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Un documento ufficiale del Pentagono, recentemente reso pubblico, evidenzia come gravi difficoltà logistiche avessero compromesso sin dall’inizio il programma di forniture militari all’Ucraina, ritardando in particolare la consegna di munizioni. Il rapporto afferma che già tra dicembre 2022 e gennaio 2023 erano emerse problematiche significative legate all’accordo tra il Comando Europeo degli Stati Uniti (EUCOM) e Deutsche Bahn, il servizio ferroviario nazionale tedesco.
Secondo il documento, “le missioni di munizioni del Dipartimento della Difesa stavano subendo ritardi” e ciò avrebbe potuto causare “ritardi futuri e costi che potrebbero essere dannosi per il flusso di munizioni critiche all’Ucraina”.
Un disastro annunciato
Il dossier, recentemente ottenuto tramite il Freedom of Information Act (FOIA) – legge federale degli Stati Uniti, approvata nel 1966, che garantisce al pubblico il diritto di accedere a determinate informazioni detenute dal governo federale – rivela che il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti (il Pentagono) fosse perfettamente consapevole, sin dall’inizio, delle gravi difficoltà logistiche legate all’invio di armi e munizioni per sostenere la tanto controffensiva ucraina del 2023.
Nel luglio 2023, l’Ufficio dell’Ispettore Generale del Pentagono aveva completato un rapporto di “consulenza gestionale” sul programma di supporto militare all’Ucraina. Tuttavia, il contenuto di tale documento non era stato pubblicato, lasciando il pubblico e i media all’oscuro. Solo ora, grazie a una richiesta FOIA rispettata con un ritardo di oltre un anno, è possibile leggere parte del documento, che getta luce su problemi significativi nelle operazioni di fornitura di armamenti.
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Il giornalista statunitense Michael Tracey, che ha ottenuto il documento e lo ha pubblicato su Substack, ha sottolineato come il Pentagono fosse consapevole sin dall’inizio delle gravi difficoltà che avrebbero incontrato le truppe di Kiev. Sebbene molti dettagli siano stati oscurati, il rapporto evidenzia che questo problema avrebbe potuto “compromettere negativamente” la capacità del Comando Europeo degli Stati Uniti (EUCOM) di sostenere efficacemente le forze ucraine sul campo.
Un costo umano e finanziario
Il rapporto non solo riconosce le difficoltà logistiche, ma rivela anche che queste carenze hanno comportato un costo aggiuntivo di 1,6 milioni di dollari per il governo statunitense. Questo spreco si somma all’enorme investimento già destinato alla spedizione di munizioni e armamenti verso l’Ucraina.
Il resto è storia. La controffensiva ucraina del 2023, annunciata con grande enfasi dalla grande stampa e dai governi occidentali come un punto di svolta nel conflitto con la Russia, non ha prodotto i risultati sperati. Lungi dal raggiungere i suoi obiettivi, l’iniziativa si è scontrata con linee difensive russe ben consolidate, mentre i problemi logistici degli alleati occidentali hanno ulteriormente complicato la situazione sul campo di battaglia. Tutto ciò era già ampiamente noto, ma si è deciso di procedere comunque.,
Durante i mesi precedenti la tanto attesa controffensiva, i media occidentali e diversi esperti di politica estera hanno infatti dipinto un quadro estremamente ottimistico. Analisti di think tank e commentatori televisivi (anche in Italia) sostenevano che l’Ucraina fosse pronta a infliggere gravi perdite alle forze russe, con alcuni che arrivavano a suggerire che l’offensiva avrebbe potuto portare alla riconquista della Crimea. Alcuni ipotizzavano addirittura che gli ucraini sarebbero arrivati a Mosca. Tuttavia, il Pentagono era perfettamente consapevole delle sfide logistiche che stavano già ostacolando il supporto militare a Kiev. Eppure, il vento della propaganda soffiava in direzione opposta a quella che era la realtà sul campo di battaglia.
Scarsa tracciabilità
Come già evidenziato da InsideOver, un precedente rapporto dell’Ispettore Generale del Pentagono dello scorso marzo evidenziava già al tempo significative problematiche nella gestione dell’assistenza militare statunitense all’Ucraina. Il Pentagono, infatti, ammetteva di non avere una piena coscienza sulle condizioni e sull’utilizzo delle attrezzature inviate. In buona sostanza, non sapeva nemmeno dove parte delle armi e munizioni finissero. Si stima che circa un quarto degli articoli forniti a Kiev tra febbraio 2022 e dicembre 2023 non sia stato correttamente inventariato, e a febbraio 2023 il 24% delle armi non era stato tracciato in modo adeguato. Questo creava un “rischio significativo di perdita o furto delle armi”, secondo il rapporto. Più di 200 incaricati del Pentagono supervisionano l’assistenza all’Ucraina, con 28 presenti in Europa e solo 2 nella capitale, Kiev. Ulteriori supporti provengono dal Dipartimento di Stato e dall’USAID, ma il precedente rapporto descriveva già uno “scarso supporto logistico” come una delle principali criticità.
Trattasi di rivelazioni che sollevano non pochi interrogativi sulla gestione della guerra in Ucraina e sulla differenza abissale da ciò che si affermava pubblicamente e da quella che era la dura e cruda verità del campo di battaglia.
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