Il Premio Nonino 2025, “anticipatore del Nobel”, a Michael Krüger e Dominique de Villepin

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Il Premio Internazionale Nonino a Michael Krüger, poeta e romanziere tedesco, storico direttore della Carl Hanser Verlag, una delle più prestigiose case editrici tedesche, nella quale ha inserito in catalogo ben 14 scrittori premi Nobel; il Premio Nonino a Dominique de Villepin, diplomatico, letterato e intellettuale francese, ex primo Ministro, voce nobile e di alto valore morale, fin dai tempi dello storico discorso tenuto al Consiglio di Sicurezza dell’Onu nel 2003 contro la guerra Usa in Iraq; il Nonino Risit d’Aur – Barbatella d’Oro a Ben Little, sommelier, blogger e poeta per caso, irlandese di nascita e friulano di adozione, la cui profonda devozione per i vitigni autoctoni friulani lo ha portato a fondare l’Associazione del Pignolo del Friuli Venezia Giulia; e il Premio Nonino “Maestra del Nostro Tempo” a Germaine Acogny, danzatrice, coreografa e insegnante senegalese e francese, “madre” della danza contemporanea africana che esprime le voci più arcane della terra. Ecco i vincitori del Premio Nonino 2025, tra i riconoscimenti più longevi e prestigiosi d’Italia, istituito pionieristicamente nel 1975 dalla famiglia Nonino per la valorizzazione della civiltà contadina e per salvare gli antichi vitigni autoctoni friulani in via di estinzione, e, da allora, assegnato alle più importanti personalità in ambito culturale, letterario ed enogastronomico riuscendo ad anticipare per ben sei volte i Premi Nobel. E che, quest’anno, sarà di scena il 25 gennaio nelle storiche Distillerie Nonino a Ronchi di Percoto, in Friuli, dove celebrerà 50 anni di storia, dedicato a Benito Nonino, “padre” della grappa italiana, scomparso nel 2024, che con la distilleria di famiglia, oggi guidata da Giannola Nonino – “Nostra Signora della grappa” come la chiamava Gianni Brera – con le figlie Cristina, Elisabetta ed Antonella, e la nipote Francesca Bardelli Nonino, ha trasformato la parente povera del vino in una bevanda nobile: esattamente il 1 dicembre 1973, in una data ormai storica, quando, alla presenza di Luigi Veronelli, nacque la prima grappa di singolo vitigno, il Monovitigno Nonino, distillando separatamente le vinacce dell’uva Picolit.
Proprio pochi anni dopo, nel 1975, ricercando gli antichi vitigni autoctoni friulani, per distillarne le vinacce, Benito e Giannola Nonino scoprirono che i più rappresentativi – Schioppettino, Pignolo e Tazzelenghe (a cui si aggiunge la Ribolla Gialla in purezza) – erano in via di estinzione, essendone vietata la coltivazione, e, il 29 novembre di quell’anno, con lo scopo di “stimolare, premiare e farli ufficialmente riconoscere, istituirono il Premio Nonino Risit d’Aur – Barbatella d’Oro, che, dal 1977, venne affiancato dal Premio Nonino di Letteratura e nel 1984 dalla Sezione Internazionale. Da allora, il Premio Nonino è riuscito ad anticipare per ben sei volte i Premi Nobel, con la leader pacifista guatelmateca Rigoberta Menchù (Premio Speciale Nonino nel lontano 1988 e Premio Nobel per la Pace nel 1992), lo scrittore trinidadiano naturalizzato britannico V.S. Naipaul (Nonino International Prize nel 1993 e Nobel per la Letteratura nel 2001), il poeta svedese Tomas Tranströmer (Premio Internazionale Nonino nel 2004 e Nobel per la Letteratura nel 2011), lo scrittore cinese Mo Yan (Premio Internazionale Nonino 2005 e Nobel per la Letteratura nel 2012), il fisico britannico Peter Higgs (Premio Nonino “Un Maestro del nostro Tempo” e Nobel per la Fisica nel 2013) e il fisico italiano Giorgio Parisi (Premio Nonino “Un Maestro Italiano del nostro Tempo” nel 2005 e Nobel per la Fisica nel 2021).
