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Il Sud che cresce, la Campania che fa da traino, Napoli che eccelle. Nessuna pretesa di voler insabbiare inefficienze, sebbene condivisi con tutte le altre metropoli del mondo, ma neanche di perseverare nella cocciutaggine con cui in troppi scelgono di chiudere gli occhi di fronte agli innumerevoli successi che il Mezzogiorno sta registrando. Tanti nostri talenti, emigrati anni fa, oggi rientrano e portano prestigio con la ricerca e l’innovazione.
E tanti anche gli stranieri, europei in testa, che a Napoli hanno trovato il terreno fertile per sviluppare studi e aprire aziende, convinti che il futuro dell’Europa sia proprio qui. Negli ultimi mesi, con Il Mattino abbiamo raccontato innumerevoli storie di uomini e donne che hanno scelto Napoli, confermando un cambio di paradigma non solo teorizzato ma concreto e autentico, di chi ha saputo vedere oltre la nebbia delle critiche a tutti i costi. Hanno semplicemente osservato la città da un punto di vista equilibrato ciò che tanti, perfino napoletani, hanno voluto rinnegare, e immaginato qui il proprio futuro per continuare a crescere insieme al territorio.
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CHI ARRIVA DALL’ESTERO
L’imprenditore digitale francese David Cézon si è innamorato di Napoli dopo un viaggio del tutto casuale. Fu amore a prima vista con la città, e dopo poco si trasferì per un anno, per poi rientrare a Parigi e pianificare un trasferimento definitivo. Crede nel potenziale di Napoli «prima ancora dei napoletani. In tanti hanno lasciato questa città perché hanno troppa paura di non veder realizzati i propri sogni, e non crederci è come una maledizione. Invece, non è così, li invito a tornare e a creare qui il loro futuro».
Ha la stessa opinione anche Charlotte Sleight, ricercatrice in Fisica Teorica di fama internazionale arrivata all’Università degli Studi di Napoli Federico II, dopo aver rinunciato a una posizione da docente alla Durham University nel Regno Unito. «Avrei potuto restare a Durham, ma ho deciso di investire il mio futuro su Napoli perché ho visto il potenziale per creare qualcosa di nuovo: un gruppo dedicato alla gravità quantistica». Eliisa Pitkäsalo è invece arrivata dalla Finlandia all’Università L’Orientale dalla Finlandia, certa che le sue ricerche sull’interazione tra parola e immagine nei fumetti, possano trovare terreno fertile a Napoli.
DA NORD A SUD
Edoardo Pasolli, professore associato di Telecomunicazioni alla Federico II, da Trento ha scelto prima la Nasa e poi Napoli, dove sta dando contributi significativi sui dati dei microbiomi umani e alimentari. «Qui ha spiegato – ho trovato un ambiente accademico stimolante e collaborativo, il Dipartimento di Agraria è un esempio di eccellenza, e lavorarci mi ha permesso di mantenere contatti con realtà internazionali, un aspetto fondamentale per la mia attività di ricerca». Monica Murero, milanese doc, ha acquisito innumerevoli competenze in giro per il mondo, per approdare alla Federico II.
«Oggi i napoletani ha ammesso – hanno una spinta ancora più ambiziosa, avverto un fermento molto forte e un impegno di costruire concretezza. C’è un terreno favorevole per seminare tante altre iniziative e crescere sempre più. Non è quindi necessario dover andare via da Napoli, o, semmai, lo fai e rientri portando delle idee innovative che poi usi in modo costruttivo, per continuare questo rinascimento».
GLI SCIENZIATI
Massimo Taronna, ordinario in Fisica Teorica alla Federico II dopo aver lasciato la Princeton University, ha deciso di puntare i due milioni di euro ottenuti con il Consolidator Grant dell’European Research Council per il suo progetto sulle implicazioni del principio olografico, in capitale umano per «attrarre ricercatori validi da tutto il mondo. Stiamo costruendo un grande gruppo di ricerca internazionale». Cinzia Perrino decise di tornare in Italia dopo un’importante esperienza formativa in una delle più prestigiose Università degli Stati Uniti, convinta di dover contribuire al contesto scientifico e accademico di Napoli. Oggi la sua lungimiranza è stata ripagata: è diventata la quarta professore ordinario in Cardiologia italiana, l’unica del Mezzogiorno.
Dopo una lunga carriera nel settore aerospaziale al Nord e una formazione che abbraccia sia la Fisica che l’Ingegneria elettronica, Valerio Striano ha deciso di tornare a Napoli, dove è project manager al DAC, il Distretto Aerospaziale della Campania convinto che «il Sud ha un potenziale straordinario. Ho deciso di tornare per dare il mio contributo e creare le condizioni per cui i giovani non siano costretti a lasciare la loro terra, contribuire a creare un ecosistema che possa dargli la possibilità di scegliere di restare».
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