Obbligazionario area Euro in trasformazione. Ecco i fondi che catturano al meglio il cambiamento

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Fida ha passato in rassegna i prodotti che investono nel reddito fisso del Vecchio Continente, asset class ad una svolta epocale tra dinamiche dell’inflazione e politiche monetarie. La classifica degli strumenti più performanti su base annuale e triennale

L’analisi dei dati relativi ai fondi ed ETF che investono in obbligazioni dell’area euro rivela sfumature complesse e intrecciate, capaci di evidenziare le trasformazioni profonde del mercato obbligazionario alla luce del contesto macroeconomico e delle decisioni di politica monetaria della BCE. Il prolungato ciclo restrittivo ha ridefinito non solo le aspettative degli investitori, ma anche i profili di rischio-rendimento, soprattutto in relazione alla duration e alla qualità creditizia degli emittenti.

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Indici obbligazionari dell’aerea Euro

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Fonte: FIDAworkstation. Dati al 07/01/2025 

Gestire la duration (e non solo) nei governativi…

Le obbligazioni governative a lunga duration, espressione della parte più vulnerabile del mercato, hanno registrato perdite significative su base triennale, con drawdown che in alcuni casi superano il 25%. L’effetto combinato di tassi in movimento e di una riduzione della domanda istituzionale per titoli con scadenze lunghe ha amplificato la pressione sui prezzi, rendendo evidente come la sensibilità ai tassi sia diventata una variabile dominante nelle strategie di asset allocation. In un mercato che sembra penalizzare la duration elevata, emergono segnali di un cambiamento strutturale: il rischio di reinvestimento, tipicamente associato a scadenze brevi, sembra aver acquisito un ruolo secondario rispetto alla protezione dalla volatilità dei tassi.

Di contro, le obbligazioni a breve termine hanno offerto un rifugio sicuro, registrando rendimenti positivi, spesso superiori al 3% annuo, con una volatilità contenuta. Questa resilienza riflette la natura intrinseca di strumenti meno esposti ai movimenti dei tassi, ma suggerisce anche una preferenza crescente per liquidità e flessibilità in un periodo di elevata incertezza. Tuttavia, la competizione tra duration breve e strumenti del mercato monetario si fa sempre più accesa, ponendo sfide agli investitori che cercano un equilibrio tra rendimento e rischio.

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… e nei societari
Monica Zerbinati, financial analyst di Fida
Monica Zerbinati, financial analyst di Fida

Il segmento corporate aggiunge ulteriori complessità all’analisi. I bond investment grade, soprattutto quelli emessi da società appartenenti ai settori più resilienti, come utility ed energia, hanno mostrato una relativa robustezza rispetto ai titoli governativi. Questo è particolarmente evidente nei fondi tematici ESG, dove i flussi in entrata rimangono consistenti, nonostante il clima avverso per il mercato obbligazionario. Gli investitori sembrano essere disposti a tollerare una maggiore duration in cambio di esposizioni che rispecchiano criteri di sostenibilità, evidenziando un cambiamento strutturale nel comportamento del mercato.

Un aspetto che merita particolare attenzione è rappresentato dai titoli indicizzati all’inflazione. La performance disomogenea di questi strumenti – caratterizzati da drawdown significativi a breve termine ma da un potenziale difensivo in ottica pluriennale – pone l’accento su come la gestione attiva possa sfruttare il ciclo inflazionistico per generare alpha. La volatilità, superiore a quella dei titoli nominali, impone però un’accurata gestione del rischio, soprattutto considerando che l’inflazione attesa potrebbe aver già raggiunto il suo picco.

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In questo quadro, le politiche monetarie della BCE continuano a rappresentare il principale driver per il mercato obbligazionario. La comunicazione prudente suggerisce che i tassi rimarranno elevati nel medio termine, rafforzando l’importanza di una selezione mirata degli strumenti. Se da un lato i titoli governativi a breve termine offrono stabilità, dall’altro i corporate bond di alta qualità e selezionati su base fondamentale possono rappresentare una fonte di rendimento aggiuntivo.

