Lo Scarpone – Le Fiamme Gialle e lo spigolo Nord Ovest di Punta Su Husidore

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A Cura di Corrado Pibiri – Direttore della Scuola di Alpinismo e Arrampicata Libera “Sandro Partel” Sezione di Cagliari

Sabato 7 dicembre, ad Oliena, c’erano proprio loro: gli ormai ultraottantenni protagonisti dell’apertura della viaLegione Reale truppe Leggere” nota ai più come Spigolo Nord-Ovest della P.ta Su Husidore; Aldo Caurla, Emilio Beber e Giovanni Cagnati. I due mancanti, Carmelo Andreatta e Alessandro Partel purtroppo non sono più tra noi.

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La sala della Biblioteca comunale Ciusa Romagna era piena all’inverosimile. Il Col. Alessandro Ferri, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Nuoro, ha aperto la giornata e fatto gli onori di casa per questo evento da loro voluto ed organizzato. Dopo i ringraziamenti alle tante autorità presenti ed i saluti del Sindaco di Oliena Sebastiano Antioco Congiu, è seguito l’importante intervento del Generale (ma prima ancora alpinista) Bruno Moretti, che per tanti anni è stato comandante e istruttore ai corsi della Scuola Alpina di Passo Rolle e ai corsi per le squadre del Soccorso Alpino, e di Walter Levis, collega dei protagonisti degli avvenimenti oggetto del convegno, che ha ricordato vari aneddoti e curiosità dei due colleghi mancanti.

La parola quindi è subito andata ai tre “giovanotti” protagonisti indiscussi dell’evento. Dalle loro parole abbiamo finalmente conosciuto il perchè della loro venuta in Sardegna ad aprir vie dai nomi così singolari.  Nel 1971, in una tragedia aerea, precipitò al largo delle coste di Livorno un Hercules partito per delle esercitazioni in Sardegna. Tra le 52 vittime c’erano tre paracadutisti sardi con i quali i finanzieri avevano stretto particolare amicizia durante un corso a Passo Rolle.  Prontamente, a Predazzo, Partel, Caurla, Beber, Cagnati e Andreatta si rivolsero ai loro comandanti per ottenere il permesso di andare ad aprire una via per commemorare i loro amici. Il permesso fu loro accordato e così, nel 1973, “la Banda del Rolle” sbarcò in Sardegna.

Dalle loro parole, a tratti rotte dall’emozione, son venute fuori tante notizie inedite. Dal loro girovagare nell’isola alla ricerca di una parete idonea che fosse almeno simile a quelle dove erano soliti arrampicare; alla meraviglia e alla sorpresa di aver trovato tanta roccia sana, verticale e assolutamente inaspettata. Calzando scarponi rigidi, con attrezzature non certo leggere come quelle da noi usate oggi, senza la minima conoscenza del territorio non fecero tanti complimenti e tracciarono non una, bensì una decina di vie,  ma “l’asso piglia tutto” fu la via “Legione Reale Truppe Leggere” o, in altre parole, lo spigolo Nord-Ovest di Su Husidore. 630 metri di sviluppo, 17 lunghezze di corda, circa un centinaio le protezioni lasciate in parete tra chiodi, cunei di legno e cordoni.

Era il primo Ottobre 1973 e con le loro vie i finanzieri aprirono le porte alla storia dell’alpinismo in Sardegna. È stato emozionante vedere i loro occhi increduli, quasi commossi a quanto stava avvenendo in loro onore, con la sala gremita di pubblico. Hanno confessato che in principio furono scettici e quasi restii ad accettare l’invito: uno di loro non era mai neppure salito su un aereo. Mai si sarebbero aspettati un riconoscimento tale per delle vie aperte mezzo secolo prima.  In un mondo condizionato e soffocato dai social hanno dato una vera lezione di semplicità. La modestia e l’umiltà dei grandi.

È quindi seguito il rilevante intervento, quale contributo alla storia e di rapporto decennale con i finanzieri, proposto da Corrado Pibiri. Pibiri, ospite cardine per il rapporto che ebbe con i finanzieri sin dal 1978, ma anche perché sua fu la prima ripetizione in assoluto dello spigolo nel 1980 e sua anche la prima solitaria nel 1981. Sempre sua la prima ripetizione, nel 1981, della via On. Emilio Colombo. Ma Pibiri ci ha anche raccontato che proprio due di quei finanzieri, Sandro Partel e Aldo Caurla, all’indomani delle loro arrampicate, bussarono alla porta della Sezione CAI di Cagliari; e quando proposero di fondare una Scuola di Alpinismo, il Consiglio Direttivo stese un tappeto rosso su cui farli camminare. Furono quelli gli inizi della Scuola di alpinismo e di arrampicata libera della Sezione di Cagliari e della grande amicizia che legò Pibiri a Sandro Partel che tanto si adoperò nel spronarlo e formarlo fino a fargli frequentare il corso per il raggiungimento del titolo di Istruttore Nazionale di Alpinismo e dunque la direzione della Scuola del CAI di Cagliari.

I rapporti di Pibiri con i Finanzieri continuarono oltre, negli anni, con la frequentazione di Giovanni Soma e Ben Laritti, sempre della Scuola di Predazzo. Oggi, che Sandro Partel non c’è più, il suo ricordo vive sempre nel nome e nello spirito della Scuola di Alpinismo di Cagliari a lui intitolata.

Hanno quindi preso la parola Maurizio Oviglia, Angelo Lobina, Giuseppe Garippa, il Lgt. CS Luca Utzeri Comandante della Stazione S.A.G.F. di Nuoro e il Brig. Antonio Prùgnola. Quest’ultimo, responsabile tecnico della squadra del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza della Sardegna, ha comunicato di aver messo in sicurezza le soste della via dello spigolo senza mai variare però la posizione delle protezioni originali messe dagli apritori. Questo della salvaguardia dell’integrità delle vie storiche è stato un aspetto messo in evidenza e rimarcato a gran voce in tutti gli interventi. Pibiri, nel corso del suo intervento, si è addirittura rammaricato nel comunicare agli apritori che purtroppo sulla loro via, una quindicina di anni fa, delle guide d’oltralpe, avessero aggiunto dei fix. 

Non è ammissibile e non è giusto nei confronti dei primi apritori delle vie, che queste, in nome della sicurezza, ovvero per celare spesso la difficoltà a ripercorrerle con le protezioni originali, vengano “ri-attrezzate” e addomesticate, fino talvolta ed essere banalizzate. Negli anni, ovviamente, certe posizioni rigide sono state riviste e quindi una concessione è stata tacitamente accordata per ri-attrezzare solo le soste, rendendole quindi più sicure. Ma nulla di più!

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Il resto deve rimanere assolutamente nella sua integrità. Insomma, è stata una vera e autentica festa dell’Alpinismo.



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