Il principale indagato, un tunisino, ricevuto l’avviso di interrogatorio come da nuova normativa, è fuggito nel suo paese d’origine. Già in carcere, invece, un suo connazionale e un italiano
Nella mattinata del 16 dicembre, personale del Commissariato P.S. di S. Benedetto, in collaborazione con la Squadra Mobile della Questura di Ascoli, a conclusione di una complessa attività investigativa diretta dalla Procura della Repubblica di Ascoli, ha dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare di custodia in carcere a carico di tre persone ritenute responsabili, a vario titolo, di concorso in detenzione ai fini di cessione e cessione di sostanze stupefacenti (eroina); l’ordinanza disponeva inoltre la misura degli arresti domiciliari per una quarta persona e la misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per due ulteriori persone.
Come previsto dalla nuova normativa introdotta dall’agosto 2024 (legge 114/2024) il Giudice prima di emettere l’ordinanza di misura cautelare di cui sopra, ha dovuto avvertire tutti gli indagati che vi era a loro carico una richiesta di misura cautelare (anche carceraria) avanzata dalla Procura, invitandoli a prendere visione di tutti gli atti messi a loro disposizione e a farsi interrogare per presentare elementi a propria difesa, dando un termine di almeno cinque giorni tra il momento della notifica dell’invito e l’interrogatorio.
La persona (un 37enne di origine tunisina) che dagli indizi raccolti risultava essere il principale indagato che gestiva un importante traffico di eroina con canali di approvvigionamento a Roma e a Castel Volturno, riceveva la notifica il 25 novembre scorso per un interrogatorio fissato per l’11 dicembre.
Pochi giorni dopo il 25 novembre tale persona (unitamente da altro soggetto per cui veniva disposta la misura minore dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria) si allontanava dall’Italia recandosi presumibilmente in Tunisia, e il giorno fissato per l’interrogatorio non si presentava.
Quindi al momento di dare esecuzione della Ordinanza di custodia cautelare in carcere a suo carico (ordinanza emessa necessariamente dopo la data fissata per l’interrogatorio) il personale di Polizia, nonostante le accurate ricerche effettuate, prendeva atto della irreperibilità sul territorio nazionale del soggetto in questione e l’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico della persona che risultava il principale indagato (unico ad esserlo per 7 distinti episodi di approvvigionamento/detenzione e cessione di quantitativi non modici di eroina) restava quindi ineseguita; (così come ineseguita quella dell’obbligo di presentazione alla PG disposta a carico della cittadina tunisina anch’essa allontanatasi subito dopo aver preso conoscenza della richiesta di misura cautelare a suo carico).
Veniva data invece esecuzione alla custodia in carcere disposta per altri due indagati (un cittadino italiano e un cittadino tunisino) che si trovavano già ristretti rispettivamente in carcere e in un centro di permanenza per il rimpatrio, e parimenti veniva data esecuzione alle misure degli arresti domiciliari e dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria a carico rispettivamente di due cittadini italiani.
Dagli elementi indiziari raccolti nel corso di complesse e articolate attività di indagine sviluppatesi anche con attività tecniche, risultava che il principale indagato si avvaleva anche della collaborazione di incensurati per il trasporto di eroina da Castel Volturno con autovetture prese a noleggio, disponendo quindi con una attenta supervisione il confezionamento dello stupefacente (in panetti da 25 o 50 grammi ) per poi destinarlo a ulteriori soggetti incaricati della vendita al dettaglio secondo le specifiche disposizioni ricevute.
Nel corso del procedimento tutti gli indagati avranno ulteriormente modo di fornire la propria versione dei fatti e di verificare e contestare la solidità degli indizi fin’ora raccolti a loro carico.
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