possibilità di andarci a 64 anni, ma con la previdenza complementare

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La manovra di bilancio 2025 porta grosse novità in ambito pensionistico, soprattutto per chi è stato previdente nella scelta versare dei soldi al proprio fondo di previdenza complementare privato. La novità in arrivo nel 2025 riguarda infatti la possibilità di utilizzare i fondi (compreso il Trf) versati nella previdenza complementare per il calcolo del raggiungimento dei parametri previsti sia per la pensione di vecchiaia sia per quella anticipata. In soldoni, chi ha scelto di destinare nel proprio fondo di previdenza complementare il Tfr o chi ha avuto la disponibilità economica per fare versamenti autonomi e costanti potrebbe maturare il diritto ad esempio di andare in pensione anticipata già a 64 anni. Ma vediamo insieme come funziona e soprattutto chi ne ha diritto.

Come funziona il nuovo sistema per la pensione

Come abbiamo detto, la novità introdotta dalla manovra 2025, riguarda la possibilità dal prossimo anno di sommare il valore teorico di una o più prestazioni di rendita di previdenza complementare per il raggiungimento dei limiti di reddito necessari per l’accesso alla pensione anticipata e a quella di vecchiaia. Ma qual è il meccanismo che permette di facilitare l’accesso alla pensione di vecchiaia o di quella anticipata?

Iniziamo col dire che quando si versano fondi a una previdenza complementare e si maturano i requisiti pensionistici, dopo 5 anni di partecipazione alla previdenza complementare è possibile ottenere una rendita pensionistica; in alternativa si può scegliere per la liquidazione in forma di capitale fino a un massimo del 50% del montante accumulato ed il resto in rendita pensionistica. In pratica i pagamenti che fa ogni mese la previdenza complementare sono a integrazione della pensione ordinaria.

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La novità appena introdotta è che questa integrazione potrà essere usata per aumentare l’importo finale della pensione e quindi aiuterà (soprattutto le pensioni con assegni più bassi) a rientrare nei parametri di reddito richiesti sia per la pensione di vecchiaia sia per quella anticipata. Entrambe infatti prevedono una soglia minima di importo che il futuro pensionato dovrà poter percepire per poter andare in pensione: almeno 538,69 euro mensili (per la pensione di vecchiaia) e almeno 1.616,07 euro per tredici mensilità (in caso di pensione anticipata).   

Il valore teorico delle rendite richiesto per l’accesso a questo sistema pensionistico si ottiene moltiplicando il totale versato per i coefficienti relativi all’età dell’assicurato che variano da un minimo del 4,27% per chi ha 57 anni a un massimo del 6,655% per chi ne ha 71. Ma facciamo degli esempi.

Pensione anticipata: facciamo un esempio

Immaginiamo un lavoratore di 64 anni che ha versato 25 anni di contributi dal 1996 ad oggi, maturando il diritto alla pensione anticipata ma che, grazie ai soli contributi pensionistici non può ottenere perché arriverebbe a percepire un assegno mensile di 1.200 euro. Con la nuova normativa potrebbe riuscire a ottenere i 416,07 euro che gli mancano per raggiungere il limite minimo di 1.616,07 euro mensili se nel corso della sua vita lavorativa ha versato nel fondo di categoria il Tfr cui ha aggiunto versamenti volontari ogni mese, raggiungendo così un accantonamento nella previdenza complementare che gli garantisca questa piccola rendita ulteriore.

Pensione vecchiaia: facciamo un esempio

Immaginiamo un lavoratore di 67 anni che ha versato 25 anni di contributi dal 1996 ad oggi, maturando il diritto alla pensione di vecchiaia ma che, grazie ai soli contributi pensionistici non può ottenere perché arriverebbe a percepire un assegno mensile di 400 euro. Con la nuova normativa potrebbe riuscire a ottenere i 138,69 euro che gli mancano per raggiungere il limite minimo di 538,69 euro mensili, se nel corso della sua vita lavorativa ha versato nel fondo di categoria il Tfr cui ha aggiunto versamenti volontari ogni mese, raggiungendo così un accantonamento nella previdenza complementare che gli garantisca questa piccola rendita ulteriore. 

Chi ha accesso al nuovo sistema

La nuova misura riguarda solo chi ha iniziato a versare i contributi dopo il 1° gennaio 1996 e ricade nel sistema di calcolo contributivo della pensione. In pratica parliamo dei soggetti un po’ più giovani, che non hanno mai versato contributi che possano esser fatti valere per il calcolo della pensione con il sistema retributivo, che calcola l’assegno pensionistico in base alle ultime retribuzioni utili percepite. Il sistema contributivo invece, considera esclusivamente il totale del montante versato e lo utilizza per il calcolo della pensione.

Ma, oltre a quello dell’importo della pensione (che abbiamo visto ora viene agevolato dalla possibilità di sommare anche le rendite da pensione integrativa) quali sono i requisiti per la pensione di vecchiaia e per quella anticipata per tutti i lavoratori che rientrano nel sistema contributivo?

Pensione di vecchiaia; requisiti

Per i lavoratori che rientrano nel sistema contributivo puro è prevista la possibilità di sfruttare la pensione di vecchiaia se:

Pensione anticipata: requisiti

I lavoratori che rientrando nel sistema contributivo vogliono accedere alla pensione anticipata, devono possedere tutte queste condizioni:

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  • aver versato almeno 25 anni di contributi;
  • l’importo della pensione deve essere pari ad almeno 3 volte l’assegno sociale cioè 1.616,07 euro per tredici mensilità nel 2025;
  • avere 64 anni compiuti;
  • per le sole donne l’importo deve esser pari ad almeno a 2,8 volte l’importo dell’assegno sociale in caso di un figlio e 2,6 per due o più figli, cioè rispettivamente 1.508,33 euro al mese e 1.400,59 euro.

In ogni caso, c’è un tetto massimo alla pensione pari a 5 volte il trattamento minimo. In pratica, anche avendo diritto a una pensione superiore, il limite massimo è stabilito a 5 volte il trattamento lordo minimo fino a quando si raggiungono i requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia. 

Come si fa domanda

Per avere informazioni su come si potrà accedere a questa nuova forma di pensione, bisogna aspettare un decreto ministeriale che definisca le modalità di richiesta e calcolo. Tuttavia, per potere consentire una scelta consapevole da parte dell’assicurato, i fondi di previdenza complementare dovranno fornire una certificazione che attesti il valore della rendita personale.

Qui trovi tutti gli altri modi per andare in pensione nel 2025.



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