La classifica

In ultima analisi, il mercato obbligazionario dell’area euro sta attraversando una trasformazione epocale. La gestione attiva, spesso relegata a un ruolo marginale durante l’era dei tassi negativi, sta tornando al centro dell’attenzione, con l’obiettivo di catturare opportunità in un contesto di crescente complessità. Gli investitori sofisticati, consapevoli delle sfide e delle opportunità offerte dal nuovo regime di mercato, dovranno focalizzarsi non solo sulle metriche tradizionali come la duration, ma anche su analisi più granulari che integrino fattori macroeconomici e tematici per proteggere e accrescere il capitale nel lungo periodo.

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Fondi obbligazionari dell’aerea Euro

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Fonte: FIDAworkstation. Fondi autorizzati per il retail in Italia, esclusi assicurativi, pensione, chiusi, speculativi. Dati al 07/01/2025

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La top ten dei fondi obbligazionari che investono nell’area euro evidenzia come la performance recente di questo segmento sia il risultato di una combinazione complessa di scelte strategiche, differenze di duration e qualità creditizia, oltre che dell’attenzione crescente verso i costi correnti e i criteri ESG. Questi fondi, che spaziano da strategie focalizzate sui corporate bond a prodotti più diversificati in termini di emittenti e duration, riflettono alcune delle dinamiche chiave che stanno ridefinendo il mercato obbligazionario.

In termini di performance a un anno, spicca il SISF EURO Corporate Bond di Schroders, che registra un rendimento del 13,5%. Tuttavia, la valuta di riferimento (USD) introduce una variabile cruciale per gli investitori, considerando il rischio cambio implicito. In assenza di copertura valutaria, il rafforzamento del dollaro ha rappresentato un vantaggio per questo fondo rispetto ai suoi omologhi denominati in euro. Anche la sua volatilità a tre anni, pari all’8%, indica una gestione dinamica e una propensione a bilanciare duration e rischio creditizio per generare alfa in contesti di tassi crescenti.

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All’interno dell’universo dei corporate bond in euro, il Nordea 1 European Financial Debt si distingue per un rendimento annuale del 12% e una volatilità in linea con la categoria (8%). La specializzazione nel debito nel settore finanziario europeo, un settore particolarmente resiliente grazie alla solidità delle banche europee e al consolidamento del settore finanziario, sembra aver giocato un ruolo chiave nel successo del fondo. Tuttavia, il drawdown a tre anni del 17% evidenzia come la volatilità intrinseca di questo segmento richieda un’attenta gestione del rischio.

Interessante anche il comportamento dei fondi governativi che compaiono nella top ten, ad esempio, con l’Azimut Trend Tassi. Questo fondo, che si concentra su titoli governativi con durata tra 5 e 10 anni, registra un rendimento del 9% a un anno e una volatilità del 6%, mostrando una performance robusta in un contesto di volatilità dei tassi. Tuttavia, il drawdown del 13% indica che le strategie focalizzate su questa parte della curva dei rendimenti non sono immuni agli shock di mercato legati alle politiche monetarie restrittive.

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Una menzione speciale va ai fondi che adottano strategie a breve termine, come l’Amundi Star 2 e l’Amundi S.F. Diversified Short-Term Bond ESG. Questi fondi combinano rendimenti annuali solidi con livelli di volatilità estremamente bassi. La loro capacità di attrarre flussi è attribuibile non solo alla gestione conservativa, ma anche alla crescente enfasi su criteri ESG, che rappresentano un vantaggio competitivo significativo in un mercato sempre più attento alla sostenibilità.

Infine, i fondi con una gestione più attiva della duration, come il MSIF Euro Corporate Bond Duration Hdg, evidenziano l’importanza di strategie basate su copertura del rischio tasso e diversificazione. Con una volatilità di appena il 4% e un drawdown contenuto dell’8,40%, questo fondo dimostra che una gestione sofisticata della duration può mitigare le perdite in contesti sfidanti, garantendo al contempo un rendimento del 12% su base triennale.

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Nel complesso, l’analisi di questi fondi rivela una chiara biforcazione tra strategie conservative e approcci più aggressivi, con il contesto di tassi crescenti che spinge gli investitori a bilanciare rendimento e rischio in modi sempre più sofisticati. In un’epoca di crescente complessità e volatilità, la capacità di selezionare fondi che integrino strategie di gestione del rischio e un focus sui costi correnti rappresenta una chiave cruciale per ottenere successo nel lungo periodo.

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