I diritti conquistati in materia di lavoro sono stati il risultato di lotte e rivendicazioni condivise che hanno richiesto decenni di impegno, sacrificio e volontà incrollabile.
La scelta di svolgere l’assemblea generale Fillea Cgil Umbria al Museo Regionale dell’Emigrazione di Gualdo Tadino vuole essere testimonianza e tributo di quel percorso di lotta e abnegazione.
Il ricordo delle migliaia di lavoratori italiani che sono emigrati per cercare migliori opportunità all’estero non deve farci dimenticare le nostre radici. Al contrario, dovrebbe semmai aiutarci a sviluppare e potenziare la consapevolezza di chi siamo stati anche nell’ascolto e nella comprensione di chi si trova a vivere la stessa situazione cercando una vita e un lavoro migliore in questo Paese. Un’occasione di confronto, quella di lunedì, cui hanno preso parte, tra gli altri, il sindaco di Gualdo Tadino, Massimiliano Presciutti, e la consigliera regionale, Letizia Michelini, che hanno portato il loro contributo di riflessione sull’importanza di costruire e garantire politiche inclusive e di sviluppo sostenibile per il settore delle costruzioni e del territorio.
Stando ai dati dell’Osservatorio della Commissione Nazionale Paritetica per le Casse Edili (CNCE), i lavoratori stranieri impiegati in edilizia ammontano al 32% del totale, mentre nella nostra regione la percentuale arriva ad essere del 50%. Dati tutt’altro che trascurabili che indicano come i lavoratori immigrati costituiscano una risorsa fondamentale a livello economico e sociale, una risorsa che tuttavia non è supportata da una rete efficace di sostegno. La dimensione delle imprese, prevalentemente medio piccola nella nostra regione, la stagionalità del lavoro e la precarietà dell’impiego costituiscono infatti fattori che spingono i lavoratori stranieri ad incontrare forme di sfruttamento e caporalato.
Mentre restano sfide urgenti legate alla difficoltà di reperire manodopera qualificata e alla necessità di affermare una maggiore sicurezza nei cantieri, la segretaria generale della Fillea Cgil Umbria, Elisabetta Masciarri, ha evidenziato nella sua relazione le profonde carenze del nuovo Codice degli appalti. Secondo Masciarri, “le presunte equivalenze tra contratti diversi rischiano di compromettere il principio di parità delle tutele, incentivando il dumping contrattuale e abbassando le garanzie per i lavoratori“. Si tratta di un aspetto su cui è fondamentale mantenere alta la vigilanza da parte di tutte le parti coinvolte. Il dialogo tra istituzioni, imprese e rappresentanti dei lavoratori è fondamentale per affrontare le sfide del settore e costruire un sistema più giusto e sostenibile. In questa direzione, – aggiunge Masciarri – si muove anche la collaborazione con realtà come Nuove Ri-Generazioni Umbria, il cui nuovo presidente, Mario Margasini, è stato recentemente eletto. L’Associazione rappresenta infatti un valore aggiunto di approfondimento e di analisi utile al settore per conoscere meglio la realtà regionale e promuovere progetti innovativi che puntino alla rigenerazione urbana e alla coesione sociale”.
I delegati intervenuti inoltre hanno sottolineato come i cantieri rappresentino non solo un luogo di produzione, ma anche uno spazio di inclusione sociale. Tuttavia, hanno evidenziato che tale potenzialità e arricchimento reciproco possono emergere solo se sostenuti da politiche adeguate, politiche che invece sono attualmente insufficienti: ”Servono interventi mirati per garantire formazione continua, il rispetto delle norme contrattuali, contratti stabili e condizioni di lavoro sicure per tutti”.
A tale proposito, Maurizio Maurizzi, segretario nazionale della Fillea Cgil, nel suo intervento conclusivo, ha richiamato l’attenzione sull’importanza dei sei referendum promossi dalla Cgil. “Autonomia differenziata, lavoro, cittadinanza: questi sono i temi portanti dei quesiti referendari che la settimana scorsa hanno ottenuto il via libera dalla Corte di Cassazione. Attendiamo ora con fiducia il pronunciamento della Corte Costituzionale previsto per fine gennaio, che aprirà le porte a una primavera della democrazia. Con sei Sì, possiamo cambiare il modello sociale ed economico del Paese, mettendo al centro un’idea diversa di lavoro, uguaglianza e partecipazione“.
Maurizzi ha sottolineato come questa iniziativa sia il risultato di una straordinaria mobilitazione che ha raccolto milioni di firme su temi centrali per le condizioni di vita e di lavoro delle persone, collegando in modo coerente i quesiti sull’autonomia differenziata con quelli sul lavoro, la sicurezza e la cittadinanza. “Questo è il nostro messaggio ai cittadini: con il vostro voto, potete incidere concretamente per rilanciare un’idea di società più giusta, democratica e partecipativa“.
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