Roma, 18 dicembre 2024 – La geografia del benessere italiano racconta un Paese spaccato. Milano, Firenze e Bologna occupano i primi posti nella classifica delle città metropolitane con la qualità della vita più alta, mentre Napoli, Reggio Calabria e Messina restano in coda.
Il report
Lo certifica il report di Istat ‘Il benessere equo e sostenibile dei territori: le città metropolitane anno 2024’, che analizza 62 indicatori suddivisi in 11 domini, tra cui salute, economia, sicurezza e ambiente.
Italia divisa in due
Il Nord e il Centro Italia consolidano il proprio vantaggio su tutti i fronti: a trainare la classifica sono infatti Firenze, Milano e Bologna, con risultati eccellenti nella salute, nel mercato del lavoro e nella qualità dei servizi. Al contrario, il Mezzogiorno continua ad accumulare ritardi storici, con Napoli, Reggio Calabria e Messina che faticano ad avanzare, penalizzate da fragilità economiche e sociali strutturali.
La salute
La salute è un indicatore chiave per spiegare parte del divario. Firenze vanta la speranza di vita più alta con 84,7 anni, seguita da Milano con 84,4 anni. Napoli, invece, si ferma a 81,2 anni. Ancora più netto il dato sulla mortalità evitabile, ovvero i decessi che potrebbero essere prevenuti con cure o stili di vita adeguati. Firenze registra un tasso di 15,9 decessi ogni 10mila abitanti, mentre Napoli tocca il picco di 27,1. Un chiaro segnale delle difficoltà del Mezzogiorno nel garantire accesso equo a servizi sanitari e di prevenzione.
L’economia
Dal punto di vista economico il distacco è altrettanto evidente. Milano si conferma la locomotiva del Paese, con un reddito medio pro capite di 32.950 euro, ben oltre la media nazionale di 21 mila euro. Reggio Calabria si ferma a 14.576 euro, mentre Napoli raggiunge appena 15.601 euro. Le retribuzioni medie riflettono lo stesso squilibrio, infatti a Milano un lavoratore dipendente guadagna in media 32.472 euro l’anno, contro i 16.064 euro di Reggio Calabria. Il mercato del lavoro completa il quadro delle disuguaglianze. Bologna registra il tasso di occupazione più alto con 78,4%, seguita da Milano con 76,5%. Al Sud, invece, Napoli e Reggio Calabria si fermano al 45,4% e al 45 per cento.
La disoccupazione
Ancora più preoccupante il dato sulla disoccupazione latente: a Reggio Calabria tocca il 37,7%, a Napoli il 35,8%, contro il 6,8% di Bologna. Anche l’occupazione giovanile registra un netto distacco tra Nord e Sud, con Milano dove lavora il 41,7% dei giovani tra i 15 e i 29 anni contro il solo 17% di Reggio Calabria.
I servizi
La qualità dei servizi è uno dei punti di forza del Nord e del Centro, con ancora una volta Milano, Bologna e Firenze che si distinguono per l’efficienza dei trasporti, delle infrastrutture e dei servizi educativi. Il dominio Istruzione e formazione, però, evidenzia i contrasti più marcati: se nel Nord i livelli di competenza scolastica e l’accesso ai servizi educativi sono alti, nel Sud le carenze strutturali si traducono in dispersione scolastica e povertà educativa.
La sicurezza
La percezione della sicurezza varia notevolmente da città a città e non si presenta del tutto a favore del Nord. Messina è la città metropolitana in cui i cittadini si sentono più sicuri, con il 69,3% delle persone che dichiara di non avere timori nel camminare da solo di notte. Seguono Reggio Calabria (66%) e Genova (63,9%). All’opposto Napoli e Bari registrano i dati peggiori: rispettivamente il 52,6% e il 50,6% della popolazione si sente al sicuro. A Milano e a Roma meno della metà delle donne si sente sicura camminando per la strada nella zona in cui vive quando è buio ed è sola, a Napoli tale percentuale si attesta al 50 per cento.
L’ambiente
Sul fronte ambientale il quadro è preoccupante per tutte le città metropolitane. Due terzi degli indicatori si attestano sotto la media nazionale, soprattutto a causa della qualità dell’aria e del consumo di suolo. Milano e Torino sono tra le città più colpite dallo smog, mentre Napoli e Palermo affrontano sfide legate alla gestione dei rifiuti e all’adattamento ai cambiamenti climatici. Il clima urbano, misurato attraverso l’esposizione alle isole di calore, rappresenta un’emergenza in costante crescita: le aree densamente urbanizzate risultano più vulnerabili rispetto ai capoluoghi meno estesi. Le città metropolitane ospitano il 36,2% della popolazione italiana e rappresentano un terreno decisivo per il futuro del Paese. I numeri raccontano di un’Italia divisa, in cui il Nord avanza mentre il Sud fatica a tenere il passo. Ignorare le città metropolitane più in difficoltà significa rinunciare a una parte cruciale del potenziale italiano.
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