Stellantis, chi è Imparato, l’anti-Tavares che legge Sartre, ama il tennis e tifa Italia

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di
Christian Benna

Il nuovo manager che  ha ripreso il dialogo con il governo. La storia in Peugeot, le passioni e una ricetta vecchia con uno stile nuovo

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Con quell’accento un po’ così, «sono un terrone di Francia, mio bisnonno era di Gaeta», e la faccia bonaria da zio di tutti, «ho 58 anni, sono vecchio, eh, ci vuole ricambio generazionale», Jean-Philippe Imparato, che ieri ha incontrato i sindacati, si è presentato al governo italiano come volto nuovo di Stellantis Europa, sostituendo al volante almeno per un semestre, il supermanager Carlos Tavares, il primo della classe dimesso il primo dicembre, che molti non vedevano l’ora sbattesse il muso contro una severa bocciatura. 

La rotta, in verità, è grosso modo quella tracciata dall’ex ad portoghese, sostengono i critici, «A Mirafiori c’era la 500 e la 500 rimane», ma i modi morbidi del manager francese nato a Sète, come George Brassens sono tutt’altra musica.




















































Vecchia formula, nuovo stile

Si dice che la forma è sostanza. E deve essere così visti i commenti quasi ciclostilati della politica che sottolineavano il cambio di passo, benché il piano Stellantis per l’Italia targato Imparato confermi in larga parte il piano Tavares.

Al posto del manager più pagato del mondo dell’auto, elettrico, modi spicci e diretti, che a ogni incontro sembrava uscito da una corsa da rally per salire su un ring, ora c’è la guida sicura e sorniona del padre di famiglia che vuole farsi amare da tutti.
 
In Stellantis si ricorda quando questo manager nato e cresciuto in Peugeot, fino a diventare ad di Psa, arrivò Aa Torino nel 2021 per prendere la guida di Alfa Romeo. Già l’atterraggio in Italia sembrava l’incipit di romanzo sentimentale. «Ho viaggiato nella notte attraversando le Alpi sotto una nevicata perché mi batteva il cuore. Non vedevo l’ora di vedere l’Alfa Romeo». Se Tavares amava parlare in piedi ai suoi interlocutori, il suo tempo è denaro, Imparato non mette fretta, ascolta.

Il messaggio funziona. Il manager francese è un metodico che non ama i colpi di testa, il contrario di Tavares, che riuscì a sfidare apertamente un peso massimo come il suo boss, Carlos Ghosn, ai tempi della Renault. «Un giorno voglio essere il capo», annunciò il portoghesi. Ma il giorno dopo fu defenestrato per cominciare la scalata in Psa, dove c’era Imparato e poi in Stellantis. La pazienza di Imparato arriva al traguardo. E qualcuno si spinge persino a dire che potrebbe essere lui il prossimo anche se pare improbabile. Imparato saprà ricucire gli strappi della gestione Tavares, soprattutto a livello governativo, uscendo dal conflitto a bassa intensità tra esecutivo Meloni ed Elkann che non ha fatto bene a nessuno. 

Un uomo del sud

Imparato, l’italiano di Francia, che parla la nostra ligua fluentemente pur non rinunciando alla erre arrotondata alla massima potenza, sembra prendere le distanze da Tavares in ogni conversazione istituzionale, con politica e sindacati.

«Odio le false promesse», quelle che il leader di Azione Carlo Calenda aveva imputato a Tavares ed ad Elkann. E infatti non si sbilancia più di tanto sul ritorno a una produzione di un milione di vetture.

 «Voglio portarvi solo concretezza, solo fatti concreti». Quindi non si parla più di Mirafiori Automotive Park, l’ennesimo cappello per Mirafiori inventato da Tavares. Ma si parla di 500. E di tutta la gamma di Fiat 500.

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Imparato è uomo del sud della Francia che a differenza del monaco asceta Tavares sa godersi la vita. Le cronache locali di Sète lo raccontano come un amante dello sport, gioca anche due volte a settimane. È anche un «car guy» come Tavares ma non solo «auto». Da buon concittadino dell’anarchico cantautore Brassens, Imparato, sposato con Magali da cui ha avuto due figli, ha detto al periodico Dis Leur: «Mi immergo spesso in letture non conformi al pensiero benpensante. E non solo letture di business, ma anche Sartre e Nietsche. Letture che aiutano a riflettere, cambiare idea, a interrogasi, a strutturare un pensiero». 

Tavares era ossessionato dai costi. E infatti era il mago riconosciuto nel creare valore per gli azionisti. Imparato si dice ossessionato dal cliente, e quindi dal prodotto. Basterà per far innamorare di nuovo l’Italia dell’ex Fiat? Per ora ha funzionato.

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18 dicembre 2024 ( modifica il 18 dicembre 2024 | 10:23)

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