Ad assegnare il Premio Nonino 2025, la giuria presieduta da Antonio Damasio, e composta da personalità del calibro di Adonis, Suad Amiry, John Banville, Luca Cendali, Mauro Ceruti, Jorie Graham, Amin Maalouf, Claudio Magris, Norman Manea ed Edgar Morin. Ma, negli anni, ne hanno fatto parte grandi nomi come gli stessi Veronelli e Brera, Jorge Amado, Ulderico Bernardi, Peter Brook, Piero Camporesi, Amedeo Giacomini, Raymond Klibansky, Emmanuel Le Roy Ladurie, James Lovelock, Morando Morandini, V.S. Naipaul, Giulio Nascimbeni, Ermanno Olmi, Mario Rigoni Stern e Padre David Maria Turoldo. In particolare, la motivazione del Premio Internazionale Nonino 2025 parte da una domanda: “che cosa significa essere uno scrittore? Se non fossimo capaci di rispondere potremmo inventare Michael Krüger, ma neppure questo sarebbe facile, perché Michael ha sempre tante cose da dire, cose della vita e della storia; leggendo ciò che lui scrive scopriamo che si tratta anche di nostri sentimenti e pensieri, ma abbiamo bisogno che lui li scopra nei suoi articoli, nei suoi romanzi e racconti, nelle sue poesie per farli nostri e scoprire che è lui che ce li tira fuori e che, dopo averlo letto, siamo diventati un po’ più noi stessi”. Poeta e romanziere, è nato nel 1943 a Wittgendorf nella Sassonia-Anhalt, è cresciuto a Berlino e vive a Monaco. Per molti anni è stato l’anima della Carl Hanser Verlag, una delle più prestigiose case editrici tedesche, direttore letterario dal 1986, carica che ha lasciato di recente dopo una carriera luminosa che lo ha portato a inserire in catalogo ben quattordici scrittori premi Nobel, tra i quali Joseph Brodsky, Derek Walcott e Tomas Tranströmer. È stato direttore della rivista “Akzente”, nonché di Edition Akzente. È membro di diverse accademie, presidente dell’Accademia bavarese di Belle Arti e autore di numerosi volumi di poesie, racconti, romanzi e traduzioni. Intellettuale raffinato, Krüger ha più di 40 libri al suo attivo, spaziando tra poesie, racconti, romanzi, critica letteraria e traduzioni, tra cui quella delle poesie di Cesare Pavese. Il suo primo volume di storie “Was tun – eine altmodische Geschichte” (What shall we do – an old-fashioned story) è stato pubblicato nel 1984. Per la sua opera letteraria, ha pubblicato quasi due dozzine di libri con poesie, romanzi e storie, ha ricevuto molti premi tra cui il Peter-Huchel-Preis (1986), il Premio Médicis Etrangers nel 1996 il Mörike-Preis (2006), il Joseph-Breitbach-Preis (2010) e il Premio Cesare De Michelis per l’editoria nel 2023.
Membro Onorario della Fondazione Internazionale Raoul Wallenberg, Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Nazionale al Merito, Commendatore dell’Ordine della Legion d’Onore, Dominique de Villepin lavora per il Ministero degli Affari Esteri dal 1980 al 1995, periodo durante il quale viene prima destinato alle ambasciate francesi di Washington (Stati Uniti) e Nuova Delhi (India), e in seguito ricopre la funzione di Vice capo degli Affari Africani (1992-1993) e di Capo di Gabinetto del Ministro degli Affari Esteri (1993-1995). Nel maggio del 1995 diviene Capo di gabinetto del Presidente della Repubblica, incarico che occupa fino al maggio 2002 quando viene nominato Ministro degli Affari Esteri e Rappresentante alla Convenzione Europea sul Futuro dell’Europa (2002-2004). Nel suo ruolo di responsabile della politica estera, è il capofila del dissenso contro gli Usa e la guerra in Iraq, e al Consiglio di Sicurezza dell’Onu pronuncia un discorso così risoluto, che gli varrà l’applauso dei rappresentanti dei Paesi membri ostili al conflitto. Nel 2004 viene nominato Ministro dell’Interno e nel 2005 diviene Primo Ministro, incarico che occupa fino al 2007, anno della scadenza del mandato. Da quel momento lascia la politica attiva. Presidente della Villepin International, studio legale e di consulenza, è anche presidente onorario della Fondazione per l’Arte e la Cultura di Hong Kong. “Con i suoi interventi lucidi e coraggiosi sugli eventi che segnano la nostra epoca, dall’Ucraina a Israele, a Gaza e non solo – si legge nella motivazione del Premio Nonino – fa comprendere, senza polemica violenta, tutta la drammatica situazione internazionale. Il suo è un vibrante appello a non rassegnarsi all’inevitabilità della guerra e al ricorso alla forza; un appello al dovere di verità di fronte ai terribili avvenimenti che si stanno consumando in molti luoghi del pianeta; un appello continuo al diritto e al dovere di sapere, e a non volgere lo sguardo dall’altra parte, e a trovare una via diplomatica per la soluzione dei conflitti; un potente appello a una coscienza universale capace di riconoscere che la tragedia di alcuni è la tragedia dell’umanità intera; e infine un appello all’azione, alla conoscenza e alla coscienza per riconoscere l’umanità che ci unisce”.
