Cambia ancora la Manovra e i bonus si moltiplicano

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È slittata a questa mattina la conferenza dei capigruppo della Camera chiamata a definire i tempi di esame della Manovra in Aula. Indiscrezioni indicano il 28 dicembre come il giorno in cui la legge di Bilancio del ministro Giancarlo Giorgetti potrebbe avere l’ok definitivo dal Senato.

E con le ultime riformulazioni cambia ancora la Manovra. Sarà possibile andare in pensione a 64 anni, cumulando gli importi del fondo complementare, ma solo se si hanno già 20 anni di contributi e se si è pienamente nel regime contributivo: la somma dei contributi previdenziali con l’aggiunta di quelli complementari vale ai fini del raggiungimento dell’importo richiesto per accedere alla pensione.

E’ questa la novità, in chiave pensionistica, che è stata introdotta con un emendamento alla legge di Bilancio con l’obiettivo di rendere più flessibile l’accesso alla pensione. Al momento la norma riguarda pochissime persone, visto che interessa lavoratori che sono nel pieno regime contributivo e quindi assunti successivamente al primo gennaio 1996, che quindi hanno al massimo 28 anni di contributi.

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“Ancora una volta – prosegue la Cgil- si peggiora la legge Monti-Fornero, quella norma così tanto criticata negli anni che continua ad essere consolidata e applicata”.

Stop all’aumento delle tariffe autostradali, si riduce la proroga delle concessioni elettriche

Salta l’incremento dell’1,8% per il 2025, delle tariffe autostradali. Si riduce da 40 a 20 anni la proroga delle concessioni elettriche. Il maggior gettito derivante dalla norma va a ridurre le bollette per gli utenti. Arriva una nuova convenzione tra Mit e Anas con una concessione di 50 anni.

Forza Italia dovrà rassegnarsi: l’abbassamento dal 35 al 33% del secondo scaglione Irpef non ci sarà.

Sì all’innalzamento da 30 a 35mila euro del tetto di reddito da dipendente sotto il quale per la parte di lavoro autonomo si può accedere alla flat tax.

Arrivano fondi per tre milioni in tre anni per le imprese dell’indotto ex Ilva. A sostegno delle imprese del settore automobilistico arrivano 400 milioni in due anni.

Tra le micro-norme spunta uno stanziamento di 10mila euro per una associazione che promuove il gelato artigianale. Mentre arriva un’aliquota ridotta per i micro-birrifici artigianali. Fondi anche alle celebrazioni della Resistenza e per la casa museo di Matteotti.

Stretta sui ricorsi delle associazioni contro i calendari della caccia decisi dalle Regioni, con la possibilità “qualora la domanda cautelare sia accolta e fino alla pubblicazione della sentenza” di consentire l’attività venatoria in base al calendario precedente.

Ok anche a un fondo per aumentare gli screening sanitari sul lavoro e un incremento del personale Inail.

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Bonus e mancette a profusione

Arriva un bonus per la sostituzione degli elettrodomestici obsoleti per sostituirli con altri più green: arriva un contributo al massimo al 30% del costo dell’elettrodomestico e in misura non superiore a 100 euro per apparecchio, elevati a 200 se l’Isee è sotto i 25mila euro.

Torna, ma solo per i titolari di reddito d’impresa, il credito d’imposta per interventi di manutenzione e restauro di impianti sportivi. Niente bonus per le scuole paritarie ma arrivano fondi in favore di quelle che accolgono alunni disabili.

Ok a una serie di fondi sul fronte della salute: dagli screening contro il tumore al polmone alle campagne per la riserva ovarica. Fondi al bonus psicologo e allo psicologo a scuola.

Si sblocca la retribuzione degli specializzandi dell’area non medica con 60 milioni in due anni per la retribuzione dei tirocini di veterinari, psicologi, biologi, farmacisti, odontoiatri, chimici e fisici.

Via libera a un fondo per la stabilizzazione dei ricercatori del Cnr. Niente riduzione nel 2025 del turn over per forze di polizia e vigili del fuoco ma anche negli enti locali. Salgono da 20 a 50 milioni di euro i fondi destinati a misure in favore dell’editoria nel 2025.

Il Fondo per la morosità incolpevole viene rifinanziato per 10 milioni di euro per il 2025 e 20 milioni di euro per il 2026.

Ok all’Ires premiale per le imprese che reinvestono

Ok alla riduzione dell’Ires di 4 punti per le imprese che accantonano almeno l’80% degli utili dell’esercizio 2024, e ne reinvestono in azienda almeno il 30%, e comunque una quota non inferiore al 24% degli utili dell’esercizio 2023. Gli investimenti non devono essere inferiori a 20.000 euro e le aziende dovranno assumere a tempo indeterminato l’1% di lavoratori in più.

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Via libera alla web tax solo per le grandi aziende con ricavi sopra i 750 milioni e alla riduzione della tassa sulle plusvalenze delle criptovalute che nel 2025 torna al 26% (la Manovra la portava al 42%), per poi salire al 33% dal 2026. Per quanto riguarda le criptovalute viene anche eliminata la no tax area fino a 2.000 euro.



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