Ci avviciniamo alla conclusione di questo 2024 che ha segnato dal punto di vista economico tante difficoltà. L’ultimo report di novembre di Confindustria evidenzia che i settori “moda e auto affondano l’industria italiana”. “Nei primi 9 mesi del 2024, la produzione industriale italiana è scesa del 3,3% rispetto allo stesso periodo del 2023”, si legge nel report degli industriali. “Le prospettive per i prossimi mesi sono legate al recupero di consumi e investimenti in Italia e in Europa che avverrà, ma lentamente, grazie alla lenta risalita del reddito disponibile e al taglio dei tassi. La Cassa integrazione ordinaria nella manifattura è aumentata di circa il 50% rispetto ai primi tre trimestri dello scorso anno. La fiducia delle imprese manifatturiere è debole da circa un anno. I prezzi delle materie prime utilizzate da vari settori manifatturieri sono rimasti alti, anche dopo la fin dell’impennata delle quotazioni del 2021-2022. Ciò accade soprattutto per l’energia in Europa che penalizza la competitività delle imprese italiane, non solo nei settori più energivori”.
Coop Reno: energia, quanto mi costi!
Venendo a Coop Reno, rispetto a un anno fa il costo dell’energia. che pure avevamo previsto in aumento di circa 1,5 milioni di euro, risulterà superiore ai 2,5 milioni di euro. Avevamo preventivato un aumento perché nel 2024 sarebbe finito l’accordo che ci aveva visto lungimiranti, nel 2020, quando in piena pandemia comprammo energia per i 3 anni successivi. Il 2024 sarebbe tornato a prezzi pre-pandemia e lo sapevamo. Il problema principale che abbiamo dovuto affrontare, però, non sono stati gli alti costi della materia prima, ma quelli accessori. Per dare un’idea, nel 2024 pagheremo la materia prima 168 euro a megawatt, ma stiamo pagando ben 98,3 euro di costi accessori, costituiti da tasse, dispacciamento, distribuzione ecc., cioè costi non trattabili. Moltiplicate per circa 20 mila megawatt, ovvero il consumo annuo per dare energia ai nostri negozi, e capite che spenderemo nel 2024 circa 2 milioni di euro solo di costi accessori di energia. Inutile parlare di buona politica e di come le leggi possano aiutare o danneggiare le imprese, se poi ci troviamo di fronte a queste voci di spesa.
La sofferenza dei settori
Tornando agli studi di Confindustria, “a livello settoriale emergono performance molto differenti“, si legge. “Pochi settori sono cresciuti nel 2024: altri mezzi di trasporto (che includono gli armamenti) e riparazioni/installazioni registrano ampi incrementi (rispettivamente +8,2% e +5,4%), ma anche alimentari e carta crescono (+2,5% e +1,5%). Soffrono tutti gli altri settori, la maggioranza. In particolare sono in affanno l’automobilistico e il comparto abbigliamento-tessile- pelli. Nei primi 9 mesi del 2024 la produzione dei settori riconducibili alla moda ha subito una forte flessione: –15,1% le pelli,–9,5% l’abbigliamento, –5,9% il tessile (–8,2%). Le ore autorizzate di cassa integrazione nel complesso dei tre sottosettori sono più che raddoppiate, l’export ha registrato un -4,5% nei primi 8 mesi e il fatturato un –9,0% a prezzi correnti.
Nel post-pandemia, dopo una breve e vivace ripresa, il settore ha cominciato a soffrire (lusso incluso)+ e le imprese della moda (soprattutto quelle più piccole, ma non solo) hanno visto una diminuzione verticale degli ordini, merce accantonata nei ma gazzini e conseguente stallo nella produzione, fin alla forte contrazione iniziata nel secondo semestre 2023, che non sembra arrestarsi. In prospettiva, non si vedono molti segnali positivi: le guerre in Medio Oriente e tra Russia e Ucraina, la frenata in Germania e nell’import cinese raffreddano mercati cruciali per il settore; la fiammata inflazionistica ha lasciato i prezzi finali più alti.
