Etiopia | la crisi degli sfollati interni tra conflitti e cambiamento climatico

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Mentre la regione del Tigray, nord dell’Etiopia, vive finalmente un periodo di assenza di conflitti grazie all’accordo firmato nel novembre 2022, continua a rimanere preoccupante la crisi di sfollati interni nel paese.
Attualmente l’ Etiopia registra 4,5 milioni di sfollati interni (IDPs) in fuga da guerre, disastri climatici e instabilità economica. La maggior parte di questi si concentra nelle regioni del Tigray, Somali e Oromia, dove Medici con l’Africa Cuamm interviene con il duplice obiettivo di rispondere alle emergenze e trovare soluzioni sostenibili e durature, per creare un sistema sanitario più resiliente.

Al livello nazionale, la regione del Tigray è quella che ospita il maggior numero di migranti in fuga da guerra: il 38,3% del totale nazionale pari a 871.056 persone (dati Oim, maggio 2024). Due anni di conflitto armato hanno avuto ingenti ripercussioni sul sistema sanitario regionale limitando gravemente l’accesso alle cure per i tigrini. Dopo la guerra, circa il 70% degli ospedali e dei centri sanitari del Tigray risultava parzialmente o totalmente danneggiato. L’Ospedale Suhul, nella città di Shire, è uno di questi.

«Ho iniziato a lavorare in questo ospedale prima della guerra e ho vissuto in prima persona le conseguenze del conflitto sulle cure in termini di risorse umane, attrezzature mediche e soddisfazione sia dei pazienti che degli operatori sanitari» ha dichiarato Gebremedhin Atakilti, Direttore Medico dell’Ospedale Suhul.

Per rispondere ai bisogni urgenti della popolazione locale, Cuamm ha avviato un primo intervento nella regione per riabilitare proprio l’Ospedale Suhul, a Shire, una struttura di riferimento per oltre 2 milioni di persone, inclusi gli sfollati interni. Essendo uno dei maggiori centri urbani del Tigray, Shire ospita circa 175.000 sfollati interni accolti in parte nei 6 campi della città e in parte, oggi circa 110.000, in comunità ospitanti.

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«Questo piccolo centro sanitario si trova proprio accanto al campo, per questo affrontiamo spesso focolai di colera e dobbiamo essere pronti a intervenire – ha dichiarato Tsegay Gebre Yesus, responsabile del Centro Sanitario Five Angels a Shire. – qui serviamo principalmente gli sfollati, offrendo loro cure gratuite».

Il conflitto nel Tigray ha gravemente ostacolato l’accesso della popolazione ai servizi sanitari, colpendo principalmente donne e bambini. Cuamm sta lavorando sia a livello ospedaliero che all’interno della comunità per ripristinare servizi essenziali come cure materne e neonatali, trattamento e follow-up della malnutrizione, test HIV e terapia antiretrovirale (Art) senza dimenticare il supporto psicologico a donne e ragazze adolescenti che hanno subito violenza.

Se il conflitto è la causa principale degli sfollamenti nella regione settentrionale del Tigray, l’arrivo del fenomeno El Niño ha causato spostamenti massicci nelle zone meridionali e sudorientali del Paese. A maggio 2024, la siccità è stata la causa primaria dello sfollamento per circa 544.002 persone (16,5% del totale nazionale), nelle regioni Somali, Oromia e Afar. Altre cause climatiche includono inondazioni improvvise, alluvioni stagionali, frane e incendi, eventi che hanno minacciato le popolazioni locali in termini di sicurezza alimentare e rischio di malattie trasmesse dall’acqua.

É la regione Somali, a est, ad ospitare il numero più alto di migranti climatici: si stima che qui si concentri il 73,1% del totale nazionale pari a 397.913 persone.
L’intervento di Medici con l’Africa Cuamm nell’area si concentra sulle zone di Fafan e Liben, dove le condizioni climatiche hanno limitato l’accesso ai servizi e acuito la condizione di vulnerabilità della popolazione. Per facilitare l’accesso alle cure, Cuamm sta impiegando 2 cliniche mobili dedicate ad interventi di salute e nutrizione in 11 villaggi nei distretti di Filtu e Bokolmayo. Un intervento che ha permesso di raggiungere finora 21.584 persone. I servizi sanitari offerti includono: vaccinazioni pediatriche, cure prenatali per donne in gravidanza, screening per malnutrizione e problemi psicologici, trattamento antielmintico per la schistosomiasi e referenze di emergenza.





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