Esiste un’antica rotta commerciale in Africa che collega il porto di Lobito, in Angola, con il Katanga e il Copperbelt, due regioni rispettivamente della Repubblica
Democratica del Congo e dello Zambia, entrambe ricche di giacimenti minerari.
Caduto in disuso per anni, il c.d. corridoio di Lobito è stato riscoperto recentemente
dagli investitori, dapprima cinesi e poi occidentali, in quanto arteria cruciale per il
trasporto di materie prime destinate al mercato internazionale. La sua riattivazione risale già al 1975, grazie alla Cina, ma è solo ora che sono intervenuti a gamba tesa anche Stati Uniti ed Europa. In particolare, sul versante europeo l’UE è impegnata
nel piano di ristrutturazione di questa via commerciale destinata a sopperire alle
vetuste infrastrutture ferroviarie africane, non più adatte a sostenere il trasporto
delle merci provenienti dalle ricche regioni minerarie. L’intervento occidentale
bilancerebbe così l’attivismo cinese nell’egemonia nel settore minerario a livello globale, ponendo un freno alla sua espansione in queste aree.
L’investimento previsto per la tratta ferroviaria Kolwezi-Dilolo in territorio congolese, lunga 427 chilometri, ammonta a 400 milioni di dollari, al cui esborso saranno chiamate società europee riunite in un consorzio internazionale, cui parteciperà
anche la società che gestisce il porto di Lobito. Ma tutta l’arteria del corridoio da ristrutturare è lunga circa 1.600 chilometri e collegherà la località di Kalumbila, nello Zambia settentrionale, alle coste dell’Angola, passando attraverso il sud del territorio congolese. Fra gli investitori, che dovranno sborsare complessivamente circa 1 miliardo di dollari, figurano anche Italia e Stati Uniti, in sinergia con la Banca Africana di Sviluppo e la Africa Finance Corporation. Infatti, il 26 ottobre 2023 è stato firmato
un memorandum d’intesa tra Stati Uniti, Commissione Europea, Angola, Repubblica
Democratica del Congo e Zambia. Il Lobito Atlantic Railway è il consorzio che è stato
creato per operare lungo il corridoio, esso è capeggiato dalla società svizzera
Trafigura.
Il corridoio di Lobito rafforzerà i legami tra Stati Uniti, Europa e Africa nell’approvvigionamento di materie prime come coltan e cobalto, fondamentali per
la transizione energetica, in quanto ne migliorerà il trasporto.
Il progetto rientra nell’orbita della Global Partnership for Infrastructure and Investment (GPII) del G7, che promuove la valorizzazione di infrastrutture strategiche sul piano globale e si inserisce nell’azione già intrapresa dall’UE con il Critical Raw Materials Act (CRMA), che favorisce partenariati tra paesi europei e paesi emergenti
nell’approvvigionamento di materie prime critiche provenienti da paesi come la
Repubblica Democratica del Congo.
Grazie al corridoio di Lobito questi minerali impiegheranno solo 20 giorni per giungere dal Katanga al porto angolano, invece dei 45 giorni del corridoio Tazara fino al porto di Dar-Es-Salaam in Tanzania, tratta su cui punta la Cina, e eviterà i costi
ingenti necessari per i percorsi lungo le strade impervie dirette verso il porto di Durban. Il corridoio di Lobito, nel migliorare i costi, la sicurezza e i tempi di trasporto dei minerali critici, renderebbe più efficiente la catena di fornitura a livello globale, oltre a stimolare gli investimenti esteri nel settore minerario.
Nel promuovere i commerci tra questa parte dell’Africa con il resto del mondo, si prevede che questa infrastruttura si rivelerà fruttuosa per l’economia africana. Ad esempio, la continua manutenzione delle rete ferroviaria e il suo miglioramento tecnologico saranno a cura di esperti locali, che saranno quindi formati e impiegati a tale fine, ciò che creerà figure professionali specializzate. Ma anche le comunità rurali presenti lungo la tratta ferroviaria modernizzata beneficeranno degli effetti che
questa infrastruttura avrà sulle economie locali in termini di riduzione della povertà.
Resta il problema legato al fatto che le aree ricche di giacimenti minerari sono anche
quelle più interessate dai conflitti, i quali si perpetuano proprio grazie all’estrazione
e al commercio di materie prime. In un circolo vizioso l’estrazione e il commercio
alimentano i gruppi paramilitari, che si finanziano grazie alle materie prime, ragione
per cui è difficile sradicare le milizie dalle regioni ricche di materie prime. Questo
rende difficile immaginare un commercio di tali materie indenne dal coinvolgimento
di questi attori criminali, autori di atrocità di massa nelle loro attività militari.
Un’altra incognita riguarda i rapporti da stabilire con autorità locali appartenenti a
regimi non democratici e spesso corrotti, ciò che rende ancora più difficile il raggiungimento di accordi commerciali equi e proficui sopratutto per le popolazioni civili.
Purtroppo, è sempre difficile mandare in porto progetti economici importanti in
contesti turbolenti e caratterizzati da instabilità politica, in cui bisogna fare i conti con interlocutori mossi da interessi diversi da quelli dello sviluppo economico a beneficio della collettività. Il ripristino e l’ammodernamento del corridoio di Lobito è una grande opportunità per l’Africa, che deve dimostrare di saper cogliere questa chance proveniente da un Occidente forse non più solo predatore.
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