I prezzi rimangono gli stessi, ma paghi lo stesso di più, ecco come ti imbrogliano sulla spesa

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Cos’è la Shrinkflation e perché ci impoverisce? Si tratta del processo attraverso il quale non viene aumentato il prezzo di un determinato prodotto, ma viene diminuita la quantità di prodotto nella confezione. Di fatto, anche se il consumatore non se ne rende realmente conto, il prezzo del prodotto sale.

Con l’inflazione in aumento degli ultimi anni, moltissime aziende hanno deciso di mettere in campo questa nuova strategia e si tratta di un fenomeno largamente diffuso in Italia.

Proprio per questo motivo le associazioni dei consumatori hanno deciso di denunciare il problema che sta svuotando sempre di più i carrelli dei consumatori.

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Paghi di più anche se non te ne accorgi

Negli ultimi anni i consumatori hanno imparato a fare molta attenzione all’aumento dei prezzi, ma non sempre consultano tutte le indicazioni presenti sulle confezioni dei prodotti che acquistano. Molto spesso la diminuzione dei contenuti è accompagnata anche da un restyling della confezione, per sviare l’attenzione di chi acquista.

E se prima, magari, si pagava 1 euro una confezione di pasta da 500 grammi, ora si paga 1 euro per 400 grammi di pasta. E il consumatore neanche se ne accorge se non si mette a leggere il prezzo al chilo o la quantità contenuta nella confezione (perché nella maggior parte dei casi la grandezza della confezione rimane invariata).

Una confezione di tè che prima conteneva 25 bustine, magari oggi ne contiene 20. E le mozzarelle? Prima pesavano 125 grammi, ora solo 100…ma il prezzo è uguale.

Ciò che conta, però, non è la riduzione del prodotto nella confezione, quando la trasparenza di questa riduzione stessa, perché, come detto, nella maggior parte dei casi il consumatore neanche se ne rende conto al momento dell’acquisto.

Le soluzioni all’inganno

Con il DDL Concorrenza si è cercato di trovare una soluzione al problema con le “Disposizioni in materia di riporzionamento dei prodotti preconfezionati”. La norma, però, si limita a disciplinare il fenomeno della shrinkflation quando è messa in atto con un confezionamento del tutto inalterato. Ma non sempre è così: in questo caso sarebbe sufficiente l’introduzione di un nuovo formato, solo leggermente diverso dal precedente, per aggirare l’obbligo. Si tratta, quindi, di una evidente lacuna da colmare.

Inoltre, molto spesso un prodotto può essere interessato da offerte momentanee applicate dal punto vendita che potrebbero mascherare la riduzione delle quantità.

Su un comunicato stampa di Federconsumatori si legge:

“Anche relativamente alle tempistiche previste dal DDL Concorrenza vi sono alcuni dubbi: la norma rileva l’obbligo di indicare la dicitura: “Questa confezione contiene un prodotto inferiore di X (unità di misura) rispetto alla precedente quantità” per un periodo di sei mesi a decorrere dalla data di immissione in commercio del prodotto interessato. La formulazione è piuttosto ampia, dovrebbe essere circoscritta all’immissione in commercio del prodotto in quel determinato formato, per un periodo più ampio di sei mesi.

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Per rendere la norma veramente efficace e utile a combattere le speculazioni, oltre ai correttivi indicati, è necessario:

•⁠  ⁠Introdurre l’obbligo per i produttori di mettere in evidenza la quantità di prodotto contenuto, destinando a ciò almeno il 15% della grafica presente sulla parte frontale (o la più evidente) del packaging.

•⁠  ⁠Prevedere che la violazione o l’elusione di tale obbligo, nonché ogni pratica commerciale che possa trarre in inganno il consumatore sulle quantità di prodotto acquistate mediante accorgimenti sul confezionamento dei prodotti, sia una pratica commerciale scorretta o ingannevole, inserendo la stessa nell’elenco delle infrazioni previste dal Codice del Consumo, con tutto ciò che ne consegue anche in termini di vigilanza dell’AGCM.

•⁠  ⁠Disporre un opportuno sistema di vigilanza, per monitorare l’incidenza del fenomeno sulla spesa delle famiglie e per verificare la corretta applicazione delle norme, prevedendo opportune sanzioni per chi non rispetta le misure vigenti.”

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