Lanciato il nuovo Position Paper di End FGM-EU sulle interconnessioni tra MGF, interpretazioni religiose errate e razzismo istituzionale
Una tappa fondamentale nella lotta alle MGF
Il 10 dicembre 2024, in occasione della Giornata Mondiale dei Diritti Umani, la rete europea End FGM European Network, di cui facciamo parte, ha rilasciato un nuovo position paper che affronta il legame tra mutilazioni genitali femminili (MGF) e discriminazione religiosa. Questo documento rappresenta un’importante pietra miliare nella lotta contro una delle più gravi violazioni dei diritti umani, analizzando come i “malintesi” religiosi alimentino la pratica e proponendo strategie per combatterla.
Il fenomeno
Le mutilazioni genitali femminili (MGF) sono una pratica lesiva dei diritti delle donne, nonché una forma di violenza di genere e di violazione dei diritti umani. Le MGF non sono previste da nessuna religione, ma spesso vengono giustificate con interpretazioni errate di alcuni credi.
Da anni, noi di ActionAid, in Italia e nel mondo, combattiamo contro questa grave violazione dei diritti di bambine e donne, partendo dall’informazione e dalla sensibilizzazione delle comunità e contribuendo all’empowerment femminile. Grazie a un metodo di lavoro oramai strutturato nel tempo abbiamo individuato strategie e buone pratiche di prevenzione e contrasto, proprio insieme alle comunità di riferimento.
La rete
Uno degli approcci fondamentali al fenomeno delle MGF che abbiamo attuato è il lavoro in rete con altre associazioni e organizzazioni della società civile italiana e internazionale. A livello locale, ActionAid lavora con stakeholder di diversi settori nello sviluppo, diffusione ed implementazione del modello di catena d’intervento, ad oggi disponibile su Milano e Roma. In Europa lavoriamo con la rete europea End FGM EU, insieme alla quale abbiamo collaborato alla stesura del documento di posizionamento pubblicato.
Il paper si basa su ricerche, interviste e focus group con attiviste, attivisti e leader religiosi per fotografare correttamente la situazione e le dinamiche attuali e indicare i prossimi passi da compiere. L’obiettivo è mettere in evidenza come le MGF, pur non avendo alcuna base nei testi religiosi, vengano talvolta giustificate attraverso interpretazioni errate, perpetuando, di conseguenza, discriminazioni religiose e stigmatizzazioni.
Le sfide da affrontare
La percezione che le FGM siano un obbligo religioso, spesso sostenuta da alcuni leader spirituali, contribuisce a perpetuare questa pratica lesiva e ad aumentare il rischio di discriminazione per le donne appartenenti a certe religioni, in particolar modo l’Islam. Questo falso legame, infatti, alimenta discriminazioni che non solo colpiscono le vittime di MGF, ma si estendono anche alle comunità migranti, spesso associate ingiustamente alla pratica. Tali stereotipi e pregiudizi creano ulteriori ostacoli, rendendo difficile per le portatrici di MGF l’accesso ai servizi di supporto di cui hanno bisogno.
Dati e notizie recenti sul fenomeno
I dati raccolti evidenziano la complessità delle sfide legate alle MGF, una pratica che ancora oggi coinvolge oltre 230 milioni di bambine e donne nel mondo (Unicef 2024). Questi numeri non solo mettono in luce le conseguenze dirette della pratica, ma anche le difficoltà che le donne devono affrontare nel contesto di politiche discriminatorie e pregiudizi radicati.
- Nel Regno Unito, circa il 50% delle donne musulmane ha riportato discriminazioni legate al lavoro per via del velo.
- In Europa, molte donne musulmane subiscono discriminazioni multiple, spesso in quanto donne, musulmane, e con background migratorio, complicando il loro accesso ai servizi e ai diritti.
- In Francia, dal 2010 è in vigore il divieto di indossare il niqab e il burqa nei luoghi pubblici. Questo è stato criticato per essere una misura sproporzionata e discriminatoria verso le donne musulmane.
- In Olanda, le compagnie assicurative non coprono i costi medici delle sopravvissute alle MGF, ritenendo che siano questioni religiose.
Le raccomandazioni
Le mutilazioni genitali femminili rappresentano una violazione dei diritti umani spesso giustificata attraverso interpretazioni errate di credenze religiose. Per affrontare efficacemente questa sfida è fondamentale collaborare con le figure leader religiose per sfatare i miti che legano le MGF alla religione, promuovendo una corretta informazione all’interno delle comunità. Parallelamente, è necessario adottare un approccio intersezionale per affrontare le molteplici forme di discriminazione che colpiscono le sopravvissute, garantendo loro supporto e inclusione. Questo impegno deve essere accompagnato da un costante lavoro con le comunità, le operatrici e gli operatori che possono entrare in contatto con bambine, ragazze e donne che possono subire o hanno già subito MGF.
Continueremo a lavorare al fianco delle comunità, delle istituzioni e delle organizzazioni partner per costruire un futuro libero da violenze di genere e discriminazioni.
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