Prendiamo il crollo del settore auto. La produzione in Italia è in calo del –19,4% nei primi 9 mesi del 2024 sugli stessi mesi del 2023. Il settore automotive è uno dei principali della manifattura italiana: pesa per il 6,3% della produzione (e con l’indotto ancora di più: la sua crisi, perciò, impatta molto sull’economia). Quali sono i motivi del crollo produttivo dell’ultimo anno? Il calo della domanda, come si vede dalle immatricolazioni (anche se aumenta di poco l’import); il cambiamento delle abitudini, specie dei giovani (car sharing, noleggio, ecc.); le tendenze demografiche; il prezzo medio delle auto nuove in forte aumento (+3,0% all’anno nel 2018-2024), sulla scia di maggiore tecnologia a bordo e aumento delle dimensioni dei veicoli, ma anche per il rincaro di materie prime ed energia; prezzi troppo alti per le elettriche: in 10 anni, a parità di modello, il costo è maggiore di +15% rispetto all’endotermico; si aggiunge (ad oggi) la scarsa disponibilità di ricariche e la minore autonomia”.
Supersconti e promozioni
Che l’economia generale sia in crisi, lo vediamo anche noi nei nostri supermercati. Nel 2024 abbiamo riscontrato diversi segnali: ad esempio molti più prodotti acquistati in sconto, quindi una maggiore attenzione alle promozioni e alle linee che costano meno (come gli Spesotti, oltre 2,5 milioni di acquisti in più rispetto al 2023). Da parte nostra, l’impegno a garantire la massima convenienza possibile si traduce in oltre 14 milioni di euro di riduzione prezzi a tutto il mese di novembre. Come sappiamo, non possiamo confrontare i nostri negozi, che sono di piccole e medie dimensioni, con i grandi centri commerciali, ma riusciamo a essere comunque molto competitivi e, soprattutto con i prodotti marchio Coop, a offrire un ottimo rapporto qualità-prezzo. Ne abbiamo venduti sino ad oggi oltre 32 milioni di pezzi, graditi soprattutto ai nostri soci, cresciuti anche quest’anno: se ne sono iscritti quasi 5 mila alla nostra cooperativa!
Luci spente per la solidarietà
Avevamo costruito il budget di quest’anno con un leggero utile di 100 mila euro circa, proprio perché erano tante le criticità in questo 2024, non ultima l’inflazione. Le stime, ora che siamo vicini a chiudere il consuntivo, ci dicono che rispetteremo quell’obiettivo, e soprattutto siamo soddisfatti di aver mantenuto la nostra identità cooperativa sul territorio. Anche quest’anno chiuderemo infatti con un incremento del numero degli occupati (oltre 40 assunzioni a tempo indeterminato) e abbiamo tante attività sociali a bilancio: tra queste, l’inaugurazione delle panchine rosse contro la violenza sulle donne in tutti i 48 comuni in cui siamo presenti, completata il 25 novembre. E a proposito di progetti sociali, troverete nelle pagine a seguire un servizio su una scelta inusuale che abbiamo fatto quest’anno: rinunciare alle luminarie natalizie negli edifici dei negozi, per reinvestire quelle risorse in qualcosa di più utile, la solidarietà. Doneremo 10 mila euro a due associazioni: a Ail Bologna per un progetto di ricerca sui tumori e ad Emergency a sostegno di tutte le attività per i più deboli per la pace, in un periodo purtroppo contrassegnato da tante guerre.
Sono convinto che anche queste decisioni, in controtendenza rispetto alla grande distribuzione organizzata, ci distinguono dalle altre catene di supermercati. Magari non sono cifre che cambieranno il mondo, ma a volte il messaggio può essere più importante delle somme che vengono stanziate.
Spero condividiate questa nostra scelta. Non mi rimane che formulare a tutti voi, socie e soci, e alle vostre famiglie, i migliori auguri di buone feste e buon domani!
Puoi leggere questo articolo anche sull’edizione online di Consumatori o ritirare gratuitamente la copia cartacea della rivista in un negozio Coop.
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