Il Nonino Risit d’Aur vuole richiamare, invece, l’attenzione sulle motivazioni della sua nascita, sui preziosi vitigni autoctoni friulani che negli anni Settanta erano in via di estinzione perché il loro nome non era inserito tra i vitigni autorizzati della regione. Benito e Giannola Nonino nel 1975 istituiscono il premio ai vignaioli, agli studi ampelografici e iniziano l’iter burocratico per ottenere l’autorizzazione comunitaria alla coltivazione di Pignolo, Schioppettino e Tazzelenghe, a cui si unisce la Ribolla gialla in purezza. Autorizzazione 486/78 che ottengono nel 1978. Per l’edizione 2025, il Premio viene assegnato a Ben Little e al vitigno Pignolo. Irlandese di nascita e friulano di adozione, Ben si innamora dell’antico vitigno friulano a bacca nera e gli dedica anni di studi e di ricerche, che raccoglie nel libro autopubblicato “Pignolo – Cultivating the Invisible”. Nel 2023 fonda l’Associazione del Pignolo del Friuli Venezia Giulia che con oltre 34 soci attivi è la più grande associazione di vignaioli nella regione, per unire le energie di vignaioli, ricercatori e appassionati del leggendario Pignolo, promuoverlo, valorizzarlo e farlo conoscere fin nel cuore della Cité du Vin a Bordeaux e in Napa Valley.
Infine, il Premio Nonino “Maestra del Nostro Tempo” va a Germaine Acogny, perché “la danza esprime le voci più arcane della terra. Terra la cui salvaguardia e la sua cura sono sempre state le ragioni del Premio Nonino. Germaine Acogny è considerata la madre della danza contemporanea africana. Africa genitrice ancestrale della nostra genia. Portando in tutto il mondo la sua arte con spettacoli e fondando scuole. Ma quando Madame Acogny danza sulla battigia o tra gli alberi delle foreste, il suo corpo diventa preghiera. Il poeta mistico persiano Rumi scrisse: colui che conosce il potere della danza vive in Dio. La danza è gioia divina e Germaine Acogny è la danza”. È Chevalier de l’Ordre du Merite, Officier et Commandeur de l’ordre des Arts et Lettres, Chevalier et Officier de l’Ordre de la Légion d’Honneur della Repubblica Francese. Inoltre, è Chevalier de l’Ordre National du Lion e Officier et Commandeur des Arts et Lettres della Repubblica del Senegal, e, tra i numerosi premi che le sono stati riconosciuti, ci sono il “Pioneer Woman” dal Ministero senegalese della famiglia e della solidarietà nazionale, l’ecowas (Economic Community of West African States) Excellence Award, il Leone d’Oro alla “Carriera” alla Biennale di Venezia (2021), e il Grand Prix de l’Académie des Beaux Arts.
Nella consegna dei premi e nelle celebrazioni per i Cinquant’anni dell’Istituzione del Premio Nonino 1975-2025 alle Distillerie Nonino (trasmessi in live streaming), come da tradizione, la famiglia Nonino distillerà per gli ospiti Ùe Acquavite d’Uva Monovitigno Fragolino Vigne del Friuli


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