccolta di 42 miliardi di dollari, tra nuove azioni offerte “a rubinetto”, (at-the-market, cioè a prezzi correnti di mercato, per sfruttare opportunisticamente la volatilità dei prezzi) e nuovo debito. A questi prezzi del bitcoin, sarebbero circa 450 mila pezzi, circa il 2,5 per cento del totale esistente. L’emissione opportunistica di nuove azioni consente alla società un arbitraggio molto sfizioso. Vediamo quale e come.

La leva in azione

Oggi le sue azioni quotano a premio di circa 3,5 volte sul controvalore dei bitcoin che ha in pancia. Ciò deriva dal fatto che la società usa anche debito per gli acquisti, quindi è a leva sul prezzo del bitcoin, amplificandone i movimenti, nel bene e nel male. Detto in altri termini, ogni azione venduta rappresenta oggi 3,5 bitcoin. Per semplicità, visto che il resto dell’attività aziendale pesa molto poco. Qui trovate un utile ed affascinante tracker delle azioni di MIcroStrategy e delle sue metriche.

Stesso discorso per l’utilizzo di debito, da cui origina la leva, mediante obbligazioni convertibili in azioni. Emesse a tasso zero o giù di lì, il ricavato viene utilizzato per comprare bitcoin. I creditori incassano la cedola zero ma hanno l’opzione di convertire il debito in azioni, in caso quest’ultime si rivalutino entro una certa data di una data percentuale, di solito parecchie decine di punti percentuali, in funzione anche della volatilità.

Se le azioni salgono, la società può rimborsare il debito con azioni che scambiano a premio. Altrimenti, può rinnova il debito giunto a scadenza (se i mercati sono d’accordo), oppure vendere parte del sottostante, cioè i bitcoin, per fare cassa. Opzione, quest’ultima, che è evidentemente blasfema, perché i bitcoin vanno tenuti cadesse il mondo, per il celebre dettame Hodl.

Questo giochino proseguirà fin quando il bitcoin si apprezzerà. Se dovesse invertire la tendenza, la società sarebbe travolta, e con essa i suoi azionisti e creditori. C’è peraltro motivo di ritenere che l’ascesa delle quotazioni del bitcoin abbia non poco a che vedere coi programmi di acquisto di MicroStrategy, o meglio dell’anticipazione dei medesimi da parte della speculazione. Certo, la continua emissione di nuove azioni può produrre un effetto diluitivo tale da cancellare il premio sul valore dell’attivo netto, ma l’apprezzamento del bitcoin fin qui verificatosi rende questo limite ancora piuttosto lontano.

Dèjà vu

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Ora, io non mi scandalizzo per queste strutture. Ne ho viste molte nel corso degli anni e delle manie, non si inventa nulla o quasi. Si tratta peraltro di una assai banale leva finanziaria. Con le azioni MicroStrategy vi comprate il bitcoin a leva. Ma se qualcuno dovesse venire a illustrarmi le nuove frontiere del bitcoin, con le sue imprescindibili innovazioni tecnologiche, come l’immancabile blockchain che toglierà i mali dal mondo, beh, non riuscirei ad esimermi dal sorridere.

Certo, mai quanto i felici (oggi) possessori di bitcoin. Ma alcuni di noi hanno fatto voto di povertà, come direbbero gli evangelizzatori della nuova pietra filosofale. Di certo, se Charles Kindleberger fosse ancora tra noi, oggi non riuscirebbe ad annoiarsi. Ma del resto, lui di secondo nome faceva Poor. Il suo destino di miscredente era già segnato.

P.S. Non è affatto un caso, nel grande schema delle cose, che MicroStrategy chiuda la giornata in cui colloca 3 miliardi di obbligazioni convertibili a tasso zero con un ribasso del 16 per cento, dopo il report di una società specializzata in posizioni ribassiste che ne definisce la quotazione come “distaccata dai fondamentali”. Ora seguirà il cosiddetto buy on dips, e la giostra ripartirà, fino all’impatto finale. Io avrei solo una domanda oziosa: da quali “fondamentali” sarebbe completamente distaccato il prezzo dell’azione, esattamente?

 

Questo articolo è stato pubblicato qui





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link