Rinnovabili, con la legge Aree Idonee la Sardegna limita la corsa di parchi eolici e solari- Corriere.it

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Rinnovabili, con la legge Aree Idonee la Sardegna limita la corsa di parchi eolici e solari
Pale eoliche in Sardegna. Crediti foto: Getty Images

La transizione energetica, nella terra dei nuraghi, stenta a prendere il vento. E non perch� il maestrale non spiri o le pale eoliche manchino: il timore di ripercussioni sul paesaggio ha smorzato ogni slancio ecologico. � stato approvato pochi giorni fa dal Consiglio regionale il Dl 45 con cui la Sardegna, tre mesi in anticipo rispetto alla scadenza fissata dal Governo, identifica le aree idonee e non idonee per le installazioni di impianti rinnovabili. Il risultato? Soltanto l’1 per cento dell’intera superficie isolana sar� utilizzata a tale scopo.

Prima fra tutte le regioni d’Italia, la Sardegna si � dotata di un decreto che individua le aree idonee e quelle non idonee alla costruzione di impianti di energia rinnovabile. Solo l’1 per cento del territorio sar� destinato alla produzione di energia green, mentre si investono risorse per la costruzione di due rigassificatori

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La misura, che arriva cinque mesi dopo la moratoria con cui lo scorso luglio si intendeva bloccare la realizzazione di nuovi impianti per la produzione di energia pulita, si ispira a un principio: tutelare i luoghi di valore. Per questo, il Dl 45 suddivide il paesaggio isolano, sia quello terrestre sia quello marino, in tre macrocategorie: a basso pregio, ad alta valenza e ordinaria. Se nel primo caso sar� possibile installare pale e pannelli (come spazi industriali dismessi, discariche, aree ferroviarie, portuali non turistiche, aeroportuali, estrattive e coperture degli edifici), nelle zone ad elevata tutela – quali riserve boschive, spazi a rischio idrogeologico, lagune – non sar� consentito farlo. Le aree ordinarie includono tutte le altre superfici che non godono di particolari regimi di protezione.

Le classificazioni e le risorse per le comunit� energetiche

�Le porzioni di territorio nelle quali nuovi impianti saranno possibili, per quanto limitate, sono sufficienti per raggiungere gli obiettivi energetici prefissati�, ha messo in chiaro la presidente della Regione Alessandra Todde in un’intervista all’Huffington Post: �Questo approccio consente di prevenire speculazioni eccessive, garantendo al contempo lo sviluppo delle rinnovabili in modo sostenibile�. Anche gli impianti sono stati classificati (in ragione della loro potenza): piccoli, medi e grandi. Al di l� dei tecnicismi, il Decreto introduce alcune novit� interessanti: ad esempio, le superfici dedicate all’agri-fotovoltaico non potranno occupare pi� del 2-5 per cento del terreno aziendale in cui insistono, con deroghe previste per i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali. A chi la accusa di severit�, Todde risponde: �Quale Regione stanzia, da qui al 2030, circa 700 milioni di euro per comunit� energetiche, impianti fotovoltaici, accumuli di energia elettrica per autoconsumo, con incentivi – anche a fondo perduto – destinati a cittadini, Comuni, imprese, privati ed enti regionali?�.

Burocrazia pi� snella per i Comuni

Semplificazioni in arrivo soprattutto per i municipi: sar� pi� facile per loro proporre deroghe per progetti in aree non idonee, previa consultazione pubblica e studi di fattibilit�. I primi cittadini ne sono entusiasti. �A votare favorevolmente al progetto devono essere i consigli comunali dei paesi interessati “in virt� di un impatto visivo o paesaggistico”. Il voto favorevole deve essere “a maggioranza qualificata”�, scrive su Facebook Maurizio Onnis, sindaco di Villanovaforru e attivista. Ma c’� una norma che fa storcere il naso ai comitati di oppositori: l’articolo 8, riguardante gli interventi di revamping e repowering presso le aree non idonee prima dell’entrata in vigore della legge (si tratta di miglioramenti tecnici che aumentano la resa di un sito, Ndr). Tali interventi saranno fattibili qualora �non comportino un aumento della superficie lorda occupata, e, nel caso di impianti eolici, un incremento dell’altezza totale, da intendersi come la somma delle altezze dei singoli aerogeneratori�.

La garanzia fideiussoria e il paradosso del metano

Tradotto dal burocratese, �laddove oggi ci sono dieci pale da 100 metri, se ne possono costruire cinque da 200, con danni ambientali facilmente immaginabili (per non parlare d’altro)�, riassume Onnis. La preoccupazione � collegata a un interrogativo ancor pi� pressante: chi si occuper�, in futuro, dello smaltimento di pale e pannelli? Allo scopo di prevenire ricadute sulla comunit�, il Dl 45 impone alle imprese di dotarsi di una garanzia fideiussoria per ogni pala e pannello installato. Se i comitati anti-rinnovabili possono tirare un sospiro di sollievo, chi � favorevole alla transizione energetica non � altrettanto soddisfatto. Si teme che questa legge possa rappresentare la pietra tombale per l’energia pulita: pi� del 70 per cento di quella prodotta in Sardegna proviene da fonti fossili. Intanto, sta per partire la realizzazione di due rigassificatori: uno a Porto Torres (vicino a Sassari) e l’altro a Oristano, destinati al recupero del gas dalle navi gasiere e alla conversione del GPL in metano. Tra i mille dubbi, una certezza: i fossili non vanno ancora in pensione.



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