Scomparso Rino Tommasi, fuoriclasse che ha raccontato lo sport – Ordine dei Giornalisti del Lazio

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Rino Tommasi se ne va all’età di 90 anni. Maestro di giornalismo sportivo, iscritto all’Ordine dei giornalisti del Lazio, è stato una delle voci più autorevoli e apprezzate delle telecronache di boxe e di tennis. Nella sua lunga carriera ha scritto per le maggiori testate italiane dalla Gazzetta dello Sport a Tuttosport, al Messaggeroil Gazzettino e poi ancora il Mattino, passando quindi alla televisione dal gruppo Fininvest, a Tele+ e infine a Sky Sport.

Per ricordarlo riprendiamo un articolo di Dario Torromeo, altra grande firma del giornalismo sportivo, che ha incrociato Rino a bordo ring e sui campi di tennis per tanti anni.

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di Dario Torromeo

Se ne è andato via per sempre Rino Tommasi, aveva novant’anni. Non si può pensare alla boxe moderna senza pensare a lui. Il pugilato lo ha vissuto da organizzatore di successo. Nelle sue riunioni hanno combattuto Benvenuti, Mazzinghi, Arcari, Rinaldi, Burruni, Loi, Lopopolo. Ma anche Sugar Ray Robinson, Archie Moore, Emile Griffith e tanti altri. Costruiva il programma con meticolosa attenzione. Match equilibrati, accoppiamenti messi su seguendo il gusto del pubblico e senza tanto protezionismo nei confronti dei nostri. A ripagare quei rischi c’erano le borse. Sostanziose e soprattutto puntuali.
Finita l’epoca dell’organizzazione aveva cominciato a raccontare la boxe sui giornali. Aveva scritto per Tuttosport, La Gazzetta dello Sport, Il Tempo. Aveva vinto premi importanti, viaggiato in tutti e cinque i Continenti. Con l’ingresso a Canale 5 aveva fatto il grande salto. Era diventato telecronista, ruolo in cui aveva commentato quattrocento campionati del mondo. “Nel 1986 a New York, Bill Cayton mi fece vedere le immagini di uno sconosciuto peso massimo. Mi è bastato qualche minuto: ho comprato quella videocassetta e i diritti televisivi dei successivi incontri di quel pugile. Era Mike Tyson.”
Era stato così che l’Italia aveva scoperto Tyson, grazie a Rino e a Canale 5. Il 22 novembre 1986 Iron Mike metteva ko in meno di due riprese Trevor Berbick e diventava il più giovane campione del mondo nella storia dei pesi massimi. Ricordo due spezzoni dei suoi commenti da telecronista. “Una delle più belle riprese a cui mi sia mai stato dato di assistere.” (la sesta di Hagler-Mugabi, fantastica telecronaca)
Deficiente!
(Holyfield-Foreman, ad Atlantic City. I poliziotti avevano lanciato fuori dal ring gli spettatori che vi erano incautamente saliti. Un tifoso aveva centrato in pieno Rino durante la telecronaca in diretta).
Poi era passato a Tele+, diventandone il primo direttore dei servizi giornalistici.
Sulla cinematografia legata alla boxe aveva un punto di vosta comune.

“Non mi piacciono i film in cui si vede il pugilato finto. Il primo Rocky sarebbe stato perfetto se fosse finito al primo colpo di gong.” Le sue telecronache avevano il rigore tecnico del competente, la capacità analitica del giornalista di razza. Aveva sempre avuto una grande stima per la boxe.
In tutta la storia del pugilato ci sono stati meno incontri truccati che in una stagione dei campionati di calcio in Italia dalla serie A alla Z…
E ancora.
Il pugilato è uno sport, una disciplina. Negli Stati Uniti ha tolto tantissimi ragazzi dalla strada, impedendogli di fare una brutta fine.” Aveva viaggiato per centinaia di migliaia di chilometri per raccontare lo sport, ma c’era stato un momento chiave in cui, ne era sicuro, aveva assistito allo spartiacque tra la grande boxe e la storia. 
L’evento sportivo più affascinante al quale io abbia assistito è stato l’incontro tra Muhammad Ali e George Foreman a Kinshasa nel 1974.”
Il suo “personalissimo cartellino” non poteva essere messo in discussione, anche per quello era diventato famoso. Ha sempre detto quello che pensava, non ha mai cercato di avvolgere nella nebbia delle parole la bruttezza di un incontro. Per lui, se un match era brutto, andava sottolineato anche in telecronaca.
È stato un grande.

Ha vinto il premio USSI con un’intervista a Henry Kissinger. Ma soprattutto ha vinto un premio che gli ho sempre invidiato: Tennis Writer of the year. L’Oscar del tennis, assegnato dall’ATP attraverso una votazione tra i tennisti professionisti. Cioè, tanto per capirci, votavano Sampras, Agassi, Edberg, Becker, Lendl e altri campioni di questo livello. Applausi.
A tennis ha anche giocato, terza categoria a inizio anni Cinquanta, tre volte campione italiano universitario.
A conferma del basso livello culturale dei migliori tennisti italiani.”
Con Gianni Clerici hai formato una coppia fantastica, ma soprattutto inimitabile che ci ha regalato indimenticabili telecronache di tennis. 

Ubaldo Scanagatta, suo collega ed amico, gli ha dedicato un libro che Rino ha letto sorridendo compiaciuto, durante un’edizione degli Internazionali d’Italia. Circoletto rosso, questo il titolo. Dentro c’era la sua storia, le frasi celebri, il suo taccuino e tanto altro ancora.
Ci pagano per svolgere un lavoro per il quale pagheremmo noi. Forse sarebbe meglio che non lo sapessero”.
Ci ha lasciati Rino Tommasi, un fuoriclasse.

(Fonte: boxeringweb.net)



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