PORTO BADISCO (Otranto) – Una “aggressione intollerabile del paesaggio”: istituzioni locali provano a far fronte comune per dire “no” al progetto “Odra”, il parco eolico offshore, costituito da 73 aerogeneratori (originariamente dovevano essere 90) suddivisi in quattro sottocampi, per una potenza complessiva d’impianto pari a 1095 Mw (capace di generarne 3977 GWh/anno), che dovrebbe essere realizzato sul versante adriatico della costa che va da Santa Cesarea Terme a Santa Maria di Leuca, all’interno del parco regionale Otranto-Santa Maria di Leuca, di un sito di importanza comunitaria (Sic), di una zona di protezione speciale (Zps) dove dovrebbe nascere un’area marina protetta.
Basterebbero forse questi elementi a “bocciare” a priori come impattante la proposta redatta da Renantis e BlueFoat Energy e oggetto di osservazioni e dibattito. E, invece, il progetto resta in piedi suscitando non poche preoccupazioni a livello locale.
La manifestazione a Badisco
Nella giornata di ieri, a Porto Badisco, cittadini, ambientalisti e istituzioni si sono dati appuntamento per manifestare contro il progetto e ribadire la comunanza di idee sul “no”. Nell’occasione, sono intervenuti i sindaci di Castro e Uggiano La Chiesa, Luigi Fersini e Andrea De Paola, i responsabili della Pro Loco di Porto Badisco e Pro Loco Uggiano La Chiesa e Casamassella, Francesca Gargasole e Claudio Leone; e ancora Ninì Galati dell’associazione Amici del belvedere di Santa Cesarea Terme, Nino Viceconte e Raffaele Santo, del comitato per la Salvaguardia e Tutela di Porto Badisco, Domenico Serrone e Paolo Pagliaro per il Movimento Regione Salento.
La posizione del Parco
Nelle stesse ore, anche l’Ente Parco, in una nota, ha ribadito la propria contrarietà all’impianto eolico off-shore, in forte sintonia con i 12 comuni di riferimento territorio (come espresso nella deliberazione del proprio comitato esecutivo, la 37 dell’11 dicembre 2024).
Il presidente Michele Tenore parla senza mezzi termini di “aggressione intollerabile a un paesaggio protetto da vincoli naturalistici di straordinaria importanza” e di un territorio che “non può essere sacrificato per un progetto che non tiene in considerazione la straordinaria biodiversità e il valore ecologico delle nostre coste”.
Otranto, Castro, Santa Cesarea Terme, Andrano, Tricase, Tiggiano, Corsano, Gagliano del Capo, Patù, Morciano di Leuca, Castrignano del Capo e Alessano, centri che costituiscono il Parco, sono pienamente allineati su questa posizione di ferma opposizione a un progetto che “minaccia l’integrità ecologica e paesaggistica della zona”.
Né cambia la prospettiva dinanzi ad alcune modifiche applicate alla proposta originale, soprattutto perché a fronte della riduzione numerica degli aerogeneratori, sono aumentate le dimensioni delle turbine, che raggiungeranno i 315 metri. Tra le contestazioni anche il corridoio di posa dei cavi marini che continua a interferire gravemente con l’area destinata a diventare una riserva marina protetta (undici delibere di altrettanti consigli comunali hanno già consolidato il procedimento) con istruttoria avviata formalmente da Ispra il 15 luglio 2024; nel mirino anche la tecnologia TOC (Turbine Offshore Construction) che non offrirebbe sufficienti garanzie riguardo ai suoi impatti ambientali, soprattutto in una zona carsica come quella in questione.
Dall’Ente c’è la ferma volontà di “una rigorosa verifica degli impatti” e di “sensibilizzazione degli enti coinvolti nel processo decisionale”.
Il botta e risposta tra Pagliaro e Delli Noci
Nel dibattito, però, non sono mancate le polemiche e le strumentalizzazioni politiche. In settimana, il consigliere regionale Paolo Pagliaro ha accusato il governo pugliese di aver “gettato la maschera” e “spianato la strada al progetto”, con il “tradimento agli impegni presi a difesa del territorio” per via della Valutazione d’impatto ambientale favorevole rilasciata il 6 dicembre dall’assessorato regionale allo sviluppo economico a guida Delli Noci.
“Siamo indignati ma non stupiti – scriveva in una nota il presidente di Mrs – da questo inchinarsi alle multinazionali dell’energia, che trapelava già nel disegno di legge sulle aree idonee, non a caso bloccato nel suo iter nelle Commissioni referenti”.
L’assessore Delli Noci ha bollato come “fake news” l’attacco definito “insensato” e “ingiustificato” di Pagliaro, ritenuto “superficiale nella lettura dei documenti tecnici ufficiali, ai quali si approccia con un unico obiettivo, diffamare la mia persona”: Delli Noci puntualizza che il parere reso dalla sezione Transizione Energetica è un mero “contributo istruttorio” al procedimento di Via del governo centrale, “non vincolante” che “non riporta – precisa – alcun segno di favore o non favore all’iniziativa, ma evidenzia la necessità di contemperare, nella fase progettuale, idonee misure di compensazione per il territorio e per lo sviluppo di una filiera locale per l’approvvigionamento di risorse umane e materiali”.
“Voglio ribadire – ha concluso Delli Noci -, soprattutto al consigliere Pagliaro, che è evidentemente confuso circa chi decide cosa, che è il governo centrale, rappresentato dalla sua stessa parte politica, a decidere se e dove autorizzare gli impianti. Quello che come Regione Puglia possiamo fare – e stiamo facendo – è vigilare, e fare in modo che i territori su cui il Governo centrale deciderà di installare impianti a fonti rinnovabili ricevano le giuste compensazioni economiche per le comunità”.
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